È notte o giorno? Non lo so più, non m'importa più.
Guardo il mio viso riflesso nello specchio, ma non mi riconosco. L'eye-liner è colato lungo le guance impastandosi con le lacrime, i capelli sono arruffati e pieni di nodi. Sono così stanca da non riuscire neppure a pensare, vorrei piangere ancora, ma non ci riesco.
Lo specchio riflette anche il mio corpo nudo. Non sono nient'altro che il mio corpo. Probabilmente quelli che mi hanno avuta non si ricordano neppure come mi chiamo, però hanno addosso il profumo della mia pelle.
Una rabbia impetuosa mi sale dallo stomaco invadendomi la gola, la ingoio come fosse una medicina sentendone il bruciore mentre riscende. Mi viene da vomitare, la testa mi gira improvvisamene, cerco un appoggio. La mia schiena batte contro la parete, scivolo lungo il muro finché non cado a sedere per terra.
Respiro profondamente sperando che passi il senso di nausea, ma so che non passerà.
Il viso di lui mi ritorna in mente con violenza, i suoi occhi grigi così cattivi, la sua mano che mi afferra i capelli della nuca.
Un tremito violento mi avverte che è meglio non pensarci, ma come posso non farlo? Ho ancora il suo sapore feroce in bocca.
<<Lo hai fatto con tanti uomini.>> Sussurro non so bene a chi. <<Non c'è differenza.>>
È vero, l'ho fatto con molti uomini, per piacere, per vanità, per divertimento, ma solo di uno mi sono innamorata sul serio e nessuno mi aveva mai costretta. Avrei dovuto saperlo che l'amore è solo per le principesse delle favole.
Gli occhi mi bruciano forte, me li tocco, sono bagnati. Non mi sembrava di piangere, eppure lo sto facendo.
Il corpo che da tanti è stato amato mi sembra una gabbia, vorrei non avere forma, essere come una nuvola.
Un dolore cupo si fa largo nel mio petto, comincio a singhiozzare.
Mi sembra di essere di nuovo bambina, come quando ritornavo nella tetra casa di mio nonno dopo aver fatto visita alla mamma.
In paese mi chiamavano tutti "la figlia di Biancaneve" perché mia madre dopo un incidente stradale era finita in coma. Non aveva l'aria sofferente, sembrava semplicemente che dormisse. Io allora ero troppo piccola per capire per questo mia nonna mi disse che la mamma si era addormentata come Biancaneve e che un giorno un principe l'avrebbe svegliata con un bacio.
<<Ma si ricorderà di me? Mi riprende con se?>> Chiedevo io in preda all'ansia.
<<Sì, certo e tu diventerai una principessa dopo che la mamma sarà diventata regina.>> Mi rispondeva mia nonna. <<Su di ciao alla mamma.>>
Allora io mi avvicinavo e le davo un bacio sulla guancia e mentre ritornavamo a casa pregavo che il principe azzurro venisse presto, ma non è mai venuto. Forse è per quello che ho deciso di vedere se riuscivo a trovarne uno io.
I ricordi mi fanno male, tanto male. Vorrei solo che tutto questo finisse, ma riesco solo a piangere.
Qualcosa mi punge il petto, lo tocco con la mano senza capire cos'è. Sono costretta ad aprire gli occhi lottando conto il bruciore delle lacrime. Mi ci vuole un po' per mettere a fuoco il piccolo ciondolo a forma di stella.
<<È la Stella Polare, portala con te>> dice una voce dolcissima nella mia testa. <<Ti indicherà il cammino al momento giusto.>>
Rigiro il piccolo oggetto fra le dita lasciandomi avvolgere dal calore di quei ricordi. Sento un torpore soffuso in tutto il corpo, come quello che si avverte prima di dormire.
<<Filippo.>> Mormoro a occhi chiusi cercando di evocare il suo viso.