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Giorgy, la nuvoletta di sole
Giorgy era una piccola nuvola di Sole che volava alta sopra le montagne. Era di un colore
bianco candido e aveva l'aspetto di un batuffolo di cotone. Il suo passatempo preferito era
quello di cambiare forma: una volta era un aeroplano, un'altra era un elefante mentre subito
dopo diventava una palla.
Era felice di essere una nuvoletta perchè questo le permetteva di vedere il mondo dall'alto,
ma soprattutto di volare: a chi non piacerebbe volare liberi per il Cielo?
Un giorno, mentre a forma di pappagallo schiacciava un pisolino sul cocuzzolo più alto di
una montagna, le si avvicinò un'altra nuvola dall'aspetto piuttosto diverso da quelle che di
solito stavano accanto a lei. Era infatti grigia, molto lunga e quando si fece più vicina si
accorse che era anche fredda. "Dovete andare via di qui!" Disse la nuvola grigia.
"Perchè?" Rispose Giorgy. "Non do fastidio a nessuno e stare qui mi piace"
"Adesso arriveranno tante nuvole come me e non ci sarà più posto nè per voi e nemmeno
per il Cielo Azzurro. Dobbiamo fare il nostro lavoro. Quando avremo finito potrete ritornare,
se il Sole sarà d'accordo"
Giorgy, impaurita, si girò verso la sue amiche, e si rese conto di essere rimasta molto
indietro: loro infatti si erano allontanate insieme al Cielo Azzurro. L'aria si era fatta
d'un tratto fredda e il Sole non si vedeva quasi più, mentre tutto il Cielo attorno a lei si era
fatto grigio, carico di nuvole di pioggia.
Giorgy si trasfornò così in un missile e volò veloce verso le sue compagne. Ci mise quasi
mezz'ora, ma alla fine, stremata, riuscì a ruinirsi al gruppo.
"Perchè ci hanno cacciato?" Chiese con un filo di voce al Cielo Azzurro.
"Perchè questo è il momento in cui c'è bisogno di loro. Vedi, Giorgy, il Sole non può
rimanere fermo in un posto per troppo tempo. Tu sei appena nata, e ancora non sai come
vanno queste cose, ma io ti garantisco che è così che deve andare."
"Ma a me piaceva dormire sulle quelle montagne: ora dove andremo?"
Il Cielo Azzurro sorrise. "Noi andiamo dove va il Sole. Adesso sta facendo una
passeggiata e noi dobbiamo seguirlo. Forse domani, o dopo domani, potremo ritornare sulle
montagne, o forse andremo su altre montagne."
"E quelle nuvole cattive? Dove andranno?"
Il Cielo Azzurro rispose: "Non sono nuvole cattive, Giorgy. Sono invece nuvole molto utili
agli uomini: sai chi sono gli uomini?"
"Si, ne ho visti tanti: camminamo per le strade, girano con la macchina, si sdraiano sui prati
a guardarci... e si arrampicano sulle montagne credendo di poterci raggiungere..." Disse
sorridendo.
"Brava. Gli uomini sono proprio così. Ma loro, per vivere, hanno bisogno dell'acqua e solo
le nuvole di pioggia come quelle che hai visto possono dargliela, per cui impara, Giorgy,
a non farti mai condizionare dalle apparenze."
"E noi non siamo utili agli uomini?" Chiese ancora la piccola nuvola.
"Certo che lo siamo" Rispose il Cielo Azzurro. ".. ma in maniera diversa. In ogni
caso siamo necessari come e quanto le nuvole di pioggia, perchè gli uomini non potrebbero
vivere senza il calore e la luce del Sole. Siamo semplicemente diversi, anche se entrambi
indispensabili"
Rincuorata, la piccola Giorgy si strasformò in un violino e raggiunse alcune compagne che
giocavano a rincorrersi.
Dopo qualche ora, le nuvole grige cominciarono a ritirarsi. Giorgy guardò il Sole che
parlava con il Cielo Azzurro. Poco dopo si mossero entrambi verso le montagne.
"Si ritorna alle montagne. Potrai addormentarti di nuovo sul tuo picco preferito" Le disse il
Cielo Azzurro. ".. e poi c'è anche una sorpresa. Guarda lì, dietro quella cresta..."
Giorgy si voltò a guardare e vide qualcosa di bellissimo, qualcosa che non aveva mai
visto fino a quel momento.
"È bellissimo... che cos'è?"
"Si chiama Arcobaleno. Ogni tanto si fa vedere, quando ne ha voglia, ma sempre quando le
nuvole di pioggia cominciano ad andarsene, proprio come adesso"
"Posso andare a vederlo da vicino?"
"Certo, ma parlagli con rispetto, è molto anziano"
Così Giorgy si trasformò in un disco volante e in pochi secondi fu vicina all'Arcobaleno.
Da vicino era ancora più bello. I suoi colori erano sfavillanti, il giallo del Sole, il blu del
Cielo, il rosso dei tramonti e il verde dei prati insieme a tutte le sfumature immaginabili.
"Chi sei?" Chiese l'Arcobaleno.
"Mi chiamo Giorgy, e sono una nuvoletta di Sole. Non ti avevo mai visto prima. I tuoi
colori sono la cosa più bella che abbia mai visto..."
L'Arcobaleno, anche se anziano, si emozionò sentendo tutti quei complimenti e volle fare a
Giorgy un regalo che non aveva mai fatto a nessuno. Avrebbe potuto fare lo scivolo su di
lui tutte le volte che ne aveva voglia, ogni volta che si sarebbero incontrati.
Giorgy ne fu entusiasta e non si fece ripetere due volte la proposta.
Via un tuffo e poi un altro, dalla cresta delle montagne fin quasi ai praticelli dove le mucche
erano al pascolo. Era la cosa più divertente che ci fosse.
Era proprio una nuovola felice, adesso. Oltre che volare, abrebbe potuto anche scivolare
sull'Arcobaleno ogni volta che lo avrebbe incontrato.
Già non vedeva l'ora che arrivassero di nuovo le nuvole di pioggia per giocare ancora con il
suo nuovo amico Arcobaleno.
Luglio 2004
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- Non è facile scrivere qualcosa che si possa leggere ai nostri figli senza, in fondo, doverne arrossire. Complimenti.

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