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La Presenza
Fu quasi istantaneo, il pensiero attraversò la sua mente come un lampo. Eppure in quel momento, in quel fuggevole attimo di luce, Damien seppe. Percepì la certezza assoluta che non era solo in quel momento, benché fosse altrettanto certo che nessun altro poteva esserci. Aveva un lavoro di assistente informatico in remoto, ed era appunto rimasto solo a lavorare a casa sul suo notebook perennemente collegato in rete tutto il pomeriggio; sicuramente la porta di ingresso - che dalla sua postazione di lavoro vedeva benissimo - non si era mai aperta. Nessun animale era potuto entrare dalla finestra alle sue spalle, per il semplice fatto che era sicura di averla chiusa a chiave la mattina stessa. Eppure Damien era certo che insieme a lui ci fosse qualcun altro, ne sentiva la spiacevole presenza osservarlo ed impregnare l'aria. Provava la stessa sensazione come di un ragno che salisse lento lungo la schiena, un brivido freddo e irrazionale... Sentiva le palme delle mani fredde e percepì che in qualche istante che il suo cervello conscio non aveva registrato il suo cuore aveva raddoppiato i battiti. Sentiva perfino dolore al petto tanto batteva all'impazzata.
Realizzò di non avere assolutamente il coraggio di voltarsi, era come se il più recondito dei suoi terrori fosse salito dal profondo a tormentarlo... Non ricuciva ad affrontare il problema, e dire che lui per lavoro i problemi cercava di risolverli agli altri!
Senza muoversi e respirando piano piano, il che gli costava uno sforzo che non contribuiva a rallentare il battito cardiaco, ruotò lentamente gli occhi a destra. La stanza gli appariva perfettamente normale: l'armadio accostato alla parete, chiuso, il letto sullo sfondo, rifatto, le lampade ricercate che erano sempre state una sua passione, esattamente come se le ricordava, o quasi. Gli parve di intravedere una leggera depressione sul materasso... No quella probabilmente c'era già prima. Era l'ombra sul pavimento che sembrava diversa, ma soprattutto c'era una luce strana nella stanza che gli diede un leggero senso di nausea e di straniamento... Cercò di respirare e ruotò lentamente gli occhi a sinistra, il fiato corto, i muscoli tesi. Si chiese se quei muscoli avrebbero potuto reagire e scattare alla vista di ciò che nemmeno sapeva definire ma che stava cercando, questa presenza sgradita e raccapricciante a cui non sapeva nemmeno se dare consistenza o forma. Si accorse con un tuffo al cuore che non avrebbero affatto svolto il loro dovere, se avesse cercato di ricorrervici. Si sentiva stravolto!
A sinistra la vista era più limitata, la stanza non era certo enorme e da quella parte c'era solo un bagno che appariva vuoto, anche se la stessa inquietante luce serpeggiava sulle pareti, sulle piastrelle del bagno e sui bordi smaltati della vasca, una luce sinistra e irrequieta, che veniva -o almeno così credeva Damien di poter dedurre dal movimento di questi impalpabili riflessi - proprio dalle sue spalle. Riportò lo sguardo al monitor davanti a lui, il battito cardiaco sempre incontrollabile. Un senso di nausea, un nodo inscindibile gli attanagliava la gola, non riusciva a deglutire bene e teneva gli occhi spalancati, come se nel breve istante in cui le palpebre si fossero chiuse durante il loro naturale movimento la sua vita potesse essere cancellata...
Nel tempo che ci aveva messo a svolgere questa banale e pur infruttuosa ispezione della parte visibile della stanza si era attivato il salvaschermo ed il monitor del suo notebook era diventato nero. Fu con un senso di raccapriccio che si trovò ad osservare il riflesso sul monitor, non completamente lucido a causa del trattamento superficiale antiriflesso. Vedeva bene l'ombra della sua figura e tutt'attorno una sorta di etereo alone luminoso, guizzante. Dietro di lui vedeva riflessa anche un'altra figura, che lo sovrastava... era identica a se stesso, ma come se fosse visto da dietro!
Aveva letto tanti libri sulla morte e di come subito dopo si vede se stessi da fuori. Si rese conto di star osservando se stesso da fuori proprio come in quei libri, e comprese con sgomento il significato dell'aura dorata tutto attorno al suo riflesso. La vista del proprio corpo seduto lo fece inorridire e tremare, la consapevolezza di non esser più vivo lo stordì e lo fece gemere di disperazione, e fu in quel momento che una brillante luce lo inondò da dietro, riempiendo la stanza di luce. Damien capì che era la luce dell'aldilà che se lo portava via e chiuse gli occhi tremando. Sentì una fitta al torace, come uno strappo... "Che strano" - pensò osservando i propri pensieri - "credevo che non si sentisse più dolore una volta morti!". Ma durò pochissimo, poi effettivamente tutto passò. Contemporaneamente il corpo di Damien si accasciò sul pavimento.
Se la sua anima abbia poi seguito la luce che aveva visto non è dato di sapere. Quel che è certo è che nella stanza la luce c'era ancora, radiosa e potente. La luce brillante del sole che filtrava dalle tende non accostate, e che si rifletteva nel grande specchio nuovo, regalatogli proprio il giorno prima dalla sua fidanzata, davanti alla scrivania dove lavorava il ragazzo, del cui corpo il riflesso appariva sulla levigata superficie e si rifletteva ancora sul nero monitor del notebook aperto...
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