... non immaginavo che Joussef Benlhad, giornalista ed inviato dal Marocco per la sfilata, cui partecipavo con i miei modelli, avrebbe tentato un approccio diverso... La pelle ambra e gli occhi scuri, più dei miei, mi fissarono con insistenza e mi rendevo conto che il suo sguardo si spingeva sempre più giù, verso la mia anima. Inutilmente tentai il solito, freddo saluto... la sua stretta di mano, sensualmente calda si unì alla sua voce:-il mio albergo, il Prassad, è vicino al suo. Questa sera l'aspetto per la cena!-Fu un invito dolce e categorico, non sai rifiutare anche se inutilmente cercai di coinvolgere gli altri... Ognuno voleva vivere una notte indiana a modo proprio... accettai! Misi forse più cura del solito nel prepararmi anche se la semplicità era sempre la qualità che mi connotava:uno dei miei abiti preferiti, i capelli legati con un lungo nastro rosso... il trucco??? non era necessario:i miei occhi lucevano come stelle, però... le mie mani avevano un leggero tremolio. Era sin da bambina un segnale di agitazione mentre il cuore batteva ad un ritmo sudamericano!!! Cercai di calmarlo, respirando lentamente e scesi nella hall del mio albergo. Chiamai telefonicamente il Prassad e chiesi di Joussef ma era già di fronte a me... posai lentamente il telefono mentre inchinandosi mi sussurrava:-Ti aspettavo-Con calma apparente ci recammo nel suo albergo mentre io sentivo il mio cuore ripetere:sicurezza. sicurezza, sicurezza... mentre la mia testa ripeteva:-abbandono, abbandono, abbandono-Il mio viso, rosso per la rabbia mi impedì di godere di quegli attimi di serenità con un uomo... Farfugliai una violenta emicrania, chiesi scusa a Joussef e rientrai precipitosamente nella mia camera d'albergo. Anche quella sera finì miseramente in solitudine!