carissima, ci siam viste pochi giorni fa e sentite telefonicamente. Probabilmente con i miei lamenti e rabbie di donna ormai alla fine della vita sto turbando la tua maturità ma tu sei l'unica persona che mi ascolta, che mi chiama, che mi parla ed io ti parlo di me, sperando che tu faccia tesoro della mia vita ed eviti i miei errori. Ti guardo, mentre ti parlo e mi accorgo che il tuo animo non è sereno eppure sei tu che dai forza a me. La solitudine è ciò che più mi attanaglia, da qualche anno, e non riesco, come tu dici, ad uscire, parlare, camminare ma con chi? dove? perché farlo? cammino in casa, spesso la notte son sveglia, talvolta non apro neanche le serrande. Perché vedere il giorno??? sono stata madre ed ho visto cosa vuol dire per una madre arrivare alla fine della vita. La mia mamma è stata fortunata, era in casa. Anch'io sono in casa. Lei era in compagnia di figli e nipoti, io son sola! Tu mi dici che non devo pretendere, che la vita è cambiata, che i miei figli devono essere liberi di vivere la loro vitae come hai constatato la voce della tv è quella che accompagna le mie giornate ma nessun argomento mi interessa, non faccio parte più della vita. Mi hai detto di cominciare ad usare un pc. Ma ti rendiconto di quello che dici??? alla mia età scrivere e rispondere con persone mai viste e di cui non mi importa e a cui di me non importa nulla??? no, Neve, preferisco rimanere nella mia nullità e solitudine. Tu, se e quando potrai chiamami, ascoltami, in una parola sopportami!!! augurando che tu non debba mai soffrire questo grande amore che è la solitudine ti abbraccio. Grazie per avermi letto. Rita