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Raccontami
Tornando a casa alla fine della sua giornata di lavoro già' pregustava i momenti che sarebbero seguiti: la porta si apre, lei lo accoglie con uno :-"ciaaoo, sono in cucina"- oppure fischiettando adagiata sul divano con un libro in mano.
Mario e Carla convivevano già da qualche anno, avevano arredato la loro casa
con il gusto di chi vuole passarci molto tempo insieme!
Lui, un uomo sulla quarantina piuttosto alto e snello, gestiva un' attività in proprio,
aveva un' espressione che manifestava sincerità'.
Lei insegnante, di qualche anno più' giovane di lui, con un carattere gioviale amava sperimentare in cucina e cercava di smaltire in palestra!
Era convinta che i suoi fianchi fossero troppo larghi ma a Mario piacevano così.
La loro vita scorreva tranquilla, magari ogni tanto litigavano, ma ogni tanto è normale.
Alla fine si ritrovavano sotto le coperte e scherzando si abbracciavano. E Carla a volte, dopo una giornata particolarmente faticosa, forse per il piacere di vagare
con la fantasia e anche perché' la voce di Mario così bassa e calma la faceva sentire sicura, diceva: -"raccontami una storia"-
E a quel punto era come se scattasse qualcosa : lei si girava su un fianco di fronte a lui, le ginocchia raccolte e le dita dei suoi piedi sfioravano le sue ginocchia con un piccolo movimento continuo, rilassante.
Una mano sotto il capo e l' altra a cercare un contatto : lui intanto comincia a inventarsi di tutto: folletti, animali parlanti, gnomi e chissà' cos' altro.
Spesso sono storie che non hanno ne' capo ne' coda, improbabili, ma del resto quasi sempre Carla si addormenta prima che finiscano e forse... crea il suo finale in sogno!
Era una serata invernale, la pioggia batteva sui vetri con un ritmo continuo, avevano spento la luce da poco quando lei con il tono di una bambina capricciosa disse :-" amore raccontami una bella storia"-così lui che non sapeva dirle di no, comincio' : -"c'era una volta un cane zoppo, un meticcio che viveva per strada, era socievole e aveva tanti amici. la zampa se l'era rotta finendo sotto la ruota di un' auto : quella volta aveva creduto veramente di morire, ma se l'era cavata.
Riusciva a sopravvivere rovistando nei cassonetti, ispezionando i sacchetti dei rifiuti e nelle giornate fortunate rimediava un osso che il macellaio gli regalava.
Certo la vita non era facile, ma lui non se ne preoccupava.
Quello che davvero lo rattristava era il fatto di non aver trovato una compagna: ma
quale cagnetta si sarebbe interessata ad un cane zoppo?
Tante volte ne aveva parlato con i suoi amici quattrozampe e tutti cercavano di rassicurarlo ma dopo un po' si finiva sempre a cercare qualcosa da masticare.
Finche' un giorno di primavera, trotterellando, girato l' angolo, si accorse di una barboncina che se ne stava li' ferma e sembrava fissasse qualcosa.
Dopo essersi leccato un po' il pelo per darsi un' aria più' distinta provo' ad avvicinarsi : lei non si muoveva, sembrava guardinga. Ancora qualche passo avanti e la cagnetta capi' che si trattava di un amico e allora avvicinandosi anche lei comincio' a scodinzolare. Forse perduta, era molto impaurita e non sapendo dove andare era rimasta ferma li' per strada. Ma quell' incontro le aveva fatto tornare il buon umore : si leccarono a lungo e giocarono felici.
Poi lui comincio' a mostrarle il quartiere, svelando i migliori posti di approvvigionamento. Di tanto in tanto la presentava con orgoglio ad un amico di passaggio e penso' bene di regalarle l'ultimo osso che aveva ricevuto.
La barboncina fu molto lusingata da quell'omaggio.
Quando venne sera cercarono un posto riparato e acciambellati l' uno vicino
all' altra si prepararono a trascorrere la loro prima notte insieme!
Dopo poco nel silenzio lei si lecco' il musetto e disse -"mi racconti una storia?"-
Lui si passo' le zampe sul muso come a stropicciarsi gli occhi e rispose :-"la mia storia più' bella sei tu!"
La cagnetta si strinse un po' più' a lui, l' alba li trovo' vicini. "-
Carla non si era addormentata : nella penombra guardo' dolcemente il suo uomo, sicura che quella storia l' aveva già'..."sentita" !
Al mattino, svegliandosi, Mario allungo' istintivamente un braccio dall' altra parte del letto freddo : -"era così reale"- penso', ancora confuso...
Sotto al letto, seminascosta, una vecchia foto sorrideva...!
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