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Tu lo conosci Claudio?

ncontrai Claudio qualche anno fa. Non ricordo che mese fosse, ma di sicuro era domenica. Spalmati sul divano di casa, io e papà ci chiedevamo perché Spalletti avesse schierato Perrotta al posto di Aquilani, che in quel periodo godeva di uno stato di forma invidiabile.

Attorno alle 15 e 20, con la partita ancora inchiodata sullo zero a zero, il peso malandrino del sonno, aiutato dai peperoni al forno che mia madre aveva servito per pranzo, mi chiuse le palpebre.

Una panchina.

Ero seduto su una di quelle panchine di legno verniciate di verde che riempiono i tanti giardini che danno a Roma qualche boccata di ossigeno. Il rumore del vento era interrotto solo dalle urla di un gruppo di bambini che giocava a pallone pochi metri più in là. Accanto a me sedeva un tizio sulla cinquantina avvolto in un impermeabile nero di pelle. Sotto un cespuglio di capelli brizzolati leggeva concentrato un libro di Federico Moccia.

Non faticai a riconoscerlo. Ero seduto proprio accanto a Claudio Baglioni.

Non mi diede nemmeno il tempo di pensare se era o meno il caso di chiedergli un'autografo, o di interrogarlo su qualcuno dei suoi album. Fu lui a parlare per primo.

" Che ti guardi, Paolo?"
" Veramente io... volevo..."
" Non mi interessa di quello che volevi. Non ti firmo un cazzo. Guardami... tanto non ti piaccio che in questo sogno pidocchioso mi stai facendo leggere un libro di Moccia. Che cazzo pensi? Che scrivendo canzoni d'amore posso soltanto leggere Moccia?"
" Ma dai, Claudio... da qualche anno ti ho anche rivalutato..."
" Rivalutato? Preferisci me o De André?"
"..."
" Appunto. Me o De Gregori?"
" Beh... Francesco. Però lo sai quello che devo a De Gregori..."
" Quello che devi?!? E quello che devi a me? Ti ricordi quando ballavi "E tu" con quella tua compagna delle medie?"
" Ma chi Francesca P?"
" Bravo. Beh... se avessi provato a toccarle il culo, a lei avrebbe fatto piacere."
" Eh... ho capito, Claudio. Ma io mica glielo ho toccato."
" Ed è colpa mia se sei deficiente? Non l'ho mica inventato io il libero arbitrio. E poi quando hai cantato "Amore Bello" al karaoke in quella serata in spiaggia a Fregene. Non è proprio quella sera che hai conosciuto tua moglie?"
" Sì, Claudio."

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6 commenti:

  • Massimo Bianco il 01/05/2011 00:47
    Il racconto L'intervista a Tex Willer è compresa nella recente raccolta di racconti intitolata "Non esiste saggezza" di cui è a mio parere il racconto migliore insieme con Il maestro di bastone e soprattutto il magnifico La doppia vita di Natalia Blum. Ciao
  • Andrea Aprile il 25/04/2011 10:09
    cavolo, Carofiglio mi piace molto... anche se ho letto solo un paio di libri. dove si trova l'intervista a Tex?
  • Massimo Bianco il 24/04/2011 16:56
    Idea carina, che mi fa un po' venire in mente Intervista a Tex Willer di Carofiglio. Io per fortuna non sono debitore per nulla a Claudio Baglioni, quindi posso dire serenamente che mi fa... beh, eccomi torrnato dal bagno, hai capito, no?
  • Anonimo il 19/04/2011 13:21
    Ben scritto e genialissima idea... la penso come te su De Dndrè e su De Gregori... ed anche su Claudio Baglioni... però bisogna ammettere che nel tuo caso, se è vero quello che dice nel sogno, ha ragione lui... ahahah... un bel 5 stelle per un breve che merita... vorrei vedere se hai anche legna da ardere sul fuoco della narrativa... ahahah... ciaociao
  • Anonimo il 19/04/2011 11:54
    mi è piaciuto molto
    neanche a me piace Baglioni... non vorrei trovarmelo anche io in qualche sogno
  • Anonimo il 19/04/2011 11:32
    Sei bravo

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