Era ormai trascorso un anno e tanti incontri erano seguiti al primo con la stessa intensità, lo stesso desiderio ed un amore crescente. Tante erano state le telefonate che dal Marocco o da altri paesi giungevano al cuore di Gaia ma le notti erano lunghe e vuote senza di lui, le mancavano le sue parole, la sua voce, i sorrisi all'alba appena svegli, le braccia forti e tenere che la proteggevano nella notte. Non mancava solo fisicamente ma tutto di lui mancava! E Gaia decise! Decise di negarsi, per non soffrire. In casa e in ufficio rispondeva sempre la segreteria telefonica, si allontanò dalla città quando seppe che sarebbe stato lì per un servizio giornalistico, si isolò sempre più, tanto da decidere di ritornare in quella casa antica. Joussef non sapeva dell'esistenza di quella casa e sarebbe stata sola, per sempre! Ora guardava quel cancello, arrugginito dal tempo e dalla pioggia, le mura della casa coperta di edera e di erbe selvatiche non erano più visibili. Con difficoltà riuscì ad aprire il cancello e calpestò quel vialetto coperto d'erba selvatica su cui aveva corso da bambina. Rivide il suo papà e la sua mamma sul terrazzo che la guardavano e comprendevano la sua solitudine, il suo sfuggire Joussef. Aveva chiesto aiuto ad un'amica per rimettere in ordine la villa ed i primi giorni furono pesantissimi. Strappavano solo erbacce e nonostante l'attenzione le loro mani erano piene di graffi e sanguinavano come il suo cuore senza Joussef. Chiese un periodo di riposo dal lavoro per potersi dedicare alla sua casa ma sapeva che lui l'aveva cercata. Aveva chiesto, indagato, teso tranelli alle colleghe di lavoro ma tutte fedeli e compatte con la scelta di Gaia non l'avevano tradita. Tutti sapevano che era all'estero ma nessuno sapeva dove. Se solo Joussef avesse immaginato che pochi chilometri li dividevano!