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The king of poker
Si respirava un'aria tesa colma di fumo di sigaretta. Al tavolo del poker cinque giocatori aspettavano la terza carta scoperta, Fulvio aveva sotto gli occhi di tutti la donna di picche e il jack di quadri. Gli arrivò la terza carta: donna di quadri. Lo guardarono cercando di decifrargli o sguardo, delusione o entusiasmo? Intanto, valutavano gli altri giocatori, aveva una coppia.
Il grassone col cappello da cowboy passò; lo Smilzo lanciò una fiches da 50, il nero con la camicia gialla fosforescente ne allungò una da cento e sorrise allo Smilzo che dovette rilanciarne altri cinquanta. La ragazza bionda, poco fortunata fino a quel momento, passò. Fulvio mise sul piatto due fiches dal valore di duecento.
"E no" disse lo Smilzo, "questo piatto non me lo faccio scappare" lanciando un centone.
Il nero con camicia fosforescente, abituato a vincere, considerò i suoi tre re. Era sicuramente una finta, almeno così voleva pensarla e allungò altri cento.
"Sta a te!" Fulvio non aspettava altro. Posizionò le due donne vicino e girò accanto la terza di cuori, di fianco al jack di quadri mise quello di fiori.
"Vi basta?" Lo sguardo ironico dette sui nervi al nero che si alzò in piedi e si allontanò dal tavolo disgustato. Fulvio guardò lo Smilzo. Questo gli rimandò l'occhiata. La camicia nera aderì al petto di Fulvio.
"Ok" pronunciò lento lo Smilzo "può bastare" e gettò le sue carte senza scoprirle. Solo in quel momento Fulvio si accorse di stare col fiato sospeso. Lasciò andare il respiro e la camicia si rilassò sul suo petto. Cazzo, non poteva crederci, aveva vinto il piatto più alto della serata, più, qualche piccola vincita antecedente. Valutò un attimo, era ora di andarsene.
"A questo punto" sorrise soddisfatto "lascio il tavolo a un altro fortunato". Raccolse tutte le sue fiches e fischiettando camminò costeggiando altri tavoli da gioco, pensò se giocare alle slot machines, poi sentì addosso quello sguardo che non lo aveva lasciato per tutta la serata. Con un balzo si nascose dentro all'antibagno e aspettò. Entrò poco dopo una ragazza che si guardò intorno in cerca di qualcosa. Lui chiuse la porta piuttosto rumorosamente.
"Adesso mi dici perché mi segui." La ragazza si voltò. "Dici a me? Non seguo nessuno" Lui la squadrò: capelli a caschetto biondo platino, corpo longilineo e atletico risaltato dal lungo vestito aderente blu marino.
"Senti bellezza, è tutta la sera che mi giri attorno. Ora mi dici chi sei, chi ti ha mandato e cosa vuoi". Lei si mise a ridere. "Sei un pallone gonfiato", intanto due ragazze uscirono dalla porta del bagno femminile. "Voglio solo andare in bagno" si girò ed entrò nella toilette delle donne.
Si era lasciato sfuggire la tipa. Uscì e andò nell'angolo opposto dell'enorme salone, si accese una sigaretta e aspettò appoggiato al muro. Dopo poco riapparve la ragazza, era evidentemente spaesata, girava di tavolo in tavolo in cerca di qualcuno.
La musica cessò improvvisamente, si alzarono tutti in piedi applaudendo, sul palco era salito Cosimo Del Vecchio il proprietario del salone da gioco "The King of Poker", accanto a lui la nuova donna, sua moglie era morta da appena dieci giorni in circostanze misteriose.
Fulvio tornò con lo sguardo sulla ragazza, questa, sembrava avesse trovato ciò che cercava e con andamento lento si avvicinava al palco a una diecina di metri da lei. Il suo incedere troppo calmo e lo sguardo ipnotico misero all'erta Fulvio. La vide aprire la sua borsa pocket blu marino in linea con l'abito, ed estrarre una colt. I riccioli rossi gli si rizzarono in capo. Senza pensare a quello che faceva corse nella sua direzione e si avventò sulla ragazza portandola via dal salone, fuori, nel buio della notte.
"Sei pazza!" La schiacciò alla parete, "lo sai chi è quello? Volevi ucciderlo davanti a tutti?" La ragazza lo guardò furibonda. "Lasciami andare" e si direzionò verso l'entrata ma Fulvio la bloccò nuovamente.
"Adesso ti calmi". La gente entrava e usciva dal salone, per fortuna nessuno tranne lui si era accorto delle sue intenzioni.
"Ascolta, è meglio andarcene da qui, è pieno dei suoi scagnozzi. Facciamo un giro, ti calmi un attimo poi, se vuoi rientrare..." La ragazza era visibilmente sconvolta, fece un cenno con la testa e si avviò con lui lungo il viale delle Cascine che portava all'ippodromo. La luna era alta e rifletteva piena luce sull'abito azzurro da sirena. Fulvio pensò che forse, quella, era la sua serata. Ognuno ha una sua serata o giornata, dove tutto scorre liscio e la fortuna non abbandona il suo fianco. Fino a quando non ti risvegli, si ritrovò a pensare; quella sera voleva che fosse un sogno infinito e avrebbe fatto in modo che funzionasse proprio così...
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0 recensioni:
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Anonimo il 07/06/2011 10:19
ho letto più di una volta... un bel racconto... mi piace anche il titolo...
- THE KING OF POKER. HO LETTO CON ATTENZIONE... E CURIOSITA, QUESTO TUO NUOVO TEMA.. CHE DIRE.. PAOLA, ORA POSSO SOLO ASPETTARE LA PROSSIMA PARTITA... PER ADESSO VADO A FARNI UN CAFFE!!! FAMMI SAPERE.. QUANDO CI SARA LA PROSSIMA SEDUTA, E... STAI ATTENTA.. NON ROINARE LE CARTE.. BASTA SOLO UN PICCOLO SEGNO, E.. IL BANCO SALTA...!!! CIAOOOOOOOO..!!!!! SEMPRE BRAVA!!!!

- Ciao Mike, che bello rivederti!!! La febbre del gioco è proprio un demone!!! Ehehehe
Wow Bob, ben ritrovato!!!!! E grazie!!!!

- Bello! mi è gustata la descrizione dei tipi al tavolo da gioco (rende l'idea senza appesantire di troppi particolari, solo quel tot che serve) e condivido il finale... via dalla confusione per schiarirsi lo stato d'animo.
- Dai Paola, cos'è un altro romanzo mascherato? Il "demone" del gioco, questa volta?
Ciao bravissima
Anonimo il 26/04/2011 19:50
Una paola inedita... sai giocare a poker, vedo e hai ben reso l'atmosfera di una mano pesante. Era il mio gioco preferito, da giovane... avevo anche culo... ahahah... brava brava, a rileggerci... ciaociao
- Ciao Nunzio!!!! Che bello vederti!!!! Mattoni, si dice solo qui in toscana? Allora sono i quadri... farò dei cambiamenti...
GRAZIE NUNZIO UN BACIONE!!!!!

Anonimo il 26/04/2011 17:20
Un sogno infinito... è un sogno! Bello Paola, ma una cosa: ammettendo che pick voglia dire picche, il jack di mattoni non l'ho proprio capito. Sai, sono tardo. Mi spieghi per favore?


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