Sebbene avesse avuto varie proposte di acquisto per quel piccolo attico sotto le stelle non aveva mai accettato. Lì c'era la parte libera del suo corpo e del suo cuore, lì c'era la pare migliore di sè. Cominciava a capire i sorrisi, le ansie, gli atteggiamenti sereni della mamma, la capì come donna e il suo sguardo correva al telefono. Sarebbe bastato comporre un numero per sentire la voce di Joussef ma, la gioia che la riempiva nell'attesa di lui si offuscò , pensando alle sue partenze e all'abbandono. Pensò al suo papà e chiese forza al suo ricordo di uomo determinato e libero delle sue scelte. Anche Joussef era così anche se le aveva chiesto più volte di seguirlo. Ma lei sentiva quella terra lontana, straniera al suo cuore e temeva di no integrarsi e di non avre valide alternative al suo lavoro. Questi timori Joussef li conosceva ma on aveva mai provato a dissiparli nè proponeva un suo avvicinamento. Le richieste sempre più pressanti di Michele la misero davanti ad una scelta:dire sì a Michele per sempre o affidarsi a Joussef. Riprese a rispondere alle chiamate e spesso succedeva di sentire un silenzioso vuoto e in quel vuoto avvertiva il profumo di Joussef. Il tempo scorreva, le stagioni continuavano la loro corsa, il lavoro con le sue esigenze la riprese, l'avvolse nel solito ritmo frenetico;Michele era lì, presente, silenzioso, in attesa di un suo sguardo, di un sorriso. Talvolta per lavoro cenavano insieme ma, dopo i primi incontri, Michele non le aveva più chiesto un momento d'amore. Gaia avvertiva il desiderio di Michele e il suo corpo non era insensibile ma il pensiero di Joussef era in lei e il suo ricordo non l'abbandonava. Voci le giungevano dai colleghi... ed era il giorno dei suoi 30 anni! Nel periodo di assenza dal lavoro aveva deciso di affrontare un problema che l'assillava e si era sottoposta ad accurate visite mediche, pur ritenendo irrilevante le preoccupazioni della sua amica Giulia.