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Jimmy Riddle
Jimmy non era mai stato nulla di eccezionale, spaccava pietre in una cava vicino al vecchio ponte che collegava, Rostock e Bounty, sbriciolava pietre per dieci ore al giorno, dopo quindici anni di lavoro la pelle era come armatura e sia col gelo, che con l'afa più soffocante il suo ritmo lavorativo rimaneva uguale.
Jimmy era maledettamente ignorante, ma Dio quanto era intelligente, non fosse stato troppo stanco per concentrarsi sui libri, avrebbe potuto controbattere anche al più pagato degli avvocati.
La moglie lo sapeva e glielo ripeteva ogni giorno, che se avesse voluto sarebbe potuto diventare un dottore, sarebbe stato rispettato da tutto il paese, e porca vacca quanto le sarebbe piaciuto sbattere in faccia alle sue amiche quel pezzo di carta che attestava che suo marito era di gran lunga meglio dei loro.
Terry così si chiamava lei, con Jimmy si erano sposati in un caldo giorno d'estate, in una di quelle giornate in cui mentre scopi, i corpi scivolano via e perdi la metà dei fluidi corporei, una di quelle giornate dove il sudore ti cola dalla testa proprio sopra la schiena di lei e poi scende veloce percorrendo la colonna vertebrale sino ad insinuarsi in mezzo alle natiche.
Le nozze erano state organizzate da lei, aveva speso quasi tutti i soldi che Jimmy aveva messo da parte, tutto per un fottuto "si" su un altare.
A Jimmy sarebbe bastato una chiesetta isolata i suoi parenti più cari, quelli di lei e un paio di amici e dopo un bel pranzo in agriturismo.
Il nostro Jimmy era semplice, fantasticamente semplice.
E lei questo non lo sopportava, non sopportava questa sua mancanza di ambizioni, quell'accontentarsi, di una moglie, un piatto di fettuccine ai funghi e una bottiglia di vino.
Dopo quindici anni aveva deciso che lo odiava che era colpa sua se non poteva sfoggiare abiti firmati, se non poteva permettersi alberghi a 5 stelle e macchine sportive.
Così cominciò ad adocchiare un tizio conosciuto in piscina, fisicamente era di gran lunga meglio suo marito, ma a lei interessava la Porche parcheggiata di fuori più che il suo pisello.
Le prime settimane giocarono con gli sguardi, poi finalmente lui fece la prima mossa e dopo una breve chiacchierata le chiese di andare a prendersi qualcosa da bere in un pub li vicino.
Quella sera chiamò Jimmy dicendogli che sarebbe andata a farsi una chiacchierata con Alba, una sua vecchia amica, sapeva benissimo che lei avrebbe saputo coprire qualsiasi suo segreto.
Alba, oltre ad essere un'amica molto devota, non sopportava Jimmy, lo considerava come la moglie un fallito, un idiota che sapeva soltanto spaccare le pietre.
I due nuovi amanti andarono in un posto che si chiamava "John T", un locale che assomigliava più ad una galleria d'arte che a un disco pub: quadri, statue e troppa gente che fingeva di esserne all'altezza.
A fine serata scoparono sui sedili della Porche per qualche minuto e poi si salutarono scambiandosi il numero.
Mentre tornava a casa Terry conobbe per qualche istante sentimenti molto vicini al senso di colpa, ma il pensiero dei sedili in pelle che si appiccicavano sul suo culo sodo, dei cerchi in lega da ventiquattro e dalla American express platinum, le fece capire che era troppo, troppo per sentirsi in colpa.
Che dire le relazioni extraconiugali della maggior parte delle persone sono così patetiche che ci sia annoia solo a ricordarsele, insomma quando tradisci diventi stupido e pensi che gli altri lo siano, che non se ne accorgeranno mai, ma Jimmy era sveglio aveva sempre avuto il dono di capire tutto senza che ci fosse bisogno che qualcuno glielo spiegasse.
Non ci mise molto a scoprire i tradimenti della moglie, così un bel giorno vendette tutto quello che possedeva: la casa, la macchina, i mobili, lasciò solo una lettera e qualche oggetto di Terry.
Si dileguò, e lei non lo rivide e nessuno a lavoro ne ebbe più notizia, spari come spariscono i cadaveri dentro un allevamento di maiali.
La lettera diceva :
"Non ti capisco più, ho smesso.
Addio. Non farmi nessuna chiamata, non mandarmi nessuna mail, né nessun messaggio ipocrita per farmi gli auguri di natale o di compleanno non voglio nessun patetico tentativo di mantenere un qualsivoglia rapporto, è un Addio vero.
Non volermene male ma sinceramente a me di sapere che fai o come stai non mi interessa se aspetti un figlio o se stai prendendo i voti mi è indifferente, ti auguro di stare bene come spero stia bene la maggior parte delle persone che incontro la mattina per strada.
Ciò che scrivo non lo scrivo con rancore o rabbia è solo quello che ho pensato quando mi son svegliato e probabilmente lo penserò anche domani. Dicendo ciò non penso di odiarti e nemmeno di avere voglia di volerti bene, nel arco di sensazioni che ho provato per te in tutto questo tempo sono solo due insignificanti estremità. D'altronde chi ha voglia di voler bene o odiare una persona che non ha neppure le palle di confrontarsi, di ammettere, di cercare di risolvere prima di decretare la morte di un rapporto che riguarda sempre e comunque due persone.
Detto ciò io ho chiarito la mia posizione tu fai un po' quel che vuoi, tanto la terra continua a girare la gente a morire e le battone a battere."
Lei lesse la lettera una dozzina di volte, non ci voleva credere, lo odiava, ma non aveva importanza si sentiva uno schifo, e la totale indifferenza della lettera le faceva attanagliare le interiora, nessun odio nessun amore, nulla nemmeno un grammo di pura rabbia, nulla di nulla traspariva da quel misero pezzo di carta.
Per quanto riguarda il nostro Jimmy, non lo vide più nessuno, comprò una casa dispersa nel nulla, campagna, alberi e radure per chilometri sia a destra che a sinistra.
Non comprò nulla che potesse avvicinarlo al mondo esterno, ne televisore, ne computer, viveva di quello che coltivava e allevava Passava il tempo leggendo e scrivendo ed era la solitudine e la pace interiore a farlo sentire pieno di forze.
Quando la sua intelligenza si mischiò con l'influenza filosofica dei libri che leggeva incominciò ad avere una concezione di vita molto diversa di quella che aveva sempre avuto.
Capì che l'uomo era corrotto di per se, sia allo stato di natura sia allo stato civile, che Rousseau, San Tommaso e Locke si mettessero l'anima in pace, il bene e il male non sono mai esistiti, esiste solo l'intelligenza che decide quando è più conveniente chiamarlo in un modo o in un altro.
Quando l'istinto si mischiò all'intelligenza ormai era già troppo tardi per l'umanità, eravamo spacciati e condannati alla dannazione già dalla nostra nascita.
Pensò spesso a Dio, quasi arrivò a crederci ma poi capì che se Dio fosse esistito non avrebbe mai permesso tutto ciò e decise che "l'unica scusa che Dio avesse è che non fosse mai esistito".
Jimmy nuotò nei labirinti del pensiero per anni e quando ne uscì, forse era pazzo o forse semplicemente illuminato.
Una notte uscì in giardino e cominciò a scavare una buca, continuò giorno dopo giorno, finché la buca diventò abbastanza grande da essere notata da qualche cacciatore che si trovò nelle vicinanze della sua casa. Qualcuno gli chiese per cosa stesse scavando, lui rispose che stava scavando perché non voleva più pensare e continuò a scavare.
Giunsero un giorno alcuni curiosi, attirati dal racconto di un cacciatore, e gli fecero la medesima domanda, la risposta fu la stessa. Il giorno dopo tornarono con pale e carriole e chiesero a Jimmy se potessero unirsi, e così scavarono insieme.
Dieci dopo una settimana, cento dopo un mese, c'era così tanta gente stanca di pensare che la fossa non bastava più per così tante persone e alcuni si misero a scavare fosse parallele, e più scavavano più altra gente arrivava e la domanda era sempre la stessa e uguale la risposta.
Jimmy era davvero stanco di pensare, ma non perché era troppo debole per riuscirci, non perché fosse atterrito da quello che era riuscito a comprendere, aveva semplicemente finito, aveva preso una decisione e pensare non gli serviva più.
Il mondo era corrotto, l'uomo era corrotto, decise di mettersi a scavare e di fare una buca così profonda e larga che la società ne fosse risucchiata dentro, con tutti i suoi finti Dei i suoi eroi ed antieroi, tutti dentro la buca, case, palazzi, ponti, macchine tutto doveva diventare un unico cumulo di macerie e quando tutto fosse stato risucchiato Dio non avrebbe più avuto bisogno di scuse e sarebbe anche potuto esistere.
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