C'era una volta una bambina bellissima, con i capelli color del sole, gli occhi color dell'erba fresca e le guance rosate e punteggiate come due fragole carnose.
Emma era spesso molto triste, perché la sua mamma non era mai a casa, doveva sempre lavorare e lei rimaneva a casa in compagnia della tata aspettando trepidante il momento in cui poteva finalmente correre incontro alla mamma che ritornava a casa.
Quel pomeriggio Emma era particolarmente giù di morale.. le veniva continuamente il magone e nemmeno la sua collezione speciale di magici cavallini del cuore riuscivano a farle tornare il sorriso.
Decise allora di uscire di nascosto e di fare una passeggiata nel bosco vicino a casa, tra le alte e robuste piante, l'erba verde, gli arbusti in fiore. Camminando, saltellava e canticchiava.. le era tornato il buon umore.
Ad un tratto lungo il suo cammino incontrò uno strano essere che le si fermò dinnanzi guardandola con due occhioni grandi e languidi. Le sembrava familiare.. il volto, il sorriso, l'espressione che aveva. "Chi sei?" chiese la piccola Emma, a metà tra lo stupore, l'ammirazione e lo spavento. L'essere si limitò a fissarla, in silenzio, senza proferire alcuna parola. Seguì un attimo lunghissimo di silenzio in cui entrambi rimasero fermi a fissarsi, scrutandosi a vicenda. Quello strano essere era bellissimo, circondato da una luce che lo rendeva aureo.
Non si dissero nulla, non si scambiarono parole, solo un lungo, intenso e carico sguardo.
Poi Emma ad un tratto si ritrovò nella sua cameretta, circondata dai suoi giocattoli, dalla sua collezione di magiki. E in lontananza senti la voce di mamma che urlava "sono a casa". Era tornata.
Emma non sapeva cosa era successo quel pomeriggio, e mai se lo riuscì a spiegare, non seppe mai chi fosse quell'essere, dove lo incontrò e se davvero lo incontrò.
Da quel giorno però Emma non si sentì mai più sola, non pianse più quando la mamma usciva per andare a lavoro. Si sentì sempre protetta, al sicuro, sempre accompagnata. Anche se mamma non era fisicamente li con lei, sentiva di averla vicino al cuore.
Emma crebbe portandosi questo evento nel cuore, ricordandosi sempre la sensazione che provò quel pomeriggio davanti a quell'essere divino. Col passare del tempo Emma capì che quell'essere non era altro che il suo angelo custode.
Tutti abbiamo un angelo custode, che può avere sembianze umane oppure no, non importa com'è esteriormente. Ciò che importa davvero è che ognuno di noi nella propria vita lo incontrerà prima o poi e quando se lo troverà di fronte lo riconoscerà sicuramente, senza ombra di dubbio.