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La risposta
Elena si fermò innanzi a lui e Andrea vide i suoi occhi neri come la pece penetrargli dentro come due carboni ardenti. "Che cosa vuoi da me?" le domandò Andrea, "Da te non voglio nulla" rispose Elena "Volevo capire, rivedendoti, se t'amavo ancora!"; poi, senza aggiungere altro, ritornò sui suoi passi.
Andrea la rincorse e raggiungendola le chiese: "Elena, dimmi la verità, perché sei tornata? Ti prego, voglio tutta la verità!". Lei non rispose e s'allontanò lasciando Andrea dietro di se.
Elena era partita un anno addietro; aveva bisogno di tempo per riflettere, meditare e poter chiarire alcuni aspetti oscuri della sua vita. Voleva capire, guardandosi dentro, che cosa volesse e cosa cercasse veramente. L'India era il suo sogno! Il fascino dell'India l'accompagnava sin dalla fanciullezza. L'India era una terra carismatica e piena di mistero ma pure una terra molto povera e crudele. Elena voleva visitarla per scoprire tutto il suo fascino e il suo segreto.
Intanto Andrea era rimasto impietrito e disperato dal comportamento d'Elena.
Elena, il suo grande amore, era cambiata!
Ad un tratto si sentì sfiorare la spalla e sobbalzò di scatto, si voltò e vide un giovane prete. Il giovane lo fissò e gli chiese: "Perché hai questi occhi cosi tristi?", "Perché sono stato abbandonato!" rispose Andrea. "Dai, parliamone, sono un sacerdote" disse il giovane "Chissà, forse posso aiutarti!".
Da lì nacque una confessione a cielo aperto tra Andrea e il sacerdote. Il sacerdote, dopo aver ascoltato la sua confessione, gli diede un libro d'astrologia e gli disse: "Ma che fai, piangi? Studia le stelle e così potrai trovare la risposta in te stesso; visto che non sei nato per fare il prete forse potrai aiutare gli altri in altro modo. In bocca al lupo ragazzo!". Detto ciò il sacerdote sparì nel nulla.
Così Andrea rimase lì, solo col suo libro e con i suoi pensieri; poi si voltò e si rivoltò guardandosi diverse volte attorno ma del prete nemmeno l'ombra, era come se si fosse volatilizzato. Aprì e riaprì il libro e sfogliandolo gli ritornò in mente il padre.
Suo padre era un idealista; leggeva parecchio anche se era un contadino. Era una persona di poche parole, ma quando apriva bocca lasciava il segno. Un giorno gli disse: "Andrea ricordati sempre di non giudicare le persone all'apparenza; l'apparenza non riflette mai la vera immagine di noi. E, se un giorno ti costringessero a giudicare, sii imparziale; non ascoltare le dicerie della gente e dei maligni, essi cercano sempre di seminare zizzania tra le persone che si amano e che si vogliono bene. Non essere egoista e sii tollerante, non essere razzista, il colore della pelle non conta niente; è il colore dell'anima quello che veramente conta. Ricordati di perdonare sempre, perché perdonare non vuol dire essere fessi o stupidi ma è indice di molta intelligenza. Non portare né odio né rancore verso il tuo prossimo. Ricordati sempre che l'uomo che vince gli altri è forte ma l'uomo che vince se stesso è fortissimo!".
Andrea ascoltò in silenzio senza batter ciglio e tuttora sente il suono delle parole del padre che come eredità gli aveva lasciato i suoi sogni e tutti i colori di una vita bella e di una rivincita.
Sua madre, invece, era stata una donna onesta e giusta che sapeva leggere nell'animo umano senza mai sbagliarsi.
I suoi genitori gli avevano lasciato tracce profonde, indelebili, che lo accompagnano tuttora nella vita di tutti i giorni.
Ritornò poi a pensare alle parole del sacerdote che come d'incanto si era dissolto nel nulla; allora gli tornò in mente una frase, di un poeta anonimo, che anni addietro aveva letto su un libro di scuola, essa diceva: "Ho sognato di essere una farfalla che volava leggera nell'aria; ora invece non so se sono una farfalla che sogna di essere un uomo che trascina stancamente i propri passi sulla strada.".
Andrea era avvolto da un torpore e da uno stato confusionale che non gli permetteva di capire se tutto ciò che gli stava accadendo era sogno oppure realtà. Intanto, con il libro in mano, s'incamminò verso casa percorrendo la stradina ghiaiosa che costeggiava il torrente.
Gli alberi sparsi sulla stradina ombreggiavano emanando una frescura che pareva accarezzare la pelle mentre una leggera polvere s'alzava dietro i suoi passi.
Arrivato a casa iniziò a sfogliare subito il libro; voleva conoscere tutto su Elena e sapere se il suo segno astrologico e quello del suo amore erano compatibili tra loro. Voleva riconquistare il suo cuore e capire dove aveva sbagliato. Bramava infine sapere come si doveva trattare una donna per averla sempre al suo fianco e non perderla mai.
Sfogliò le pagine del libro nervosamente, ma d'astrologia, di stelle, di pianeti e di segni zodiacali manco l'ombra; eppure fino ad un attimo prima tutte le pagine del libro erano scritte, ora, invece, vedeva soltanto pagine bianche tranne una sulla quale c'era la risposta alla sua domanda.
"Come si tratta una donna? Un modo c'è!"
disse un vecchio saggio,
"Tutte le donne lo conoscono, da lungo tempo lo sanno!".
"Dovrei adularla?",
implorai la risposta,
"Minacciarla, allettarla, o pregarla?"
"Devo esser serio o romantico e gaio?"
Disse lui con un sorriso:
"No certo!".
"Come si tratta una donna?"
"Signore, glielo dirò, se mi presta attenzione."
"L'unico modo di trattare una donna è:
amarla,
amarla soltanto,
amarla davvero,
amarla veramente,
amarla,
amarla!".
Lerner e Loewe.
"How to Handle a Woman"
da Camelot
Andrea restò incantato e affascinato dalla semplicità e dalla veridicità di questo testo e pensò che quel prete fosse un segno del destino che Dio aveva posto sul suo cammino per aiutarlo a superare questo periodo buio della sua vita.
Finalmente Andrea aveva capito cosa doveva fare per riconquistare il cuore e l'amore d'Elena... in lui tutto ora era più chiaro.
Aprì l'uscio di casa e con animo più sereno uscì alla sua ricerca. La vita doveva continuare. S'avviò velocemente verso la casa d'Elena mentre il cuore gli batteva a mille l'ora. Lei era sull'uscio di casa ad aspettarlo. Appena lo vide gli corse incontro lanciandosi tra le sue braccia e aggrappandosi al suo collo, mentre enormi lacrime scendevano dai suoi occhioni neri innaffiandole il viso angelico.
Elena, singhiozzando, disse: "Andrea, non è vero che non ti amo, perdonami! Io ti amo più d'ogni altra cosa al mondo e non voglio perderti. Tu, sei un caro ragazzo, sei tutto per me e ora ho capito che è inutile andare a cercare le risposte in posti lontani da noi quando esse risiedono dentro di noi; dobbiamo solo saperle trovare, usando gli occhi del nostro cuore.". Andrea non rispose perché sapeva che in certi momenti il silenzio era oro; la strinse a se e le sue labbra si unirono con quelle di lei in un lungo e appassionatissimo bacio che pareva non avesse mai fine.
L'amore aveva trionfato, era entrato prepotentemente nei loro cuori.
La vita ora era meno dura d'affrontare in due e, mano nella mano, s'incamminarono insieme incontro ad un domani migliore.
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