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Lettera ad uno sconosciuta (non è un errore di scrittura)
Mia dolce... , mi accingo a scriverti per renderti partecipe della mia umile ed egocentrica tragedia, perché tu sei il principio e la miccia in molti modi di essa. Non voglio colpevolizzarti ne farmi compiangere, ma questo è il mio libro e sono libero di scriverci quello che mi pare. Ironicamente è cominciato tutto molto dopo la tua assenza, come se il caso avesse giocato in modo particolare con la mia esistenza, perché sa quanto mi piace soffrire di vittimismo e capisce quanto sia stato felice nell'averti conosciuto, triste nell'averti perso e ingrato nell'averti avuto. Ricordo tutto le date e tutti i luoghi, così come ricordo ogni tipo di emozione. Niente esce dalla mia mente, o almeno niente di importante. Mentre scrivo sento il suono triste e blues di un'armonica stile carcere, come se in qualche modo fossi imprigionato da queste parole. Mi sto facendo un interrogatorio e sono sia lo sbirro cattivo che quello buono, sono un bambino che marina la scuola per andare al museo, sono un ignoto paradosso. Devi quindi darmi il modo di criticarti nel modo più spietato ed educato possibile. Che cosa mi diresti se cominciassi ad elencare ogni volta in cui sei stata immorale con me? potresti averla vinta anche questa volta come le altre mille, perché la moralità e soggettiva, ma quando chi subisce le colpe ne accusa la mancanza vorrebbe almeno delle scuse, e io potrei accontentarmi delle tue scuse.
Ma alla fine anche le scuse non sono altro che parole e le parole non mi risolleverebbero, neanche i gesti e ormai nemmeno riaverti mi ridarebbero le mie mancanze senza le quali non riuscirei a vivere. Io devo continuare ad essere sincero prima di cominciare a mentire spudoratamente per annullare il biasimo di chi pensa di conoscermi, senza tutto questo ora non sarei io, sarei un altro io, e non ha importanza se quell'altro io sia giusto o sbagliato, migliore o peggiore del mio attuale, sarebbe diverso e io mi amo ora in questo modo. Se fossi un altro io potrei amarmi lo stesso? ovviamente si, ma sono troppo pigro per pensarci, anche se tutto avverrebbe senza il minimo sforzo. Allora ti ringrazio per avermi insegnato quello che i libri non possono fare, per aver dimostrato che nonostante tutti i presupposti mondiali, gli esseri umani sono cattivi ed egoisti. Sono ormai sei mesi che soffro, e anche se non è unicamente colpa tua devo dirti ancora molto. Ho cominciato a stare male quando ho smesso di soffrire per te, quando ho deciso di continuare ad essere il vecchio e "felice" narcisista di una volta. Ho cominciato a soffrire quando mi sono reso conto della tua reale mancanza, dell'inesistenza e della perseveranza della memoria che mi ottenebrava ogni frammento di futuro; è non c'è cosa peggiore che non vedere il futuro. Come Celimene hai rifiutato la nostra fuga e hai nascosto ogni tuo intento dietro un'infinità di maschere, e io le conosco tutte. Sei stata dolce, comprensiva, atroce, diffidente, immatura, consapevole, inesistente e strafottente, quella che odiavo di più. Posso vivere con l'odio di tutti, e sono pronto a scambiare ogni mio amore per essere odiato dal mondo intero, non per essere invidiato e nemmeno per accostarmi allo spettro di emozioni positive umane, ma solo per evitare l'indifferenza; il mio animo egocentrico muore nell'indifferenza, annega e piange nell'indifferenza, specialmente nella tua.
Ho chiesto scusa un milione di volte e non sono pronto a smettere, eppure darei tutto per sentirlo uscire dalle tue dolci labbra una sola volta.
Ricordo tutti i tuoi regali, hai preferito perderti nell'angoscia di un cliché invece che dedicarmi la tua vita come avrei preferito, e devi scusarmi ancora una volta se continuo a calunniarti, ma è il tuo prezzo da pagare e la mia ambrosia, perché anche io sono crudele come tutti gli esseri umani, e mi rinvigorisco a calunniare, a sputare tutto il mio cancro contro di te. Ora piango di gioia perché guardo una foto; ora piango di rabbia perché ne vedo un'altra; è tutto talmente soggettivo da essere ignobile e deleterio. Ma ti ricordo che questo è il mio libro e questa la mia soggettività, quindi lasciami ancora liberò di dirti che mi hai offeso nel profondo. Hai abusato di tutta la mia cortesia evitando di porgermi tutte le tue doti, mentre io ero e sono contento per i miseri brandelli di te che mi rimangono. Mentre tu davi importanza al mondo io davo importanza a te, e ormai dopo un anno e cinque mesi sono pronto a bruciare le tue lettere e riprendermi tutto il sangue versato per una giusta causa: tu!
Hai rubato troppo tempo dalle mie membra mentre come uno scolaretto modello ti accompagnavo a casa agognando di tenerti per mano, perché c'è stato il tempo in cui avrei potuto vivere solo tenendoti per mano.
Ma ora basta, mi sto perdendo in vecchie romanticherie riducendoti ad un personaggio grottesco che non ti meriti, perché ignaro delle conseguenze e fautore di me stesso ti devo anche ringraziare. Ho avuto il privilegio di averti come mezzo catalizzatore per la mia esistenza, nella quale ho immortalato gran parte della maturazione grazie a te. Sono stato il tuo dente di leone e disgraziatamente sapevo che prima o poi avresti soffiato su di me spargendomi per il mondo. I miei ideali sono diventati i miei demoni, e senza entrambi, non esisto.
Ed è arrivato anche il momento di fermarmi, avrei quaderni e quaderni di momenti pronto a rinfacciarti o a pregarti di ripetere con me, ma sono troppo pigro per trascriverli, e devi accontentarti dei miei lamenti insensati o delle mie richieste impossibili. E così come tu hai fatto con me, mi riprendo la mia rivincita lasciandoti insoddisfatta di questa lettera tanto crudele, amara e appassionata.
Per sempre tuo...
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