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Lungomare
La fine dell'estate mi ha sempre messo tristezza. Mi sento in bilico. L'abbronzatura, le punte dei capelli schiarite dal sole, il lungomare pieno di vita sono segni ancora visibili, ma nonostante tutto ciò, non posso fare a meno di pensare che fra poche settimane questa parte della città che io amo tanto tornerà deserta e che i pomeriggi di studio scoloriranno la mia pelle scura. Accendo la sigaretta e tiro a lungo. Ho ancora in bocca il sapore del Bellini che fanno nel mio locale preferito. Mi mancherà il gusto fresco della pesca misto a quello dolciastro dello spumante. Non riesco a credere che siamo già a settembre. Eppure i muretti del viale sono come sempre invasi dai soliti ragazzini, la gente passeggia con i gelati in mano e le musiche dei locali rallegrano le serate. Inoltre, malgrado le aspettative, quest'estate è stata davvero super. Io e Dani siamo le uniche rimaste in città, mentre le nostre amiche sono partite con le loro famiglie. Per quanto mi riguarda, ho la sfortuna di avere due genitori montanari ed essendo amante del mare ho deciso di non partire con loro e restare qui, nella mia amata città sulla riviera adriatica. Quindi, per compensare gli sforzi dell'inverno, io e Dani avevamo avuto il permesso di affittare una casetta vicino al mare senza essere costrette ad affrontare le ore di punta in mezzo al traffico per raggiungere la spiaggia. Abbiamo trascorso decine e decine di mattinate a passeggiare sul bagnasciuga e conosciuto un gruppo di ragazzi in vacanza davvero alla mano. Ormai quelle chiacchierate post-bagno, con i capelli gocciolanti e il sole negli occhi, sono diventate un'abitudine alla quale rinuncerò faticosamente. "Ma ti vuoi fumare anche il filtro?" esclama Dani, che ha gettato la sua camel light parecchi passi fa, distogliendomi dai miei pensieri. Soffio l'ultima nuvola di fumo e spengo anch'io la sigaretta. "Sono quasi le una" faccio notare alla mia amica, lanciando un sguardo distratto all'orologio.
"Vuoi andare a letto?"
"Facciamo l'ultima vasca e poi andiamo a prendere le bici"
Dani acconsente e ci incamminiamo chiacchierando. A un certo punto, sento qualcuno gridare i nostri nomi. Mi guardo in giro ma non vedo nessuno che conosco. La voce vagamente familiare non cessa, anzi, aumenta il suo volume. Mi accorgo subito dopo che appartiene a un ragazzo che sta agitando furiosamente le braccia per farsi notare. "Venite qua! Venite qua!" esclama "Siamo noi! Venite qua!"
"Ma è Buc!" fa Dani indicandolo. Sono sorpresa quanto lei; è uno dei ragazzi che abbiamo conosciuto in spiaggia e non li avevamo mai visti la sera da queste parti. Timorose, ci avviciniamo e... incredibile, sono tutti lì! I tanti bicchierini vuoti ci fanno subito capire come hanno trascorso la loro serata. E pensare che a me gira la testa solo con un Bellini... non barare, Virgi, stasera ne hai presi due! Immediatamente un altro, Raz, abbandona il gruppo e ci raggiunge salutandoci con particolare calore e, in un batter di ciglia, ci ritroviamo intrappolate in uno strano e impenetrabile cerchio. Ogni volta che qualcuno si avvicina per salutarci, loro li mandano via con una manata infastidita. Non hanno delle belle facce. La voce di Buc è un'ottava più alta del normale mentre Raz ha due occhi parecchio sgranati. Buc straparla, a differenza del solito, che se ne sta sempre in disparte, e ci prende entrambe sottobraccio. Io, con un movimento felino, riesco a liberarmi. Dani mi guarda come se fosse un agnellino che sta per essere sacrificato durante un rito satanico. "Facciamo una foto! Facciamo una foto" mi urla Raz nell'orecchio appoggiandomi un braccio sulle spalle e fissando un punto indistinto del viale. Oh mamma mia! Mi viene da ridere nel vedere la faccia disperata di Dani mentre Buc le da un bacio sulla tempia. Di solito sono io quella che si libera dagli "importunatori", se così si può dire. In un modo o nell'altro riesce ad allontanarsi e si rifugia presso Raz che, senza farsi pregare, la accoglie.
"Perchè vai via?"
"Lui mi sembra più affidabile"
"Affidabile!?! Raz affidabile!?!"
Che situazione assurda! "Ma mi spieghi cosa ti è preso?" sbotto allontanando Buc da me "In spiaggia sei la timidezza fatta a persona..."
Mi guarda con due occhi da matto e risponde "Certo... in spiaggia sono professionale!"
"Professionale??"
afferra un bicchiere contenente un liquido arancione e pretende di farmelo bere.
"Dai è buono!"
"Non mi va, grazie" cerco di essere diplomatica.
"Ti fidi di me?"
"Emh..." la risposta risulta più complessa del previsto. Subito il suo amico, trascinandosi dietro la mia amica, arriva in suo soccorso e io e Dani ci troviamo di nuovo intrappolate dalle loro strette. Buc blatera a più non posso avvicinandosi troppo per i miei gusti. "Sì, ma vai più in là!" Dani gli da una spinta, leggera, per quello che le consentono le sue braccia esili. "Infatti" sostengo la mia amica "perchè dobbiamo stare così appiccicati?" nessuno dei due risponde e Buc continua a parlare con quella strana voce. "Dai, smettila!" esclamo fissando i suoi occhi spiritati, sperando che faccia solo finta di essere in queste condizioni "così mi fai paura!"
"Paura!?!" alza le mani in alto "io non ho paura!"
"No... dicevo, io ho paur... lasciamo perdere!"
mi fissa con espressione attonita. Meglio darcela a gambe prima che la situazione possa peggiorare. "Dani, andiamo?" il volto preoccupato della mia amica si illumina. "Ma no!" ci interrompono loro "Ancora è presto dai... andiamo da qualche parte! Ho la macchina qui, una di voi ha la patente?"
"Lei!" Raz punta il suo dito verso di me. "Non esiste proprio!" esclamo "Ho bevuto anch'io..."
"Allora andiamo in spiaggia!" Buc mi mette un braccio sulle spalle e mi stampa un bacio sulla guancia. Accidenti, non avrei mai creduto che sarebbe successo! Lui è il più carino del gruppo, ma solitamente ha un'aria così impenetrabile... scuoto la testa, ma questo gesto mi pesa, mi pesa molto! Il suo braccio mi stringe sempre di più mentre lui mi da una serie di baci. "Mi strozzi!" mi dimeno ma non capisce. "No, non ti faccio niente, più di così non faccio" e via che mi da un altro bacio. Per fortuna riesco a scansarmi in tempo prima che mi prenda in bocca. "Così soffoco!" mi stacco da quella specie di abbraccio con intenzioni omicide. Perchè i maschi devono essere così stupidi e rovinare sempre tutto? Avremmo potuto passare una bella serata tranquilla, invece eccoci qui, a stare attente a non dargli corda ma nemmeno ad andargli troppo contro per evitare di scatenare improvvisi attacchi d'ira. Raggiungo Dani e Buc mi viene dietro, cingendomi la vita. Raz sta cercando di convincere la mia amica ad andare in spiaggia, ma lei scuote la testa guardando verso il basso. Noto però che le sue guance si sono leggermente colorite. Non sembra più così convinta di quella risposta negativa; infondo lo sanno tutti, quello che si fa d'estate non conta. I ragazzi sembrano essersi calmati e questo gioca a loro favore. "Che dici, Vi?" Dani alza lo sguardo verso di me. Apro la bocca per rispondere, quando la mano di Buc si posa sul mio sedere. Eh no! Questo è troppo. Se di fronte a tutti si comporta così, in spiaggia che combina? Anche una ragazza spavalda e autonoma come me ogni tanto si spaventa. "Dico che sono quasi le due" guardo l'orologio "e domani dobbiamo svegliarci presto, se no non riusciamo ad andare al mare" per fortuna Dani è d'accordo con me. Malgrado le varie proteste riusciamo a sgattaiolare via e, dopo aver raggiunto le bici, pedaliamo velocemente verso casa. Adoro andare in bicicletta a quest'ora, soprattutto per l'arietta che scompiglia i capelli e il mormorio delle ruote che corrono libere sull'asfalto della pista ciclabile.
Una volta arrivate a casa ci concediamo una sigaretta sul terrazzo, mentre osserviamo la città viva e luminosa dal quarto piano del condomionio. "Abbiamo fatto bene a non andare in spiaggia con loro" Dani rompe il silenzio.
"Eh sì... ma che palle, proprio stasera che erano sbronzi dovevano chiedercelo?"
"Infatti..."
"Devo dirti la verità... m'ha pesato dirgli di no..."
"Eh lo so... anche a me!"
"L'avresti mai detto che sarebbe successa una cosa del genere?"
"Ma nemmeno per sogno!"
Ridacchiamo come due pazze. Probabilmente nemmeno noi sappiamo cosa pensare. Insomma, le loro facce erano qualcosa di indescrivibile... chissà se domani avranno il coraggio di presentarsi in spiaggia!
Ma questo lo scopriremo solo vivendo.
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