racconti » Racconti sulla disabilità » L'Aquilone
L'Aquilone
Basta prendere della carta leggera, ma che sia resistente anche, magari di quella un po' plastificata! Il colore? Non fa niente il colore, l'importante è che sia felice! Vorrei stamparci sopra le mie mani, intingerle nella pittura e poi poggiarle sopra la sua superficie. Però papà lo ha sconsigliato: " Con la pittura, o la tempera, rischi di farlo diventare troppo pesante! Oppure se ne metti troppa da una parte rischia di non essere ben bilanciato!".
Papà sa un sacco di cose. È uno studioso, un professore di fisica. Lavora anche come ricercatore all'Università. Quando ero più piccolo non capivo cosa volesse dire. Allora l'ho domandato a lui!
"Papà, ma cosa fa un ricercatore di preciso? Cosa dovete cercare?"
"Praticamente i ricercatori, quando vedono un fenomeno fisico che non si sanno spiegare, ricercano la causa di quel fenomeno."
"Davvero? E come fate? Dove la cercate?"
"Io sono un ricercatore sperimentale, quindi io faccio degli esperimenti. Con i miei colleghi ricreiamo in laboratorio le condizioni che hanno generato il fenomeno e osserviamo cosa succede, misuriamo tutto e scriviamo un resoconto per ogni cosa che vediamo."
Un'ombra di tristezza era calata sul mio viso. Papà la vide e disse "Però ci sono anche i ricercatori teorici!"
"E cosa sono?"
"Loro cercano di immaginare cosa dovrebbe accadere in teoria"
"E come fanno?"
"Vedi, loro hanno studiato tanto, e sanno tutte le regole e le formule che fanno girare il mondo, e sono bravi a mettere tutto insieme!"
"Allora bisogna studiare molto!"
"Esatto!"
Da quel giorno il mio sogno è sempre stato di diventare ricercatore teorico di fisica. E per farlo avrei dovuto usare tutto il mio ingegno per riuscire!
Così, dato che volevo a tutti i costi metterci le mie mani, mi sono messo a pensare a qualcosa che non pesi e che possa macchiare.
Le macchie... la mamma ci ha messo un pomeriggio intero a spiegarmi cosa fossero le macchie! Ha provato a spiegarmelo in tutte le maniere, ma sono riuscito a capire solo quando papà mi ha detto che è come se fossero una superficie ruvida in mezzo a una superficie tutta liscia. Allora mi sono informato su tutto quello che macchia e... trovato! L'inchiostro! Ho chiesto consiglio a papà e anche lui ha ammesso che era una buona idea! La mamma ha preso una confezione di inchiostro per timbri, mi ha aiutato a sporcarmi bene entrambe le mani e le posai sul foglio di carta velina.
Per la struttura siamo andati da un negozio di botanica. Abbiamo chiesto quei bastoncini che si usano per far stare in piedi i germogli. Ne abbiamo preso uno un po' più lungo e spesso e uno un po' più corto e sottile. Per legare insieme la struttura mi ha dovuto aiutare papà. A fare i nodi sono bravo, mi allaccio le scarpe da solo e papà viene sempre a chiedermi di fargli il nodo alla cravatta, perché lui si confonde sempre! Solo che con lo scotch mi ingarbuglio sempre! Mi si appiccica tra le dita e non riesco mai a metterlo in modo che faccia ben presa! E non se ne può mettere troppo! Altrimenti viene tutto troppo pesante! I bastoncini vanno messi a croce, e poi alle sommità va attaccato il foglio di carta.
Mi ha spiegato poi papà che alle punte, tranne quella in alto, vanno appese le code. Mi ha detto che tutti pensano siano solo per bellezza, invece no!
Sono essenziali perché l'aquilone voli!
Infatti le code lo stabilizzano, creano più peso dove sono appese e fanno sì che l'aquilone non sia sbattuto dal vento! Abbiamo intrecciato delle code con del nastro, una più lunga per la punta inferiore, e due più corte per quelle laterali!
Ho legato io stesso la lenza da pesca (leggera e resistente), con quella sono bravo a fare i nodi, al centro, dove i due bastoncini si incrociano, e poi siamo partiti in macchina.
Papà mi ha detto che l'avremmo provato dalla cima della collina, dove tira più vento. Durante il viaggio ho accarezzato tutto il tempo il mio aquilone, tentando di trovare la posizione delle impronte delle mie mani, ma non ci sono riuscito. Le macchie non riesco a sentirle. La superficie era tutta uguale.
Appena scesi papà mi ha preso per mano, e mi ha guidato in uno spazio aperto. Il vento soffiava, ma lui mi ha spiegato che al decollo devo dare una mano all'aquilone. Quindi ci siamo messi a correre! Papà in una mano, l'aquilone nell'altra.
Poi ad un tratto della corsa lui ha gridato "Ok, lascialo!!"
Ho aperto la mano liberando l'aquilone e facendo scorrere lentamente il filo tra le dita.
Lo sentivo tirare, come quando mi tira il mio cane quando vede qualche gatto quando andiamo a passeggio. Lo sentivo chiedere più lenza, e io lasciavo che questa scivolasse ancora un po' tra le mie dita.
Lo sentivo tirare verso l'alto, verso questo nero sopra di me.
"Sta volando in alto papà?"
"Sì! Vola altissimo, dove tutti lo possono vedere"
12
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
0 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0