terre senza nome. si avvicendano, sul mio cammino. terre di nessuno, o meglio di persone ignote, senza importanza. il peso degli sguardi da sostenere; l'innocenza di formalità obbligate. il giorno del giudizio è ogni giorno. il resto non ha peso: dio, dei, astri. inferno o paradiso? continuo a camminare e sfioro anime di marmo. impassibili, come la mia del resto. la regola dell'indifferenza ci ha giocato un tiro mancino, lo vedo nei vostri occhi stanchi, nei nostri sospiri sempre più privi di vita. ho udito abbastanza grida; ho gridato abbastanza. ho bevuto abbastanza lacrime; ripulito abbastanza sangue. un bivio mi confonde -essere o non essere- cerca di lacerarmi -vivere o non vivere- mentre si nutre dei nostri dubbi -fidarsi o non fidarsi- e ci fa credere di essere liberi -legarsi o non legarsi- nelle nostre gabbie dorate. ho ascoltato: la speranza è l'ultima a morire - la morte è l'ultima a sperare. imputiamo la colpa alla vita, come se questa sia ente di mali che si diverte a donarci ricoperti del più dolce miele. (la paura della scelta, la paura della responsabilità, la paura.) bé, non ne sono più così certo; la vita ci rovina o noi roviniamo lei? (destra) ho fatto del mio meglio. e ho trovato una risposta: non c'è alcuna risposta. ho fatto del mio meglio - credetemi; non ci riesco proprio. (sinistra) ormai le mie gambe proseguono per inerzia. ho sprecato passi. (attraversare) le macchine corrono - vorrei essere veloce come le macchine. vivere velocemente. eliminare ogni sofferenza sterile. soffocare ogni pensiero inutile. (persone, persone!) continuo a resistere; non ho più molta forza. prendo coscienza dei miei limiti infiniti. resisto! [ora] oh, vano pensiero. (ancora un passo..) ho fatto del mio meglio. non ho più forza. mi lascio trascinare dalla corrente.
È come un fiume in piena.