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Un giorno come tanti
passo, vado oltre. poi mi fermo. mi sembra di essere seguito... aumento il passo e mi infilo nel primo bar..-techila sale e limone-
-non c'e' l'abbiamo il techila-
-whischy con tonica-
me lo serve in un tambler alto con succo di limone e zucchero sul bordo... ci sa fare il ragazzo.
2 sorsi belli e pieni. -portamene un'altro-
-subito-
con quel suo sorriso finto stampato sulla sua finta faccia dentro a quel suo finto vestito e proprio redicolo il barista... ha un muso da schiaffi e un profumo da donna... vorrei dirle quanto mi fa schifo ma non posso farmi buttare fuori dal bar. no anche da questo... la citta' sembra fottutamente grande e invece è maledettamente piccola... i bar dove posso entrare ormai si contano sulle dita di una mano.
... si appresta a servirmi con quel sorriso che diventa sempre più falso mentre si avvicina a me..
... mi guardo intorno... sorseggiando, sta volta, il mio drink. 2 ragazzi nella destra del bar vicino all'uscita sono li a gongolarsi le palle e raccontarsi fregnacce e fare i filosofi della vita con i loro computer portatili e l'aria da ricconi... poveri pidocchi rifatti usciti da un grembo perbenista e benestante... loro non sanno cos'è la vita.. quella vera... loro non sanno cosa vuol dire viverla... poi diventano:
dottori. infermieri. chilurghi. azionisti. dentisti. banchieri. giornalisti. avvocati. tributari. belle mogli. bei matrimoni. belle case. bei viaggi. bei bambini. bella vita. ma della vita vera non sanno un cazzo.. stupidi finti intellettuali... la vita va vissuta con le esperienze, le occasioni, gli errori, la forza di prendere strade nuove. dubito che quest'ammasso di intellettuali certificati da un pezzo di carta sappiano cosa vuol dire veramente vivere, avere fame, soffrire, stupirsi, emozionarsi per cose vere, non futili... siamo tutti vivi... ma chi vive veramente.
torno al mio drink...
... lui si che ne sa di vita... lui si che ha migliorato o distrutto ore, serate giorni, mesi o anni..
le esperienze si pagano sulla propia pelle... e solo quando ti butti a capofitto su uno scopo che vuoi raggiungere capisci... capisci che con gli errori si cresce... le cicatrici sono l'esperienza che ti porti dietro... se prendi una strada... giusta o sbagliata che sia, se la prendi con razionalità o con incoscienza prima o poi la vita ti porta il conto, e non scappi. perche il conto va pagato... tutto si paga... e nessuno regala niente...
-un techila sale e limone-
-signore scusi, le ripeto che non abbiamo techila-
-whisky con tonica allora-
-ma c'e' li ha i soldi per pagare-
-ne ho cosi tanti che potrei saltare dietro al banco e spaccarti tutto e tu dopo per sdebitarti mi faresti anche un servizietto-
-è in cerca di rogne signore???-
-no la rogna c'e' l'ho gia grazie, è per quello che continuo a grattarmi-
il barista capisce che non è aria, mi serve e se ne va'...
ormai sono due ore abbondanti che bevo... sto per alzarmi e pagare quando mi accorgo che sull'uscio della porta una signorina si sbatte via la neve dagli stivali. mi risiedo e ordino ancora..
-una techila sale e limone-
-lei è proprio in cerca di rogne signore, non capisco-
-vada per il wisky con tonica-
entra, sembra bella, sulla 20ina... non si capisce.. la pelliccia le arriva alle caviglie e si riesce ammalapena a percepire i longinei lineamenti.. mi passa davanti senza degnarmi di uno sguardo ma va a sedersi nel tavolino di fronte a me.. si toglie la pelliccia e scopre il suo corpo seminudo coperto solo da un nero trasparente tubicino di lana... molto sensuale... tra le maglie della lana si nota un rosso reggipetto in pizzo che è cosi stretto che a momenti le scoppiano le tette... per sistemare la pelliccia si gira di schiena e si abbassa formando un meraviglioso angolo di 90°... le mutandine rosse di pizzo sono in pandanne con il reggipetto e un sussulto mi prende tutto il corpo facendomi quasi cadere dalla sedia...
si siede e accende una ms slim e ordina un barbon con succo di limella... che classe la fanciulla.. i suoi capelli lisci e neri le fanno da coprispalle e le labbra le formano un dolce sorriso... continuo a fissarla... i nostri sguardi si incrociano... mi fissa io la fisso.. un sogno... poi appoggia la sigaretta e mi si accosta...
-scusami-il cuore mi batte forte... mi guardo in torno e sono solo, sta proprio parlando con me...-vuoi una foto??-
-eh??-rispondo io.
-ti ho chiesto se vuoi una foto... smettila di fissarmi...-quello che sembrava una favora si era trasformato in un'incubo...
-no no-risposi affogando il mio naso nel wisky..
non alzai lo sguardo per 5 minuti abbondanti.. poi mi feci forza..
-lo sa che e' pericoloso che una donna bella come lei giri tutta sola a quest'ora della notte??-
-non si preoccupi signore, so difendermi dai brutti ceffi come LEI-
ormai la mia autostima era pari a zero... ormai mi ero giocato tutte le carte..
-sono indiscreto se le chiedo da dove salta fuori una bella signorina come lei??-
-da un posto lontano-le sue freddure quasi mi imbarazzavano e mi facevano quasi venire paonazzo...
-lo sa che lo yogurt va messo i frigo??.. senno' diventa acido-
riuscii a strapparle un sorriso... le mie possibilita' di successo presero per un'attimo quota...
-posso offrile da bere??-
-non penso possa permetterselo...-
mi alzai dalla sedia e mi sedetti al suo fianco...
-come ti chiami??-
-camilla-mi rispose.. mi girai verso il barista e con tono altezzoso ordinai da bere...
il barista scocciato si mise all'opera...
-sono appena arrivata in città perchè mio padre gestisce una catena di centri commerciali e ne sta apreno uno proprio qui vicino...-
continuammo a bere e chiacchierare fino alla chiusura del bar. mi alzai per andare a pisciare... quando tornai era sparita... fine della favola. mi apprestai verso la cassa per pagare.
-ha gia pagato tutto la signorina-rispose il barista... mi avvicinai al tavolo e raccolsi le mie cose. ero triste. sapevo che non l'avrei più rivista.. uscendo mi accorsi che la neve si era trasformata in pioggia... tirai su il primo ombrello trovato e mi apprestai ad uscire.
li fuori mi accesi da fumare e pieno di rimorsi mi incamminai verso casa...
-aspetta-
era la sua voce... mi girai in torno con lo sguardo ma non vidi nessuno e mi incamminai...
-aspetta scemo sono qui-
abbassai lo sguardo e mi accorsi che la voce proveniva dalla limusine bianca avorio parcheggiata davantial bar...-salta su-non me lo feci ripetere due volte.
non mi sentivo a mio agio nella limusine. c'era tanto spazio da poter organizzare una festa in maschera e stare larghi... era più grande di casa mia...
si alzò dirigendosi verso il frigo bar, tiro fuori una bottiglia di costosissimo e ottimo gin e una bottiglia di tonica con due bicchieri pieni di ghiaccio... bevemmo fino quasi svenire.
arrivammo a casa sua... una villa ottocentesca in pieno stile rinascimentale.. 4 levrieri facevano da guardia e accompagnarono la limousine fino all'entrata principale. scendendo ebbi un mancamento provocato dai fumi dell'alcol e svenni in avanti rovesciando tutto il gin addosso a camilla... pur essendo in periferia le sue urla si sentirono fino in centro città... entrammo. nelle pareti c'erano affreschi dal valore inestimabile e il pavimento era fatto da un costossissimo marmo..
-mi hai rovinato la pelliccia scemo... vado a levarmi quest'odore di gin che ho addosso... fai come se fossi a casa tua-e si diresse verso il bagno..
entrai in salotto e presi alla lettera le sue parole... mi avvicinai al piano bar e stappai un costosissimo champagne. moet e chandone. presi due flute, misi la bottiglia in ghiaccio. Mi spogliai completamente e mi stravaccai sul divano.. stavo quasi prendendo sonno quando arrivo anche lei in salotto...
-aaaaaaah... cosa fai tutto nudo??-
-amore mi hai detto di mettermi comodo e fare come se fossi a casa mia.. ti ho preso alla lettera-
-almeno rimettiti le mutande lurido porco incesposo..-
la accontentai... rimannemmo alcune ore a chiacchierare del piu e del meno accorgendoci che avevamo molto in comune..
mentre parlava io le fissavo i suoi splendidi occhi e pensavo a noi due avvighiati e nudi su quel divano.. dovevo solo aspettare il momento giusto per saltarle addosso.
ma la mia stramaledetta voglia di bere prese come ogni volta il sopravvento e continuai a tracannare.
mi svegliai, guardai l'orologio a pendolo situato in fondo alla stanza. meno 20 alle 5.. maledetto alcool.
camilla era stesa su un fianco e dormiva. un rigolino di bava aveva formato un simpatico cerchio sulla spallina del vestito.
ne approfittai dell'occasione.
mi sporsi verso di lei e le baciai il collo. il suo profumo si mischiò con il gusto dello champagne formano uno strano ma piacevole sapore. con la mano destra le accarezzai le gambe tirandole su il vestito. arrivai subito al monte di venere, non portava le mutandine.. si svegliò nel preciso istante in cui il mio dito la stava penetrando e le sue cosce si strinsero facendomi ritrarre la mano.
-hei matto... lo sai che mi piaci sul serio??-mi sussurò dolcemente, poi mi baciò. mi prese la mano e me la riportò sul suo grembo. se saltai sopra e le sflilai il vestito.
ad ogni stantuffata il mio desiderio saliva sempre di più e i nostri corpi nudi si aggrovigliarono formandone uno solo. solido. bello. dolce. sinuoso. lei si bagnava sempre più di piacere. si puo' andare in paradiso anche prima di morire.
venni.
mi svegliai nuovamente, era ancora accanto a me. ancora nuda. guardai l'orologio a pendolo situato in fondo alla stanza. 8. 30.
mi alzai. mi vestii. con calma mi diressi verso il frigo. presi una bottiglia di vodka e le diedi un lugo sorso. camilla era ancora li che dormiva. che bella pensai. riportai il vodka alla bocca e diedi un altro lungo sorso. ne sanno i russi. scivolai verso l'uscita. subito fuori da casa mi accesi da fumare. feci tutto il vialotto principale che portava all'uscita e svoltai l'angolo.
che serata pensai tra me e me. mentre camminavo mille domande affolarono la mia mente. la rincontrerò? avrei dovuto stare con lei?
ma quei pensieri vennero subito scostati. cosa ci avrebbe fatto uno come me con un'angelo del genere? non avrei mai potuto farla felice. non potevo cambiare. non era la mia vita.
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0 recensioni:
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Anonimo il 14/01/2012 15:20
Ahaha davvero molto bello, anche a me ricorda per certi versi Bukowski e devo dire che tutto il racconto fila liscio come una lunga sorsata di vodka.

Anonimo il 15/05/2011 21:32
mi è quasi venuto un po' duro. comunque in certi pezzi ricorda quasi un racconti alla bukowski, ed è più che un complimento. bello
Anonimo il 10/05/2011 16:22
ahahahahah interessante... c'è quell'intrigo e quella vena distruttiva che è propria di noi ragazzi...
Ps il gin è ottimo per le ragazze, fanno quello che non avrebbero mai fatto, l'importante è non esagerare sennò o dormono o vomitano e poi dormono ahahahaha... bravo

- ok ok... allora puoi capire benissimo la situazione... hahahaha
Anonimo il 10/05/2011 15:07
ahahaah! Penso di aver vissuto serate molto più scombinate di quella che hai raccontato tu!
- grazie cesco... ma questo tipo di scrittura non piace alla gente comune... bisogna essere un po' pazzi per apprezzare la vera essenza del racconto=)
Anonimo il 10/05/2011 14:48
acido e patologico... la mia vena malinconica in confronto alla tua è uno zero!!!... poi mi ci sono immedesimato molto!

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