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Chiamami Luna - seconda parte
"e io le rispetterò"... sussurrò ..."figuriamoci se non le rispetto adesso che viene il bello" pensò Paolo mentre con un sorrisetto scemo apriva la porta.
La camera era arredata semplicemente come una classica stanza d'albergo di seconda categoria, c'era un leggero chiarore e un delicato profumo di spezie che proveniva da due candele accese su uno dei comodini, Paolo entrò e chiuse la porta alle sue spalle si avvicinò al letto e prese la benda, era nera, lunga di un tessuto pesante ma scivoloso se la legò sugli occhi, si sedette sul bordo del letto e attese.
In testa aveva mille sensazioni mille pensieri diversi, amava questa condizione di mistero e aspettativa nell'attesa di quello che sarebbe potuto accadere, il messaggio sessuale era esplicito, eppure questa era una situazione nuova, non gli era mai capitato niente di simile, mai nemmeno immaginato, quindi assaporava ogni istante con l'acquolina in bocca, proprio come si fa con una pietanza succulenta che ci piace da impazzire e desideriamo mangiare fino all'ultimo morso, però la centelliniamo, boccone dopo boccone, la gustiamo la sorbiamo con molta calma per evitare che finisca troppo presto.
Era lì seduto sul letto a immaginare cosa gli sarebbe capitato, immerso nell'oscurità a percepire ogni più piccolo fruscio teso per riuscire a capire cosa stesse succedendo, quando ad un tratto sentì qualcosa, un movimento quasi impercettibile dietro di sé, istintivamente si voltò in quella direzione ma con la benda sugli occhi ovviamente non riuscì a vedere alcunchè.
Ad un tratto sentì due mani morbide e calde che gli accarezzavano il collo, le dita affusolate e le unghie lunghe gli procuravano un leggero brivido mentre lentamente si infilavano sotto la camicia e scendevano sulle spalle. Era davanti a lui, istintivamente fece per alzarsi ma la stretta delle mani sulle spalle gli fece capire che avrebbe dovuto stare seduto ancora per un po', intanto si godeva la sensazione di estremo piacere che gli davano quelle mani che lo massaggiavano con movimenti circolari e con una pressione a volte profonda a volte invece così lieve da fargli accapponare la pelle.
Non passò molto tempo e si ritrovò a torso nudo, quelle mani..."ah che delizia" quelle mani che lo toccavano con maestria, le unghie a volte affondavano un po' nella pelle tesa dei suo muscoli, era completamente rigido nell'intento di riuscire a percepire tutte quelle sensazioni, un po' nervoso nell'ansia di riuscire a cogliere ogni singolo movimento cosa che gli procurava già un certo eccitamento.
Con le mani affondate nel letto Paolo si sorreggeva e fu solo quando sentì un lieve solletico sulla pelle che si rese conto che la ragazza aveva avvicinato il viso così vicino che sentiva i capelli sfiorargli il petto e il suo respiro contro la pelle quasi a scaldarlo.
I muscoli vibranti, la pelle tirata era in preda a fremiti di piacere che non aveva mai provato prima d'allora, le carezze non gli davano tregua e quando sulla pelle percepì il caldo umido della lingua di lei ebbe un sussulto.
"Chi sei?... come mai hai scelto proprio me" la voce di Paolo era quasi un sussurro, un misto tra un lamento arrochito e un gemito strozzato..."shshshhhhhh" fu l'unico suono che la ragazza emise soffiando sottovoce tra la peluria dei suoi pettorali.
La bocca di lei era instancabile baciava e succhiava ogni centimetro di pelle la lingua morbida e umida disegnava trine di rugiada sui muscoli tesi, le mani esperte lo accarezzavano lungo i fianchi, sulle cosce, si insinuavano abili dentro i jeans fino ad entrare sotto l'elastico dei boxer... era eccitatissimo, il sesso già duro era tra le mani di lei che con movimenti precisi lo muoveva con ritmo cadenzato..."mmmmhmmhmmhmhmh non so per quanto tempo riuscirò a resistere ancora... ragazza chiunque tu sia sei fantastica", a questo pensava mentre rimaneva immobile quasi a non voler rompere l'incantesimo, con il timore che lei potesse fermarsi immaginando che le intenzioni di Paolo fossero quelle di intraprendenza e che volesse sostituirsi a lei nella conduzione del gioco.
... generalmente era lui che prendeva l'iniziativa, questa volta o tutto era una novità per lui... non aveva mai fatto sesso così... bhè per la verità era da molto tempo che non faceva sesso... praticamente dal concepimento di Giulio quindi andava già per i tre anni di astinenza, certo si era masturbato in quegli anni e come avrebbe potuto resistere... ma naturalmente non è la stessa cosa e poi Lucia... è così distante e fredda, lontana anni luce da questa qui... di questo si arrovellava quando all'improvviso la ragazza si fermò senza un apparente motivo, passarono solo alcuni secondi che però gli sembrarono interminabili, lei gli stava sfilando in un unico gesto pantaloni e boxer, rimase completamente nudo seduto ancora sul bordo del letto con i suoi addominali ben definiti e la sua erezione in bella mostra..."perché hai smesso???? Luna???? ti prego rispondi sussurrava appena Paolo per timore di spezzare l'incantesimo, per tutta risposta sentì soltanto le mani della ragazza che lo spingevano indirizzandolo a stendersi sul letto, docilmente Paolo si lasciò andare nel silenzio e nell'immobilismo più totale.
Passarono alcuni secondi Paolo non sapeva cosa sarebbe successo a quel punto si rendeva solo conto di essere nudo, eccitato e completamente in balia di una sconosciuta. Solo pochi istanti ma sembravano interminabili però la ragazza non tardò ad avvicinarsi nuovamente a lui era vicinissima adesso i loro corpi si sfioravano, sentiva ancora la sua mano accarezzargli il pube, poi la sua lingua calda e umida cominciò a leccarlo lungo tutta l'asta del suo eccitatissimo pene, gemeva di piacere, era quasi al limite quando un brivido di freddo lo fece sobbalzare, la ragazza ritardava il suo piacere passandogli un cubetto di ghiaccio alla base del sesso, mentre con la lingua calda e morbida continuava senza alcuna fretta a leccare il glande turgido e fremente."... Luna oh Luna... ti prego..."era vicinissimo all'orgasmo e non aveva ancora posato le mani su di lei, a quel punto la ragazza si fermò e salì sul letto, Paolo non vedeva nulla ma la sentiva era a cavalcioni su di lui, non ancora seduta ma sentiva il contatto delle ginocchia gli prese le mani e le appoggiò sui fianchi facendogli capire che la fase della passività era terminata.
Paolo indugiò a lungo sulla pelle morbida di lei accarezzandola fin dove riusciva ad arrivare senza sollevarsi, le sfiorò i seni sodi e mentre tentava di sollevare la testa per arrivare ai capezzoli Luna si sedette con un movimento deciso, il suo pene era completamente dentro di lei, Luna iniziava a muoversi lentamente, lo cavalcava piano con movimenti cadenzati mano a mano che lo cavalcava intensificava il ritmo degli affondi... la sentiva gemere ora sommessamente i loro corpi inarcati e tesi... la strinse a se mentre la prendeva e rotolarono sul letto ora era sopra di lei... dentro di lei... adesso poteva dominarla ma dopo il primo affondo rimase immobile dentro di lei per alcuni secondi, consapevole del fatto che se avesse continuato sarebbe arrivato l'orgasmo e Paolo non lo voleva assolutamente, non adesso che poteva ricambiare le attenzioni ricevute. Uscì dal ventre di lei e iniziò a baciare ogni centimetro di pelle, prima i seni poi la pancia, baciava la pelle morbida della ragazza, mordicchiava delicatamente il suo ombelico, con le mani sui fianchi di lei affondava la testa nel pube, poi più giù fino all'intimità più profonda, con le dita allargò un po' le grandi labbra e piano piano iniziò a leccarla prima fuori e poi dentro, leccava e succhiava il clitoride dandogli qualche morsetto, il clitoride ero duro e Luna cominciava ad avere il respiro sempre più affannato, ansimante. Paolo ormai aveva iniziato e non intendeva fermarsi, scese ancora con le mani allargò bene le gambe e leccava tutta la fica fino ad arrivare all'ano leccava anche lì, con le dita lo allargò un po', faceva entrare alternando la punta della lingua e le dita... sentiva che a Luna piaceva, stava gemendo, la sentiva eccitata e bagnata e continuava a leccare, a leccare senza fermarsi, la ragazza muoveva il bacino su e giù assecondando la sua lingua che era sempre più dentro..."dai leccamela bene... mmmmmm... dai mi piace non ti fermare... siiiiiiii"... la sua voce roca di lei lo spronava sentiva che stava per venire, Paolo non si fermò e assaporò il piacere di lei tra le labbra, sentì le contrazioni dell'orgasmo della ragazza solleticargli la lingua, continuò a scendere con la lingua e con le mani lungo le cosce, sulle gambe giù fino ai piedi indugiò a lungo a baciarle i piedi, a mordicchiarle piano i talloni a succhiarle i pollici per poi fare il percorso inverso e tornare verso l'alto fino ai seni, con le mani li accarezzava e con la lingua e con i denti giocava con i capezzoli duri. Il sesso di Paolo arrivava a sfiorare quello di Luna, la ragazza lo afferro con le mani per dirigerlo verso la fessura, Paolo lo appoggiò piano e lo fece entrare solo un poco, poi ancora un po' più dentro lentamente, poi uscì fuori completamente, "prendilo in bocca Luna" sussurrò avvicinandole il membro alla bocca, la ragazza dischiuse le labbra e cominciò a fargli un pompino con la maestria di cui era capace, dovette interromperla quasi subito però ..."accidenti se ci sa fare" pensò Paolo mentre usciva dalla sua bocca, voleva penetrarla ora e si avvicinò al buco, piano piano, entrò centimetro dopo centimetro ogni volta un po' più dentro fino a che con un colpo lo fece entrare tutto. Era davvero piacevole stare dentro di lei i loro corpi sincronizzati nel movimento come un'onda infinita, all'unisono, in crescendo fino all'estasi. E finalmente l'orgasmo, lo scosse in modo profondo abbandonandosi su di lei, aveva dimenticato persino la benda, e si godeva tutto il piacere di quella notte tanto strana quanto fantastica. Uscì dal suo ventre è resto immobile, in silenzio ancora alcuni secondi accanto a lei, poi allungò una mano per toccarla ancora per sentire le sue cosce sotto le dita, ma era talmente preso dal suo appagamento che non si era accorto che Luna, poco prima si era alzata e non era più accanto a lui.
Scattò a sedere sul letto e si strappò con forza la benda dagli occhi, nessuno, la stanza era vuota le candele quasi completamente consumate, l'aroma di spezie sostituito dall'odore del sesso, dall'aroma aspro e un po' salmastro del loro piacere. La chiamò prima sommessamente, poi quasi un grido, niente la stanza era vuota... Luna si era dissolta nel nulla.
Passarono alcuni giorni in cui Paolo non fece che pensare a quella notte, tornavano nella sua mente i sapori e gli aromi di cui si era saziato in quella stanza, non aveva più ricevuto alcuna chiamata né messaggi, aveva provato lui stesso a contattarla senza nessun risultato, e così aveva ripreso la routine della sua vita a metà cercando di farsela bastare solo che dopo quell'episodio non era più tanto sicuro che gli fosse sufficiente, ma che poteva fare null'altro che aspettare, e sperare e di tanto in tanto fare un tentativo per cercare di mettersi in contatto con la sua misteriosa dea.
Era sabato pomeriggio e come di consueto doveva occuparsi di comprare le provviste alimentari per la settimana, tutta la famiglia come sempre insieme al supermercato più vicino che si trovava a pochi isolati di distanza. I bambini erano stranamente su di giri quel pomeriggio e Lucia più isterica del solito, "... insomma basta io sono stanca e non ce la faccio a sentirvi gridare per tutto il tempo..." era nervosa e stanca e quando stava così non riusciva a sopportare la vivacità dei bimbi, alzava la voce con loro sgridandoli senza motivo. Paolo non riusciva a tollerarlo, quindi per allentare la tensione propose a Lucia di andare al centro commerciale fuori città, era un po' lontano ma vantava uno splendido parco giochi..."così mentre io faccio la spesa loro giocano mentre tu li controlli e vi tranquillizzate tutti", la proosta fu accetta con entusiasmo soprattutto dai piccoli, mentre Lucia fece un segno di approvazione, troppo stanca anche per controbattere... Paolo tirò un respiro di sollievo "... anche questa volta sono riuscito ad allentare la tensione" pensava alla guida della sua Touran mentre cambiava direzione verso la nuova meta.
Fu così che mentre si aggirava tra le varie corsie del megastore il suo sguardo fu attirato da una ragazza nel reparto dei libri, gli dava le spalle, la silouette aggraziata, aveva un abito corto, leggero e un po' largo, ogni volta che si muoveva per prendere o rimettere a posto un libro che aveva consultato l'abito si alzava e scopriva le gambe, si soffermò a guardarla da lontano, e mentre si sollevava sulle punte per raggiungere il ripiano pi in alto l'abito salì a tal punto che Paolo riuscì ad intravedere le rotondità dei glutei..." cazzo ma io quel culo lo conosco" si sorprese a pensare Paolo passo meno di un secondo in testa gli balenò fulmineo un pensiero, avvicinandosi un po' più alla ragazza senza perderla di vista nemmeno per un secondo, compose il numero di Luna.
Al terzo squillo notò che la ragazza di fronte a lui si accovacciò per frugare nella borsa che aveva depositato ai suo piedi e prese un cellulare in mano, Paolo avanzò ancora, ora era abbastanza vicino da sentire distintamente la suoneria del telefono, Luna guardò il display sorrise con una certa amarezza e rimise il cellulare nella borsa. Nei pochi istanti che seguirono Paolo elaborò un'infinità di pensieri, non sapeva ancora come ma sicuramente l'avrebbe avvicinata, era lì, vicinissimo, a due passi da lei l'avrebbe raggiunta fatta voltare l'avrebbe affrontata..." mentre era lì che ragionava su cosa avrebbe fatto vide arrivare un'altra ragazza che le si avvicino e la salutò calorosamente..." ciao Serena come stai?"..."Laura che piacere rivederti..."si fermò immediatamente Luna era Serena, la sua Serena... non era possibile "macchè mica è un film... è solo una coincidenza" diceva tra sé e sé, ci sperava e non ci credeva e si arrovellava, però lui sapeva come fugare ogni dubbio, prese il cellulare e compose un messaggio "io ci sono per te... e tu ci sei?" l'inviò passò un minuto e vide Luna che frugava un'altra volta nella borsa, il bip del messaggio arrivò quasi subito, "... si...", aspettò il tempo necessario, l'amica di Serena si congedò e finalmente Paolo riuscì ad avvicinarsi, la raggiunse e vicinissimo al suo orecchio sussurrò "Stanotte, Hotel Airone stanza 103... ora non mi scappi più".
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