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Mi convinci a risorgere

Cos'è questa forza? Che sento nelle mani, nelle braccia, in ogni centimetro di questo mio minuto corpo. Potrei spostarti il mondo. Per avvicinarlo al mio si intende. Se volessi ombra con un dito pianterei alberi, se volessi sole, semplicemente andrei ad acchiapparlo dove riposa, dall'altra parte del mondo, o dietro a una nube scura.
Perché c'è un momento in cui prendiamo coscienza di noi; di ogni muscolo, delle nostre infinite possibilità sopite da sempre. Viviamo in un recinto immaginario e infiniti spazi floridi ci circondano. Immobili. Noi. Troppo distratti per sentire il mondo chiamarci. Troppo disillusi per credere che è tutto nostro. E non del tempo che tutto fa appassire.
Devi essere fortunato. Tendere l'orecchio. Sentire i passi fin da lontano, la chiave del tuo congegno che ti passa accanto anonima. Devi prenderla al volo., rincorrerla se necessario. Hai gambe forti, e son quasi certa che sia questo il loro scopo principe. Grandi falcate verso la tua terra d'origine. Che dalla terra arrivi.. che la terra è in te, e non solo attorno. Che nella terra ci finisci, che puoi sdraiartici e sentirti a casa. Ti riconosce suo re. Prende la tua forma, poco a poco, segue la curva naturale della tua schiena se saprai parlarle, e chiedere permesso.
E sono invincibile perché ho visto nei tuoi occhi il nostro futuro. Che importa se tu non hai saputo distinguerlo. Te lo disegnerò, te lo canterò, semplicemente lo vivremo. Ti prenderò la mano, anche se cammini dandomi le spalle. Ti mostrerò il verde di questi luoghi che ho scoperto pensandoti. E tu non potrai che arrenderti a questa visione, la chiamerai casa quella quiete. Indosserai le mie mani per proteggerti dal freddo, io mi nutrirò delle tue labbra, sazieranno le mie, ma anche gli occhi che sempre le cercheranno all'avvicinarsi della sera. Un tuo sorriso sarà acqua e sarà grano. Tieni tu tutto il resto.
Mi prenderai per pazza quando sarà il mio entusiasmo a parlarti. Tu così misurata. Come anche io lo sarei se non avessi visto Noi far nostra la felicità, tenercela in tasca, tirarla fuori a piacimento. E a volte riporla. Piangere spalla contro spalla. Perché ci nutriremo anche di quello. Innaffiate di lacrime, ci innalzeremo sopra la nebbia.
Lasciami spiegare. Non spalancare gli occhi davanti al mio dipinger già anni così lontani da noi. Fidati. Non posso sbagliare. Non mente questa mia sicurezza. Io che non facevo un passo senza scarpe chiodate, che avevo bisogno di compagnia per sbagliare, e approvazione per tentare la sorte. Adesso sono sola. E cammino, anzi corro, anzi volo per la mia. Per costruire quella casa che sarà nostra. Dipingerò ad arte le pareti del nostro domani, impacchetterò con nastri d'argento il ridere felice del nostro domani, così che tu sarai costretta a scartarlo.
Te lo porterò in dono, al mio ritorno. Sto preparando la nostra felicità. Mi bastano due giorni.
Mi basti tu.

 

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2 commenti:

  • Noir Santiago il 17/05/2011 17:57
    Ciao. Scritto bene, molto scorrevole, una storia che lascia intravedere un grande sentimento. Bello
  • Anonimo il 17/05/2011 07:39
    Bello, ben scritto anche. Molte buone idee e, sopratutto, trasmette nel lettore quella forza che l'amore infonde nell'io narrante. Mi dispiace fare un piccolo appunto, anche perché è molto piccolo: per essere più convincente forse, e ripeto forse, il pensiero doveva essere meno enfatizzato, meno teatrale, insomma un tantino più minimalista. Ma non c'è la controprova... bisognerebbe riscriverlo per valutare la differenza d'impostazione. comunque 5 stelle... quindi. Ciaociao.

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