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La figlia del mare
Un pescatore camminava lungo la riva per raggiungere la sua barca da pesca, quando udì dei canti provenire da un gruppo di rocce lì vicino. Si avvicinò silenziosamente alle rocce e si sporse per guardare. Proprio sotto ai suoi occhi vide un gruppo di creature marine che danzavano e cantavano. Mentre ballavano, i lunghi capelli ondeggiavano e i loro occhi brillavano di gioia. Roderic il pescatore, stava per andarsene, quando vide un piccolo mucchio di morbide pelli di foca: grigie, nere, brune e dorate che erano poggiate su una roccia. Ne raccolse una dai riflessi bruni e dorati, che splendeva più di ogni altra di magica lucentezza. Pensando che fosse stato un bel trofeo da riportare alla sua minuta capanna in riva al mare, la portò con sé. Per conservarla in un luogo sicuro, la nascose sopra l'architrave della porta.
Poco dopo il tramonto, mentre stava riparando la sua rete da pesca, udì uno strano lamento. Si affacciò e vide la più bella donna che fosse mai comparsa alla sua vista.
Le sue membra erano lunghe e affusolate e i suoi occhi erano dolci e bruni. Non aveva alcun vestito a coprire la sua pelle candida; la sua chioma, folta e dorata, scendeva abbondante sul suo corpo. "Oh, aiutami, aiutami" lo implorò: "Sono una povera figlia del mare, ho perso la mia morbida pelle di foca e se non la ritrovo non potrò mai più tornare con i miei fratelli e le mie sorelle!"
Mentre la invitava in casa e le offriva la sua coperta per riscaldarla, sapeva bene che quella incantevole figlia del mare non era altri che la proprietaria della pelle di foca che egli aveva rubato quella mattina sulla spiaggia. Se le avesse restituito la pelle di foca, la splendida creatura marina sarebbe stata libera di rituffarsi nel mare per raggiungere i suoi fratelli e sorelle.
Pensò a quanto sarebbe stata piacevole la sua vita se avesse potuto tenere con sè quella donna e farne la sua sposa, per rallegrare la sua solitudine e dare gioia al suo cuore!
Così disse: "Non posso aiutarti a ritrovare la tua pelle di foca, credo che qualcuno di passaggio l'abbia rubata, ma se rimani con me ed acconsenti ad essere la mia sposa, sarò onorato di ospitarti nella mia casetta e ti amerò per tutta la vita!" La figlia del Re del Mare alzò i suoi occhi bruni, pieni di lacrime, per incontrare lo sguardo del pescatore e disse: "Se davvero la mia morbida pelle è stata rubata e non c'è speranza che la ritrovi, non ho altra scelta che rimanere con te e diventare tua moglie." E disse ancora: "Dal momento che io non potrei sperare di ottenere un'accoglienza migliore di quella che tu mi offri e, siccome avrei paura ad avventurarmi da sola nel mondo dei mortali, resto con te!" Dopo aver detto queste parole, cadde in una profonda tristezza, perché pensava che non sarebbe mai più potuta tornare alla sua vita nel mondo delle acque."Ma vorrei tanto tornare nel mare con i miei fratelli e le mie sorelle che mi stanno aspettando e chiamano invano il mio nome..."
Il cuore del pescatore sanguinava rattristato dalla disperazione di quella creatura, ma era incantato dalla sua bellezza e dalla sua dolcezza e, sapeva che non avrebbe mai potuto lasciarla andare.
Per molti anni il pescatore e la sua bella moglie venuta dal mare, vissero nella piccola capanna in riva al mare e lei fu la più buona moglie che mai fosse entrata nella casa di un uomo. Ebbero molti figli: bimbi dai capelli bruni e dorati che cantavano con una voce dolce e melodiosa.
In tutto quel tempo. La figlia del re del mare non aveva mai dimenticato la sua famiglia d'origine e spesso andava da sola sulla riva ad ascoltare la musica del mare. Spesso scorgeva i suoi fratelli e le sue sorelle e di tanto in tanto li sentiva chiamare, invocare il nome della sorella perduta da tanto tempo. E lei si consumava nel desiderio di poter tornare ancora una volta insieme a loro.
Un giorno Roderic partì, per andare a pescare, salutando con dolci parole la moglie e i figli. Non si era allontanato di molto che il vento prese a soffiare forte e passava fischiando sopra le acque e intorno alla piccola capanna sulla spiaggia. Allora il figlio più piccolo corse sulla riva per vedere il padre che tanto amava; la madre uscì in fretta dalla capanna per richiamarlo, ma il vento sbattè la porta violentemente facendo tremare il tetto ricoperto di paglia. E così dal nascondiglio, sopra l'architrave, cadde a terra la morbida pelle di foca che apparteneva alla bella creatura marina. La figlia del mare non pronunciò una sola parola contro l'uomo che l'aveva tenuta con sè contro la sua volontà per tutti quei lunghi e lunghi anni. Ma subito si tolse i vestiti, strinse a se la pelle di foca, baciò ad uno ad uno i suoi figli e corse verso il mare. E lì, mentre i cavallucci marini facevano le loro capriole, si rivestì della sua pelle bruna e dorata e si tuffò. Solo per un attimo si voltò a guardare un'ultima volta la piccola casa in riva al mare, dove forse aveva conosciuto un poco di felicità, malgrado avesse dovuto abitarvi contro il suo volere. Ella vide i suoi figli che stavano in piedi lungo la riva e piangevano disperatamente.
Ma il richiamo del mare era per lei più forte del pianto di quei figli nati sulla terra e la creatura marina nuotò sempre più lontano, cantando per la gioia e la felicità di rivedere il suo regno.
Quando Roderic ritornò dalla giornata passata a pescare sul mare in tempesta, trovò ad attenderlo la porta aperta di una casa abbandonata. La paura riempì il suo cuore e corse a guardare sopra l'architrave della porta. Quando scoprì che la pelle di foca non si trovava più lì, capì che la sua amata moglie era tornata al suo mare.
Immenso fu il suo dolore, quando i figli in lacrime gli raccontarono come la madre aveva detto loro addio abbandonandoli sulla riva.
La bella creatura era felice di stare nel mare, ma nel suo cuore c'erano sempre i suoi figli che amava tanto. Ogni notte tornava e li consolava dicendo loro che non li avrebbe mai abbandonati completamente e ritornava al suo mondo.
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