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La principessa dei fiori - 9° capitolo
La Principessa Carlotta.
Ed eccomi a letto, finalmente posso rilassarmi dopo venti giorni di stress, sono a Parigi nel luogo dei miei sogni, è presto per dirmi realizzato, ma la mia vita sembra aver nuovamente svoltato.
Spesso mi accade che quando cambio letto non riesco ad addormentarmi facilmente, anche se sono stanchissimo non ci riesco, chiudo gli occhi, ma non c'è niente da fare, incomincio a girarmi e rigirarmi, penso e senza motivo mi viene in mente la mia pianta, la mia principessa Carlotta.
In questi momenti la fantasia si libera, mi sento come quando si è in dormiveglia, la mia pianta incomincia a prendere le sembianze umane, incredibile come si possa avere in questi istanti la sensazione di realtà, la sento viva che mi guarda con gli occhi grandi e marroni, un lieve sorriso tipo quella della Gioconda di Leonardo, ma è un sorriso che mi affascina, sembra voglia dirmi di essere vera e non frutto della mia fantasia.
Nel sogno mi dice di andarla a trovare spesso, lei ha apprezzato molto di essere sempre con me anche a Parigi e che mi starà sempre vicino.
Poi mi addormento profondamente ma la sensazione di aver vissuto quella realtà mi rimane.
Il giorno dopo mi sveglio all'alba, strano ma contento anche se il cambio del letto mi ha procurato mal di schiena, qualche acciacco di noi cinquantenni!
Guardo dalla finestra e subito ricevo una nuova sensazione, mi rendo conto che tutto è diverso, anche l'aria non è più la stessa di quella che respiro di solito a San Remo, non sento più la salsedine del mattino, qui l'aria è più pesante, quasi soffocante.
I gas di scarico delle macchine già inquinano l'aria anche se sono solo le sei del mattino, vedo un corso dove c'è un viale alberato, le auto vanno già a pieno ritmo; la zona sottostante casa mia è silenziosa, fin troppo, ma non mi dispiace, mi accorgo di essere in un centro nuovo della città, sono vicino alla fermè Saint Lazare da una parte e di fronte c'è Rue de Chabrol che è molto movimentata, evidentemente parte del traffico passa da qui per poi dividersi nella parte centrale della città, dove probabilmente hanno meta la maggior parte delle auto che prendono questo corso.
La giornata scorre velocemente, dopo essermi fatto la mia toilette, mi vesto con calma e quindi scendo in strada per fare una piccola passeggiata, nello stesso tempo ricevo una telefonata da Gerard che si scusa di non poter essere da me in mattinata, impegni improvvisi non gli permettono di mantenere l'impegno preso ieri sera con me, in ogni caso ci vedremo alle 12, 30 per il pranzo.
Così decido di fare un piccolo tour di Parigi, salito su un bus guardo la città, sembro un bambino che non sa dove andare, ma la cosa mi piace, nella mia vita ho sempre odiato fare le cose già organizzate, la vita và presa alla giornata, si soffre di meno.
Ad un certo punto mi trovo in una grande piazza e decido di scendere, voglio provare a parlare in francese, mi avvicino ad una persona e gli chiedo:
"Appellez-vous cet endroit?"(come si chiama questa piazza?) mi risponde "Place Vendòme".
Guardo ammirato questa piazza è meravigliosa, anzitutto mi colpisce il numero degli alberghi e ristoranti che ci sono tutto intorno il perimetro, poi compro ad una edicola la storia della piazza e mentre guardo, leggo che è una delle più famose di Parigi fatta costruire da Luigi XIV per costruirci la Biblioteca Reale, anticamente c'era una statua del Re a cavallo ma durante la rivoluzione francese è stata abbattuta e fusa, ma la cosa curiosa è che di questa statua se ne conservò solo un piede, oggi è in mostra al Museo Carnevalet.
Tutte queste nuove conoscenze mi appassionano, non mi accorgo che il tempo scorre veloce, infatti puntualmente mi arriva la telefonata del mio amico mi chiede dove mi trovo, io gli spiego che sono in Place Vendòme, così in breve tempo mi raggiunge.
"Ciao Piero" - mi dice - "incominci a fare amicizia con la città, che effetto ti fa?"
"Dopo averlo salutato"- gli dico -"sono affascinato di questa piazza e di tutto quello che ho visto fino a questo momento anche quando il bus si spostava!"
"Bene è un buon sintomo questo, dai andiamo a mangiare perché oggi non ho tempo, ti darò dei soldi e andrai tu a fare la tua spesa così impari!"
"Come dici tu, per me va bene, voglio imparare in fretta a muovermi da solo, dai andiamo che ho fame"
Così entriamo in un ristorante di quelli che ci sono nel perimetro della piazza, occupiamo un tavolo, ordiniamo e mangiamo velocemente, Gerard ha fretta deve incontrarsi con alcuni rappresentanti della città.
Dopo pranzo rimango un po' in piazza ad ammirare le particolarità che ci sono da vedere, mi accorgo che in questa piazza c'è l'Hotel Ritz, quello famoso dove soggiornò le ultime ore di vita la Principessa Diana d'Inghilterra.
Non avevo ancora voglia di tornare a casa per fare la spesa, voglio approfittare di queste ore per visitare un po' la città.
Prossima tappa (l'emblema di Parigi) la tour Eiffel.
Salgo sopra un bus che mi porta fino alla torre, dopo un po' di tragitto. Ecco la vedo di fronte: imponente domina la città con i suoi 324 mt. di altezza. Scendo dal bus e m'incammino.
È incredibile l'effetto che mi fa, mi sento emozionato, non credevo potesse accadermi di fronte a questa attrazione della città, che ho desiderato vedere. Scopro una cosa particolare che pochi penso sappiano: la torre varia di altezza tra estate ed inverno di circa 15 centimetri. Questo è dovuto al fatto che, essendo tutta costruita in ferro, subisce una dilatazione termica che causa la diversità d'altezza in queste due stagioni.
Visito in lungo ed in largo tutta la zona e mi trovo in mezzo a tanti monumenti e zone importanti di Parigi tra cui il famosissimo museo de Louvre, ma questo penso di visitarlo di domenica, perché l'arte mi piace e voglio stare tutto il tempo che posso, senza aver premura.
Adesso sono felice ma stanchissimo e ritorno a casa, ma prima di rientrare nell'abitazione, faccio tappa al supermercato, così faccio un po' di spesa.
Ecco, adesso sono al caldo, i termosifoni di casa, tengono una temperatura piacevole al mio corpo, sistemo quello che ho comprato, lo metto in ordine ed approfitto anche per sistemare i vestiti che avevo nelle valige.
Quindi esausto mi avvicino alla mia principessa metto un po' d'acqua nel vaso, mi siedo in poltrona, voglio riposare un po': chiudo gli occhi e mi addormento.
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