racconti » Racconti amore » Faccia di gatto
Faccia di gatto
" Oh, come mi piacerebbe mangiare un'insalatina fresca aromatizzata con il prezzemolo!" sospirava una povera donna. Ma era troppo povera e non aveva in tasca nemmeno un quattrino da dare all'ortolano. Uscì allora dalla sua capanna e s'incamminò per un sentiero.
Vide subito un grande palazzo con porte e finestre chiuse, con intorno un muro alto e grosso. Guardò attraverso il cancello e notò che nel giardino c'era un'intera aiuola di prezzemolo profumato. Visto che non c'era nessuno e che il palazzo sembrava disabitato, la povera donna prese l'abitudine di introdursi tutte le sere nell'orto di quella casa per raccogliere il profumato prezzemolo. Ma una sera, mentre era china a strappare le belle piantine, una voce dura e profonda la fece tremare dalla testa ai piedi.
"Che fai nel mio giardino?" - La povera donna vide davanti a sé un terribile orco con gli artigli.
"Questo giardino è mio!"
"Pietà, pietà" balbettava la donna, ve lo giuro, non ho toccato nient'altro: ho preso solamente del prezzemolo...
Perdono, perdono!...
Io non conosco nè pietà nè perdono! "disse l'orco," - E poiché tu hai rubato il mio prezzemolo, in cambio voglio la tua bambina. Quando sarà grande e sarà capace di vestirsi da sola, verrò a prenderla e la porterò a vivere con me. Inutili i pianti e le suppliche della povera donna: l'orco aveva deciso!
La donna insegnò alla figlia a camminare, a parlare, a prendere l'acqua dalla fontana e non le insegnò a vestirsi da sola.
La bambina che, oltre ad essere bella era anche intelligente, spesso chiedeva: "Sono grande mamma! So lavarmi, so pettinarmi, perché non posso vestirmi da sola?" - "No, no, figlia mia!" rispondeva spaventata la donna, " per carità, non farlo!"
Un brutto giorno la donna andò a lavare i panni al fiume e lasciò dormire Marian un po' di più. La ragazzina si svegliò, girò un po' per la casa, mangiò un boccone e alla fine, visto che la madre ancora non tornava, si vestì da sola.
Quella sera stessa l'orco arrivò.
"Dammi la bambina" ordinò alla madre." - "È ancora presto" - disse la povera donna. "Non è capace di vestirsi ancora da sola!" - Si che è capace, esclamò l'orco!
"Questa mattina lo ha fatto!" A nulla servirono i pianti e le preghiere, Marian dovette andare con l'orco, che la portò nel palazzo.
Là era circondata da ogni comodità, poteva indossare vestiti stupendi e cresceva bellissima. Ma la ragazza se ne stava tutto il giorno da sola, e si sentiva molto triste.
Un bel giorno il figlio del re, che passeggiava nei pressi del palazzo del gigante, vide nel giardino quella bellissima ragazza e se ne innamorò. Ritornò il giorno dopo e quando la vide uscire dal palazzo, si affacciò e la chiamò.
"Chi sei?" chiese: "Come ti chiami?"- "Mi chiamo Marian, ma è meglio che vi allontaniate alla svelta, perché l'orco non vuole che qualcuno si avvicini a me. Il principe sorrise, le prese la mano e le chiese di sposarlo. Mentre si guardavano negli occhi, si sentiva la voce dell'orco che soffiava. "Siamo perduti!" esclamò Marian. Ma ricordò che l'orco aveva lasciato sul tavolo la bacchetta magica. Andò subito a prenderla, tornò dal principe e toccandolo con la bacchetta disse: " Principe sei, melograno diventerai!" Poi toccò il cavallo e disse: "Cavallo sei, arancia sarai!" Così il principe divenne un melograno e il cavallo un'arancia.
Intanto l'orco era arrivato e girando di qua e di là ripeteva: " Sento la presenza di sconosciuti, ma dove siete?" - Guardò alla fontana, sotto le foglie, sui rami degli alberi, ma non trovò nulla. Alla fine si stancò e se ne andò.
Subito Marian prese la bacchetta magica e riportò il cavaliere alle sembianze naturali.
Il principe disse: "vieni con me, sarai la mia sposa e saremo felici. Marian allora prese con sé un mattone, una boccetta d'olio e un pettine e fuggì con il principe per boschi, valli e prati. Quando l'orco rientrò in casa, cercò dappertutto Marian. E quando vide la casa vuota, capì che era fuggita e si lanciò all'inseguimento, veloce come il vento.
Quando i due ragazzi lo sentirono arrivare, cominciarono a tremare dalla paura. Marian lanciò alle sue spalle il mattone e si alzò tra loro e l'orco un muro altissimo. Con fatica l'orco si arrampicò sulla parete, la scavalcò e riprese l'inseguimento. Allora Marian lanciò alle sue spalle la bottiglietta dell'olio: un rivolo d'olio sgorgò dal vetro e divenne un fiume, un mare, un oceano. L'orco riuscì a fatica ad arrivare alla riva. Marian gettò poi alle sue spalle il pettine e crebbe immediatamente una siepe alta come un palazzo, dove neppure l'orco potè passare. Si fermò e chiamò a gran voce, come se piangesse: "Marian, tu che sei bella come l'oro, voltati affinchè io veda il tuo viso caro!" - La voce straziante dell'orco le fece pena ed ella si voltò. Ma appena lo fece, l'orco gridò con voce terribile: "Per il tradimento che hai fatto, che ti si faccia il viso di gatto!" E di colpo il bel volto di Marian si trasformò in quello di un gatto. "Non temere!" disse Marian al cavaliere e ordinò alla sua colomba di tornare al palazzo a prendere il pettine d'oro. "Oh!" disse l'orco, "almeno tu sei tornata! Che cosa vuole la tua padrona?" - "Vuole il suo pettine d'oro" rispose la colomba.
"Portaglielo pure! Tanto con quella faccia di gatto non voglio più averci a che fare!"
Il pettine d'oro era un pettine fatato. Infatti, non appena la colomba glielo portò, Marian se lo passò tra i capelli e d'incanto ritornò bella come una rosa.
Marian e il principe arrivarono al palazzo reale e si sposarono. E... vissero felici e contenti.
A loro piacque tanto quella vita che dopo cent'anni, quando finì, essi vollero ricominciare daccapo.
123
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
1 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati
- Bella rileggerla per la seconda volta...
Riesci ad incantare il lettore...
- Grazie di cuore...
- Favola bella e avvincente... davvero brava!
- Grazie a tutti, sono molto giovane e spero che la vita mi sorrida, perciò cerco di scrivere sempre storie che abbiano un lieto fine... Siete gentilissimi... i vostri commenti mi spronanno a fare meglio...
- Molto bella, scritta bene e a lieto fine come le adoro io! Sia leggerle che scriverle!
- brava, il lieto fine ci dona un senso di leggerezza e di gioia interiore quasi inspiegabile! complimenti!
Anonimo il 03/06/2011 12:12
Grazioso!
- Anch'io amo il lieto fine e questo racconto - fiaba è delizioso. Complimenti!
- Concordo pienamente con Giacomo. Dal tuo racconto è emerso il bambino che è ancora in me e sorrideva al lieto fine. Brava Dilaila, bel racconto...
Anonimo il 23/05/2011 11:18
bella... bravissima
Anonimo il 22/05/2011 20:22
Bella favola, a lieto fine, come piacciono a me. Io vorrei così anche tutti i films... a lieto fine, con una bella morale anche leggera, dove trionfa l'amore e la malvagità viene sconfitta. Mi sento un bambino, a volte, con questa mia passione di veder le cose che finiscono bene. Brava Dilaila... continua. ciaociao
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0