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Lo stagno incantato
Una leggenda narra che nelle Terre Incantate, nascosto tra gli alberi secolari del Bosco Senzanome, c'era un piccolo stagno che aveva un incredibile potere: chiunque si specchiasse nelle sue limpide acque poteva vedere il proprio futuro. Tanti erano i cavalieri che l'avevano cercato per conoscere in anticipo l'esito delle battaglie cui avrebbero preso parte e altrettanti i regnanti, che avevano incaricato i loro servi di trovarlo ad ogni costo perchè speranzosi di sapere per quanto tempo avrebbero esercitato il loro potere o se il loro regno sarebbe stato minacciato da qualche cavaliere solitario in cerca di fortuna.
Per anni e anni, i regnanti che si succedettero nella dinastia dei Draghi delle Terre Incantate impiegarono tutte le loro forze per trovare la strada che conducesse allo Stagno Incantato (così la leggenda narrava che si chiamasse) perchè erano certi che, una volta trovato, nessuno avrebbe potuto più spodestare la loro famiglia poiché, grazie al potere di quell'acqua, avrebbero visto il futuro.
Ma tutte le ricerche erano state vane.
Si ricorda solo di un servo che, tornato dal suo Re dopo molti mesi di ricerche, dichiarò di avere trovato lo Stagno Incantato e di avervi letto il suo futuro, ma non quello del Re. Quest'ultimo, indignato che una tale magia avesse privilegiato un servo e non il suo Re gli chiese che cosa mai avesse visto tra quelle acque.
"Sire..." Disse il servo "... in verità ciò che ho visto mi ha terrorizzato e la mia paura è tale che non riesco nemmeno a parlarne. Chiedo solo il Vostro perdono..."
Ma il Re, al quale questa spiegazione pareva solo una burla per tentare di guadagnare credito agli occhi della corte, lo fece imprigionare, dichiarando al suo popolo che costui non aveva trovato in verità lo Stagno Incantato, bensì aveva solo cercato di imbrogliare il Re.
Così il servo fu condotto nelle segrete del castello, accompagnato dalle guardie e da un prete. Mentre si avvicinava alla sua cella, il servo chiese di parlare con il prete. "Padre.." disse: "Lo Stagno Incantato non è una leggenda e io vi ho letto il mio futuro: ho veduto la prigione e il libro di preghiere che adesso tiene in mano. Che il Signore mi perdoni."
Il prete, convinto di avere avuto un colloquio con il diavolo in persona, riferì terrorizzato quelle parole al Re che rimase profondamente sconvolto da quel racconto. Il prete tuttavia lo convinse che quello stagno doveva essere di certo un maleficio portatore di disgrazie, visto ciò che era successo al servo.
Da quel giorno, dunque, il Re Drago V, che regnava ormai da più di un decennio su tutte le Terre Incantate, dichiarò che lo Stagno Incantato era solo una sciocca leggenda e pretese che nessuno dei suoi sudditi parlasse più dell'argomento o addirittura solo ci pensasse. Indisse così una grande assemblea nella piazza principale del villaggio ed avvisò tutti che chiunque fosse stato sorpreso dalle guardie a parlarne o a narrare la storia del suo servo, sarebbe stato condotto in prigione.
Inoltre, per dimostrare a pieno il suo potere, convocò tutti i cavalieri ai quali aveva ordinato di partire alla ricerca dello Stagno Incantato e li incatenò pubblicamente. Poi si rivolse ad ognuno di loro e li condannò a scontare il resto dei propri giorni nelle segrete del castello. Nessuno doveva più nominare lo Stagno Incantato e chiunque avesse cercato di trovarlo se la sarebbe vista con le guardie del Re.
Qualche mese dopo, il territorio delle Terre Incantate era in festa.
Presto la bella figlia del Re Drago V, la principessina Alice, sarebbe diventata la sposa del principe Giorgio, il rampante figlio del Re dei Grifoni, la seconda famiglia dopo quella dei Draghi delle Terre Incantate. Questo avrebbe garantito un'alleanza tra le due famiglie più forti e contemporaneamente la sicurezza che nessuna delle due avrebbe potuto conquistare l'altra, facendo prosperare così per lunghi anni entrambe le dinastie.
La Principessina, tuttavia, era infelice. Le sue lacrime scendevano a fiumi sul bel viso perchè in realtà non era affatto innamorata del principe Giorgio. Il matrimonio organizzato da suo padre non era altro che un accordo politico, che poco aveva a che vedere con il bene della figliola.
Si confidava spesso con la sua tutrice, sfogandosi e piangendo tra le sue braccia, ma cosa potevano fare, se non assecondare la volontà di suo padre, che era niente meno che il Re Drago V?
In un battibaleno arrivò la vigilia delle nozze.
La famiglia dei Grifoni era attesa al villaggio per la tarda serata e il Re aveva ordinato a tutti gli abitanti di pulire le proprie case e spazzare le strade. Le donne dovevano adornare la propria casa con fiori e piante, mentre gli uomini si sarebbero occupati di lavare e sellare i cavalli: tutto doveva essere perfetto all'arrivo degli ospiti.
La principessa Alice, intanto, piangeva sconsolata nella torre del castello.
"Non voglio sposare un uomo che non amo.." Singhiozzava tristemente ".. Oh Signore aiutami almeno tu..."
Ma le preghiere di Alice parevano non essere ascoltate proprio da nessuno, perchè in men che non si dica, arrivò il tanto temuto giorno del matrimonio.
Quando Alice fece il suo ingresso nella piazza del villaggio, vide per la prima volta il Principe Giorgio. Il suo volto era scuro e una lunga cicatrice percorreva la guancia destra, fino all'occhio. La sua espressione incuteva timore e persino gli abitanti del villaggio avevano paura ad incrociare il suo sguardo.
Che vita sarebbe mai stata accanto a un marito come quello?
Re Drago V strinse la mano al suo futuro genero e gli consegnò la figlia. Ora c'era solo da attendere che il prete recitasse la formula di rito e la famiglia dei Draghi delle Terre Incantate sarebbe divenuta la più forte e potente di sempre.
Ma in mezzo alla folla, da lontano, proprio mentre il Principe Giorgio stava per mettere l'anello alla sua futura moglie, si levò una voce che gridò queste parole: "Re Drago V non permettete questo scambio di anelli. È tutto un tranello"
Il Re, furioso, guardò in mezzo alla gente, all'indirizzo di quella voce, e vide crearsi il vuoto intorno ad un giovane uomo. Ordinò immediatamente alle sue guardie di catturarlo, mentre il principe Giorgio incollerito, non aspettava altro che poter umiliare pubblicamente colui che aveva osato interrompere le sue nozze.
Le guardie portarono il giovane sconosciuto al cospetto del Re e del Principe.
"Come osate parlare in questo modo nel giorno del matrimonio di mia figlia? E per di più, al cospetto delle due più grandi dinastie delle Terre Incantate? Sarete imprigionato per questo: qui, adesso."
Il Principe Giorgio, che era una persona maligna, chiese al Re di poter affrontare in duello lui stesso il giovane insolente, a dimostrazione del suo amore verso la figlia.
Ma il giovanotto, con un colpo di reni si liberò dalla presa delle guardie e s'inginocchiò di fronte al Re.
"Mio signore, sono un viandante e vengo da lontano. Nei miei viaggi ho visto di tutto e conosciuto Re mille volte più potenti di Voi, ma solo nella Vostra Terra ho trovato la leggenda. Io sono il cercatore dello Stagno Incantato che svela il futuro e adesso ve ne darò una prova..."
A quelle parole tutti impallidirono. Il Re rimase senza voce e tutti gli abitanti del villaggio si strinsero fra loro, temendo che fosse arrivato il diavolo a rubare le loro anime.
Il giovane si girò verso il principe Giorgio e lo indicò
"Sire, costui ha un coltello nascosto nell'armatura. La famiglia dei Grifoni ordiva un piano per uccidervi e conquistare il potere sulle Terre Incantate. Quest'uomo, stanotte, avrebbe abbandonato il letto nuziale e sarebbe venuto a giustiziarvi"
Un grande brusio si levò dalla folla. Le accuse fatte dell'uomo all'indirizzo del principe erano gravi. La principessa Alice era sbigottita, ma dentro di lei un nuovo sentimento cominciava a farsi spazio: quel viandante senza nome era l'essere più bello e dolce che avesse mai visto finora. Aveva una corporatura esile, dai lineamenti aggraziati e una fluente chioma bionda gli copriva appena le spalle.
A quel punto, il principe Giorgio, sentitosi minacciato, cercò di aggredire il giovanotto, ma le guardie del Re lo bloccarono prima che potesse balzargli addosso.
"Sire, vi prego, ordinate alle vostre guardie di perquisire il principe Giorgio. Troveranno una lama con un'impugnatura di corno. La vostra esecuzione."
"Padre.." Intervenne la Principessa Alice ".. forse questo vagabondo ha ragione. Non sembra avere il viso di un furfante. Prestategli credito e ordinate alle guardie di perquisire il principe"
Così il Re si convinse. Dette l'ordine e le sue guardie bloccarono il Principe che imprecava e si dimenava. La famiglia dei Grifoni non aveva osato controbattere perchè l'esercito dei Draghi era cento volte più potente della loro parata di rappresentanza, e avrebbero certamente avuto la peggio.
Così le guardie liberarono, pezzo dopo pezzo, il Principe Giorgio dalla sua armatura e tutti poterono vedere un lungo coltello con l'impugnatura di corno legato dietro la schiena.
Il Re non ci poteva credere: allora quel vagabondo diceva la verità e ancor più sconvolgente era la scoperta che lo Stagno Incantato non era una leggenda, bensì una realtà.
"Guardie, arrestate subito il principe Giorgio e catturate tutta la sua famiglia. Nessun rappresentante dei Grifoni dovrà lasciare il mio territorio"
Il Re poi si rivolse al giovane viandante e gli chiese: "Valoroso servitore... qual'è il tuo nome?"
"Il mio nome è Delmo, mio Sire"
E fu così che il giovane, per il suo eroismo, fu accolto alla corte con tutti gli onori. A lui il Re doveva la propria vita e per ricambiarlo gli chiese che cosa volesse; egli poteva chiedere tutto ciò che desiderava perchè non c'era cosa in terra che il re Drago V non potesse donargli.
"Sono innamorato della principessa Alice, mio Sire, vostra figlia. Vi chiedo umilmente la sua mano"
Il Re strabuzzò gli occhi.
"Voi non siete altro che un vagabondo, un viandante senza patria. Mia figlia deve sposare un regnante per continuare la mia dinastia"
"Un regnante come il principe Giorgio?"
A questa domanda il Re parve ritornare sui suoi passi. Ad un tratto si rese conto di non avere il diritto di obbligare sua figlia a sposare qualcuno scelto da lui solo per interesse. La principessina Alice doveva sposare un giovane per il quale provava vero amore. Tutto quel che era accaduto gli fece capire inoltre che finora aveva regnato in modo sbagliato: trattava i suoi sudditi col pugno di ferro e se qualcuno era in disaccordo lo faceva arrestare dalle sue fedeli guardie. Decise allora che sarebbe divenuto più comprensivo e che si sarebbe guadagnato la fiducia del suo popolo governando con giustizia ed uguaglianza.
Così, la prima cosa che fece, fu di chiedere a sua figlia se fosse anch'ella innamorata di Delmo, il giovane vagabondo. La Principessa parve non credere alle proprie orecchie: ma allora tutte le preghiere erano state ascoltate. Pensò tra sè e sé:
"Io lo amo, Padre e desidero sposarlo"
"E sia..." Decise il Re "... domani celebreremo il matrimonio di mia figlia"
Poi il Re fece liberare tutti i cavalieri che aveva imprigionato con l'accusa di aver cercato lo Stagno Incantato. Disse a tutti i suoi sudditi che da quel giorno in poi il regno delle Terre Incantate sarebbe diventato un luogo di pace e giustizia.
E fu così che, per festeggiare, fu celebrato il più bel matrimonio mai visto nel Regno dei Draghi. Tutti erano felici, bevevano e mangiavano a volontà, intonando canti e suonando chitarre e clavicembali. Il sole risplendeva alto e l'aria era tiepida e profumata di fiori appena sbocciati.
Il principe Delmo e la principessa Alice presto avrebbero avuto dei figli e il loro primogenito avrebbe continuato a regnare sulle Terre Incantate.
E lo Stagno Incantato sarebbe sempre rimasto meta di cercatori e cavalieri, a vegliare sulle loro anime, sospeso tra leggenda e realtà.
Marzo 2003
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