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L'Ultima Onda
Tre Luglio.
Il mare era molto mosso quel giorno. Nuvoloni neri si addensavano bassi all'orizzonte. La spiaggia spazzata dal vento. Nonostante questo una moltitudine di persone sdraiate sulla sabbia.
Passeggiavo osservando le decine di famiglie sotto gli ombrelloni. Camminavo piano, i piedi bagnati dalle onde. Ad un certo punto dovetti rientrare sulla sabbia. Un ostacolo improvviso.
Avevano fatto accomodare una signora molto anziana, almeno novant'anni a giudicare dall'aspetto decadente, su una sedia in plastica, proprio in riva al mare. Una sedia verde scuro, di quelle che si trovano ai tavoli delle gelaterie. L'acqua le arrivava alle caviglie. Il vestito e i suoi capelli bianchi si muovevano, scompigliati dal vento.
"L'hanno messa lì a prendere l'arietta!" pensai sorridendo e mi allontanai.
Quattro Luglio.
Il giorno dopo stesso clima: nuvole e vento.
E stessa arietta per la vecchia! Infatti mi trovai davanti la medesima scena, con un particolare più curioso. L'anziana signora era stata fatta sedere un po' più avanti, e le onde le lambivano le ginocchia, andando a bagnare il vestito. Lei aveva lo sguardo fisso verso l'orizzonte, incurante del vento e delle onde. In mano teneva un bastone, la cui estremità affondava nella sabbia bagnata.
Pareva mormorare qualcosa, frasi incomprensibili.
"... onda".
Cinque Luglio.
Passò un altro giorno ancora. E quando vidi di nuovo la stessa scena immaginai che i parenti della vecchia avessero un piano per ucciderla. E che avessero deciso di attuarlo poco a poco. Ogni giorno, un centimetro in più verso il mare. E nel mare si affonda.
Era ancora nella stessa posizione, ma le gambe posteriori della sedia erano ormai affondate per metà nella sabbia bagnata. La sedia pericolosamente inclinata all'indietro, quasi sul punto di cadere.
E lei, con il vestito ormai fradicio di acqua scura, che mormorava.
"... arriva...". Riuscii a capire solo questo.
Il bastone stretto nella mano nodosa.
Mi fermai poco oltre voltandomi verso la spiaggia. Osservai che nei dintorni si erano sistemate due famiglie. Una giovane coppia con bimbo; due ragazze sdraiate poco più avanti. Nessuno apparentemente badava alla vecchia. Che continuava a guardare l'orizzonte, con i grossi nuvolosi neri che si addensavano aggrovigliandosi su loro stessi. Mi misi a fare il bagno nei paraggi.
Erano le sette di sera, e morivo dalla curiosità.
" vediamo chi sono i parenti affettuosi che stanno uccidendo la nonnina! " Continuavo a ripetermi.
"le due nipoti adolescenti, o la coppia, figlia e genero con nipotino? ".
Immaginate il mio stupore quando le due ragazze si alzarono, smontarono l'ombrellone e se ne andarono. Pochi minuti dopo la famiglia con bimbo le imitò. Nessuno raccolse la vecchia.
Mi allontanai con un'immagine.
Spiaggia ormai deserta, sferzata dal vento. Una figura immersa nel crepuscolo, con un bastone in mano, seduta in equilibrio precario. I capelli ormai sciolti che si muovono frenetici nei turbini di aria salata.
Una figura che scruta l'orizzonte, come in attesa di qualcosa.
Lo immaginavo: attendeva la grande onda. Il mare che si ritira poco a poco, e al posto del cielo buio un nero ancora più nero. E la grande onda, alta centinaia di metri, che si avvicina per spazzare via tutto.
Da quanto tempo era lì ad attendere? Settimane, mesi? Forse era sempre stata lì, una bimba col secchiello sulla spiaggia, una ragazza che si bagnava i piedi in compagnia delle amiche, una madre che giocava col proprio figlio e ora, seduta, senza poter far altro che aspettare.
Quindici Dicembre
Chi avesse sorvolato la spiaggia avrebbe visto una sedia verde scuro, di plastica, che ondeggiava vicino alla riva.
A volte sembrava trovare una posizione stabile sulla terraferma. A volte, mossa da un'onda più alta del solito, sembrava sul punto di perdersi nel mare finché in un rivolo di schiuma tornava a riva.
E l'immensa distesa di sabbia completamente deserta.
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