Voterei la mia anima alle fiamme. Scrollerei intere pareti di violette sul letto del fiume e poi, da un'altissima rupe, compierei balzi enormi verso il cielo. - Volare come gli uccelli delle terre d'Asia. Prostrarsi, alla forza del sole. Tamburi! Tamburi la notte e poi fino all'alba, quando i miei occhi si chiuderanno. - È stato l'irruento crepuscolo a svegliarmi dal mio sonno di sabbia. Il mio sogno di deserti. Le tende bianche tese.
Migliaia di mosche sulla mia pelle bruciata. E puzza d'acqua stagnante.
Due denti pendono sul mare. Tre denti dalla mia cintura. E già sorge, di nuovo...
È un Mostro! - urlò da prua. Una bestia ferocissima, inghiotte le onde come piccoli pesci. Vomita coralli e pietre ardenti! - I marinai, povere anime, narrano ai novizi di tempeste invalicabili. Io li osservo dall'alto, appollaiato come un gufo sull'albero maestro. - Giuda! Gridano le donne da terra. - Quando, dalle Alpi, la Signora si apposta nel suo piccolo salotto... Il sole sorge nel gelo. Un'onda altissima di schiuma sparpaglia il villaggio. - È onnipotente! - lamenta all'alba il capitano.
Si rinchiude nel suo vascello dorato. Moriremo su una spiaggia di sassi, ingoiata dall'Oceano.