Ho sempre avuto paura degli "altri", esseri misteriosi con un passato segreto e dal pensiero mutevole. Gli "altri" che mi hanno privato di tante cose, quegli stessi che il mondo se lo mangiano a colazione, e la mia vita per ammazzacaffè. Ho sempre temuto questo mostro orribile, pronto a divorarmi e a sputare fuori brandelli della mia anima. Penso che per me, infondo, chiunque faccia parte di questa categoria, me compresa. Eppure, per quanto possa sembrare strano, ho un terrore folle. Adesso, c'è chi potrebbe dire che non sono normale, che proprio questi "altri" ti cambiano la vita, che bisogna essere fiduciosi, che sono un'anima ferita che vaga in cerca di conforto e di autocommiserazione... Ma stiamo scherzando?! È solo un espressione di pensiero questa. Niente di speciale. C'è chi ha puara dei ragni, degli spazi aperti, del vuoto e di molte altre cose. Io di chiunque stia leggendo, di qualunque "altro". E sepete perchè? Il motivo per il quale ciò mi spaventa tanto? È il timore che d'un tratto quei merevigliosi "altri" escano dalla mia vita. Quando succede, quando se ne vanno è così desolante... vuota una parte di me, come in chiunque credo. Certo capita spesso che lo facciano, vuoi per ragioni di lavoro, vuoi per diverbi, o per la morte...
Già, la morte, non esiste un taglio più definitivo col prossimo di quella. Allora mi chiedo :ma l'amore una volta morto torna? Ora che la persona che si è amata non è più qui, per un gioco del destino, se ne andrà anche tutto il resto? No, mi rispondo da sola, no il resto va avanti, e anche chi non ha più la speranza. Ho ancora tanta grinta in me, determinazione e forza. Non mi piace sentirmi a terra. Avevo paura di incontrare tanti "altri" speciali, e dunque terrore di perdere tutto. Per sempre. Ancora. La cosa peggiore? Accadrà. Prima o poi. No, spero che il prima sia poi e il poi il molto, molto dopo. Non si può vivere senza vivere, tanto vale farlo come si deve. Raccogliere le ferite, un po di filo diafano e resistente di speranza, il cambio per le emergenze e chi mi ferma più? Basta interpretare dolore, profili psicologici, ipotesi... dico a voi "altri", tranquilli, non vi temo più. Quante parole ho speso per dire che non ho più paura, scusate se vi ho trattenuto così tanto a parole. Volevo solo ringraziarvi di non avermi abbandonato. Ci sono così tante persone, infinite vite e storie. La mia è così piccola! Ma ne vado fiera perchè la mia paura più grande è diventata la mia più immensa forza.
Questo testo non ha molto senso forse... è un po surreale campato in aria, scritto in fretta, con qualche errore, ma non mi sento di cambiare nemmeno una sillaba anche se sbagliata. Vogliamo parlare di sfogo? Di momento di gioia? Di autoterapia? Comunque vogliate chiamarlo sono certa che l'unica cosa che volevo dire era grazie. A tutti gli "altri" che incroceranno le loro vite con le mie. Adesso sorrido. Non ho più paura.