... Fu' caricata su di un destriero bruno, alle spalle del capo predone e dopo miglia e miglia nel deserto raggiunsero l'accampamento.
Durante il viaggio venne scossa dal forte galoppo e dalla percezione del corpo muscoloso dell'uomo, che aveva avuto modo di sentire sotto gli abiti, al quale si aggrappava per non essere sbalzata di sella.
Scendendo agilmente da cavallo le porse le braccia per aiutarla a scendere.
La precedette verso la sua tenda e giuntivi, scostando il drappo d'ingresso, le fece segno di entrare.
Era addobbata riccamente, con cuscini e tappeti; lui le fece cenno di accomodarsi su un basso cuscino, poi sedette anche lui, incrociando le gambe.
Subito dopo la tenda si aprì ed entrarono dei servitori con vassoi d'argento, sui quali stavano arrosti di agnello alle spezie d'oriente e frutta, tanta frutta sia fresca che appassita; uva soprattutto ma anche noci, mandorle, fichi secchi conditi con cannella e spezie.
Ad un battito di mani entrarono delle odalische che si esibirono in una sinuosa danza del ventre e mentre allietavano la vista del capo predone, la donna fu condotta, da alcune donne, in un'altra parte della tenda, dove fu spogliata e fatta immergere in una tinozza piena di acqua tiepida con aggiunta di profumati olii...
Iniziarono a lavarla strofinandole delicatamente la pelle mentre lei si estasiava agli effluvi di quelle odorose ed oleose essenze orientali.
Il rito si protrasse per molto tempo; alla fine le porsero un gran telo di lino per asciugarsi.
La ricondussero davanti al capo predone; le avevano fatto indossare, sul corpo nudo, una leggerissima e quasi evanescente tunica di seta ed il gioco di luci ondeggianti delle torce creava degli effetti di trasparenza evidenziando le sue graziose forme.
Un gioco di luci che rendeva la vista di quel corpo più eccitante che se fosse stato senza veli...
Un forte odore di incensi colpì le sue narici e la vista di candele accese la inebriarono...
Si alzò e le offrì un calice di thè, aromatizzato con erbe, il cui profumo risultava quasi come un afrodisiaco, che accende i sensi e, fa vibrare le più intime corde del desiderio.
Si lascio scivolare la tunica, le mani forti di lui, sembrarono ali di farfalla sulla sericità della pelle di lei; la fece sdraiare e si avvicinò ad uno scrigno, ne trasse un'ampolla piena di un liquido giallognolo, ne versò un po' sul palmo di una mano, depose l'ampolla e dopo aver strofinato le mani tra loro cominciò a massaggiarle delicatamente il corpo.
Quel liquido oleoso, distendeva i muscoli ed il massaggio delicato era come una carezza con una piuma di gabbiano che da una parte distendeva la mente mentre dall'altra accendeva i sensi, richiamando alla mente di lei desideri mai confessati...
Si sciolse e si abbandonò a quel tocco fino a non rendersi più conto di dove si trovasse e con chi...
Offrì il suo corpo e si concesse senza timore, godendone ogni attimo...
Esausti caddero in un sonno profondo e solo alle prime luci dell'alba lei si ridestò... Era nel suo letto ma accanto al suo corpo nudo giaceva una impalpabile tunica di seta...