C'era una volta un'Aquila che non sapeva volare.
Non guardava neppure il cielo, perché pensava non fosse raggiungibile.
A dire il vero, l'Aquila non sapeva neppure di essere un'aquila, perchè nessuno le aveva mai detto a cosa servivano le ali e non era mai stata con le altre aquile.
Un giorno la vide un Uomo, mentre stava cercando di svolazzare nel cortile della sua casa.
Allora, l'Uomo la guardò e le disse: "Ciao bellissima Aquila, che cosa ci fai nel mio cortile, perché non voli nel cielo insieme ai tuoi simili".
E l'Aquila rispose: "Ma io non so volare e non conosco i miei simili, che cos'é un'aquila?"
L'uomo stupito ed intenerito, prese con sé l'Aquila e giorno per giorno le insegnò a volare.
Tuttavia, per rassicurarla e per non perderla, legò un filo alla sua zampina, in modo tale che l'Aquila si sentisse sicura e ritornasse da lui alla sera.
L'Aquila iniziò a volare sempre più in alto.
Un giorno si spinse fino all'altezza delle nuvole, ma quando sentì il filo tirare, pensò che non sarebbe potuta arrivare fin lassù e tornò più in basso.
L'Aquila continuò a volare per molto tempo all'altezza degli aquiloni, tanto che riconobbe in essi i suoi simili.
L'Uomo, intanto, teneva stretto il filo ed era felice nel vedere rientrare tutte le sere l'Aquila nel suo cortile. L'Aquila era felice di volare con gli altri aquiloni e alla sera recava gratitudine al suo padrone.
I voli continuavano uguali, anche se il padrone dell'aquila iniziava a non curarsi più dell'animale come prima. Era tornato ad occuparsi della sua famiglia, ma si sentiva rassicurato nel veder tornare l'Aquila nel cortile tutte le sere.
Un giorno l'Aquila volò più in alto del solito, ma quando arrivò quasi all'altezza delle nuvole si fermò, ricordando che a quel punto il filo avrebbe tirato.
Quando stava per tornare indietro all'altezza degli aquiloni, la raggiunse un'altra aquila e le disse: "Ciao sorella, vieni su con noi altre, che cosa ci fai così in basso?"
L'Aquila rispose: "Ma io non posso volare così in alto, devo tornare con i miei simili, indicando gli aquiloni"
L'altra aquila replicò, stupita: "Ma siamo noi i tuoi simili, guardami!!! Quelli sono aquiloni! Vieni con noi, ti farò vedere il mio nido, stanno per nascere i miei piccoli. Tu hai fatto il tuo nido?".
L'Aquila, confusa e sconcertata, disse: "Ma io non ho mai volato così in alto e non ho mai fatto un nido. Ho solo un cortile ed un padrone che amo tanto".
L'altra aquila: "Perché resti in un cortile e voli all'altezza degli aquiloni, quando potresti avere il cielo intero ed un nido tutto tuo? Forse fai questo, perché ti ama molto il tuo padrone?"
L'Aquila iniziò ad avere dei dubbi: "Lui mi ha insegnato a volare e mi ha legato questo filo, ma ora guarda soltanto se rientro la sera ed è tornato a curarsi della sua famiglia"
"Vedi Lui ha costruito il suo nido e lo protegge" disse l'altra aquila "E tu, invece?"
Scese il silenzio e l'Aquila, con gli occhi pieni di lacrimei, iniziò a stendere le ali sempre di più, fino a volare in alto oltre le nuvole.
Quando si voltò, vide che nessuno teneva più il filo.
Questa è la storia dell'Aquila che aveva deciso di essere un aquilone.