Lo stress di una giornata di lavoro e nervi, la stanchezza di sentirci unici:
lotta col mondo che non ti accetta, lotta per accettare se stessi...
E il pensiero ritorna a ritmi, a sapori che abbiamo abbandonato e a chi, a noi simile, è ora lontano, alla persona con cui ci ritrovavamo la sera per scegliere insieme cosa mangiare e cosa bere. Quando ogni pasto era scandito dalla scelta del cibo voluto, accompagnato dal vino più giusto o quando, al contrario, la selezione innescata dal vino attirava a se il cibo più consono.
Cure e desideri sintomi di voglia di bere e mangiare la vita che scappano da noi, intimoriti fino all'avvizzimento da un'esistenza gelida e scura.
In questo inverno di vita deserta di voglie, infine, trionfa la natura e l'istinto della sopravvivenza di primavera.
Allora, via alla voglia di ritornare a noi, sciogliendo la mente con l'allegria vitale di vite!
Vite che è vita nata dalla terra e ci raggiunge sgorgando da una bottiglia e dopo la sosta in bocca per profumare il palato, corre libera nei filari delle vene e raspi di capillari, arrivando alle cellule e dilatandole di luce come acini di uva bianca.
Molle dolcezza che ci irrora tutti, inducendoci ad indulgere persino con noi stessi...
Una telefonata. La ricerca della compagnia abile ad esaltare un rito buono e rigenerativo.
Desiderio ancora di stare al mondo prendendo insieme il succo della vita.
Sì! Voglia di bere, voglia di vita!