Prima scena: Il visitatore della galleria osservò lungamente i fiori raffigurati con estremo realismo nel quadro.
Inevitabilmente il suo sguardo tornò ripetutamente a quel raccapricciante passero nel margine inferiore di sinistra, il dorso schiacciato da un sasso, il becco contorto verso l'alto nell'estremo grido.
La vegetazione testimone del dramma.
Seconda scena: C'erano molte persone al museo botanico di Copenaghen in quella assolata giornata.
Fiori e piante emanavano incredibili profumi, una bambina dava da mangiare alle papere.
Il passero non ne conosceva il motivo, ma si sentiva soddisfatto.
Si posò a terra e fece qualche saltello.
Poi, quel dolore insostenibile. Urlò.
Terza scena: L'artista stava dipingendo.
Sentiva di riuscire a trasporre sulla tela le sensazioni di pace che la natura gli trasmetteva.
In un istante capì di dover interrompere tale armonia.
L'opera d'arte, quella che lo avrebbe fatto ricordare per sempre, apparve nettamente davanti ai suoi occhi.
Quando lanciò il sasso, l'urlo della natura lo fece rabbrividire.
Dovette abbassare lo sguardo e cercare di non sentire.
Fu solo un attimo.
l'autore Dino Borcas ha riportato queste note sull'opera
in: Dino Borcas - Piccoli crimini quotidiani - Ed. Il Ponte Vecchio, Cesena 2008
informazioni sul libro e altri brani in http://dinoborcas. it
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