Nella giornata delle culture antifasciste non possiamo non celebrare i partigiani, chi si è unito e combattuto in prima fila un regime che considerava ingiusto, mettendo a repentaglio la propria vita. Combattevano non pagati, senza che qualcuno li legittimasse perché quella che credevano fosse una buona causa, riuscire a creare una società più giusta. Puntavano ad un rovesciamento, un cambiamento antropologico, desideravano cambiare innanzitutto le persone, e grazie alla buona volontà, al coraggio e alla determinazione ci riuscirono. Noi dell'Italian Revolution, tutti gli individui di questa protesta che ormai ha assunto un carattere globale, dobbiamo fare tesoro di questi insegnamenti. Anche le nostre intenzioni non sono ben viste da chi amministra gli stati, ma dobbiamo combattere lo stesso, usando come arma il pensiero e la parola, affinché i cittadini, le persone usino quell'espediente che è il dissenso, la critica contro l'ordine vigente. E dobbiamo metterci tutta la nostra buona volontà, dobbiamo farci coraggio, perché non tutti appoggiano la nostra causa e quindi dobbiamo continuare spinti da un desiderio di libertà e uguaglianza. E come i partigiani dobbiamo cambiare stile di vita, usciamo di casa per parlare, incontriamoci nelle piazze per scambiare le nostre idee, per dialogare, prendiamo coscienza che il popolo gioca un ruolo importante nella direzione dello Stato, che senza di esso non ci sarebbe nessuno da governare, quindi impediamo ai governi di sottostare agli interessi di alcuni banchieri europei, spargiamo la voce, tutti insieme ce la possiamo fare.