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Stasera smetto d'uccidere
Sai, quando la pioggia fa quella leggera musica dolce che ti sembra che il tempo si sia fermato e che senti le gocce cadere sulla tettoia in alluminio e che chiudi gli occhi e sogni.
Sai quando l'odore della pioggia penetra dentro di te e che i brividi d'umidità ti fanno alzare le spalle e tirare su il colletto del vecchio giubbotto americano che ancora resiste come me, d'altronde abbiamo la stessa età.
Io ed il giubotto americano comprato a St. Pietroburgo.
Un bel far niente accompagnato da un falò ed una bottiglia di vino rosso.
Ci vorrà un bel po' di brace per far cuocere queste salsicce che Giuseppe mi ha regalato. Ho tempo; anche per la brace.
Questo fuoco sembra felice, il vento ogni tanto lo riavviva e questo assume forme di sfida e poi si ricompone in una bella fiamma. Più fiamme.
Il fuoco è protetto dalla tettoia che a sua volta protegge me dalla pioggia che leggera continua a cadere senza sosta da molte ore.
C'è anche la luna. Una parte della luna gioca a nascondino con stelle invernali e nuvole, l'altra parte dorme già dà un pezzo!
Sai, non volevo farlo, ma alla fine ho dovuto farlo. L'ho inseguito pedinato e poi l'ho ucciso. Un colpo solo al cuore.
Non volevo farlo perchè oramai non mi interessa più uccidere ma dovevo un favore al Cambogiano. Ora non devo più niente a nessuno, neanche a me stesso!
Da oggi in poi non uccido più
Apro il vino rosso. Il vino rosso ci stà bene con le salsicce. Ho fame.
Sai, a me piace bere del vino rosso mangiando salsicce riparato dalla pioggia guardando un fuoco e pensare che da oggi non uccido più...
Fin da piccolo mi chiamano Babba. Non ho mai saputo perchè tutti ancora oggi mi chiamano Babba! Mi piace Babba! Da stasera smetto di chiamarmi Babba. Da questa sera non mi chiamo. Non ho bisogno di un nome. E neanche di un sopranome!
Ho un dolore al petto. Sarà un reumatismo. Il mio corpo è umido. Sono stanco ma questa stanchezza mi piace. Mi rilassa questa stanchezza.
Ho voglia di fumare. Di bere un cognac e di mangiarmi queste salcicce.
Mi chiamavo Babba...
Erano gli anni Sessanta, i « mitici » anni Sessanta!
La Beat Generation, quanto mi piaceva la Beat Generation!
E la minigonna! Le prime minigonne e lo schiaffo che mio padre diede a mia sorella Caterina quando si presentò all'ora di cena con una minigonna che poi tanto mini non era vista che arrivava quasi al ginocchio, ma per il Patriarca era troppo!
Anche gli anni sessanta per lui erano troppi!
« La Dolce vita » al cinema con Leopoldo e sua cognata che era la nostra fidanzata.
« Psycho » al cinema con Leopoldo e sua cognata.
Ray Charles. Yuri Gagarin. Marylin. Kennedy. Rolling Stones e Beattles. Il Patriarca licenziato.
La 1100. Il benessere ed i primi consumi. La volta che si parlò del primo trapianto del cuore e che volevo sostituire il mio perchè soffrivo d'amore. L'artefice del dolore si chiamava Fabrizia. Era bella Fabrizia. Vestiva i panni dell'operaio, per condividere direttamente una vita e una lotta. Era quello che sosteneva Fabrizia andata in Argentina dopo un aborto e mai più ritornata.
Ai comizi politici dei comunisti le campane suonavano a distesa, i bambini dopo carosello tutti a nanna. L' Italia vince l'Europeo.
Avevo Ventiquattro anni quando presi per la prima volta l'aereo. Era l'anno 1964.
Direzione Mosca. In Russia, il comunismo cominciava a far vedere il suo vero volto, iniziando a perdere l'ampia approvazione della popolazione, in Italia cresceva l'ammirazione, da parte degli studenti, per Stalin, Mao e tutti gli altri responsabili di Genocidi senza precedenti. Non potevo sopportarlo! Decisi di andare a vedere il comunismo!
Krushov...
Una volta mia madre si tolse la scarpa per darmela in testa e la chiamai Krushov... « Ti ci manderei io in Russia, ma in Siberia! »... e in Russia ci sono andato e ci sono rimasto circa un anno. Mosca e poi St. Pietroburgo.
E li feci una personale Rivoluzione d'Ottobre quando decisi, dopo aver letto tutto il Dottor Zivago di lasciar perdere con la Russia ed il comunismo ed ho viaggiato attraversando il basso piano siberiano percorrendo la frontiera del Kazakistan fino alla più profonda Mongolia. Ho vissuto la natura selvaggia e incontaminata, il deserto e la steppa sconfinata, le montagne incantate coperte da ghiacciai, le distese sabbiose a perdita d'occhio, e ancora cavalli selvaggi, lupi siberiani, fossili di dinosauro e pastori nomadi, steppe sconfinate, laghi azzurri e montagne incantate. Ho perso lo sguardo nell'immensità di paesaggi stupefacenti; orizzonti e vallate sembravano non avere mai fine; il loro silenzio è spezzato solo dal vento e il cielo quasi sempre blu. Terra di cavalieri leggendari e di sciamani, di gente fiera e orgogliosa, incredibilmente ospitale e tollerante, il cui essenziale stile di vita è cadenzato sui ritmi della natura, a volte amichevole, spesso spietata.
Erano ancora gli anni Sessanta quando il Patriarca si toglie la vita a Capri nella piazzetta. Lui a togliersi la vita a Capri!
Ho sorriso alla notizia. Era gia morto da diversi mesi. A Capri, lui che era di Modena!
Prima di partire per la Russia riuscii a procurarmi una bella somma di denaro. Insieme a due di Verona conosciuti all'università svaligiammo una farmacia ed il furto riuscì piuttosto bene ed i soldi mi aiutarono a vivere il mio « comunismo ».
Dopo aver raggiunto Vladivostok, sono andato in Giappone dove mi sono imbarcato in un cargo ed ho raggiunto Israele.
Era l'anno 1968 quando sono rientrato in Italia.
La contestazione.
« Via i padroni, via i burocrati, via i colonnelli, il potere è di chi sà inventare! », era uno slogan di quel periodo.
« Respiriamo la vita... con la consapevolezza di essere liberi... liberi dentro per essere liberi fuori! »...
Una cosa era certa rientrando in occidente mi resi conto che il boom economico degli anni '50 e '60 aveva aumentato il divario tra Stati poveri e ricchi.
Ogni gruppo o gruppetto pareva in lotta con tutti gli altri più che con la società borghese in generale: ciascuno accusava l'altro di essere oggettivamente fascista, capitalista, borghese.
« Il capitalismo giustifica le disuguaglianze e mette a fondamento l'egoismo individuale, il nazionalismo teorizza la guerra ed esalta l'egoismo nazionale, il colonialismo afferma la superiorità di alcuni popoli su altri e giustifica il dominio degli uni sugli altri. Si credeva veramente alla possibilità di instaurare l' uguaglianza, la solidarietà la pace, che il male della terra non sarebbe esistito per sempre ma che poteva essere eliminato, che la malvagità dipendeva solo da una società sbagliata e che se essa fosse stata corretta gli uomini si sarebbero liberati per sempre della catene dell'egoismo.
Soprattutto si credeva che tutto questo poteva essere fatto in poco tempo che anzi ormai l'ora era giunta. »
Stronzate! 'Fanculo Marx!
Nel Aprile del 1969 fui arrestato per per aver picchiato un energumero che picchiava suo figlio a cui davo lezioni di pianoforte.
Il carcere e la musica. In carcere davo tre ore di lezione a settimana. Facevo della musicoterapia, la quale prende cura dell'essere umano attraverso il suono e la musica, offre la possibilità di esprimere e comunicare sentimenti ed emozioni attraverso il linguaggio musicale elaborando nuove modalità di relazione.
Ho imparato a suonare il pianoforte all'età di otto anni a casa di un vicino. Mia madre gli puliva casa. Era un brav'uomo. Anche quando mi lasciava suonare e nel mentre in cucina si faceva mia madre. Era un brav'uomo anche quando morì travolto da un'autobus. Avevo quindici anni quando suonai del jazz al suo funerale. La sua ex moglie mi regalò il pianoforte. Mio padre una sera lo bruciò e mia madre lo lasciò non prima d'avergli rotto una bottiglia in testa.
Durante i primi anni degli anni Settanta quelli della Sinistra Proletaria cercano di convincermi alla necessità o meno di passare a forme di lotta incisive e organizzate, ovviamente clandestine. Quelli di Avanguardia Nazionale urlano « Boia chi molla! »
Jim Morrison che muore. Bloody Sunday. Le Olimpiadi di Monaco. Esce l'album The Dark Side of The Moon e mentre ascoltavo Money... « Money, get away
get a good job with more pay and you're O. K. money, it's a gas... »... in un bar di Bologna, ho visto per la prima volta Margherita bella come una perla.
La neve di dicembre in Bologna che, dio bono, ti gela fin dentro le scarpe.
Era mio solito recarmi in un'osteria a trascorrere un po di tempo a consumare un frugale pasto, accompagnato da un bicchiere di buon vino.
A Bologna ci stavo bene. La trattoria si affacciava sul filo di una strada, ed il suo portone si apriva inaspettatamente su un interno spettacolare con un magnifico cortile.
A trentatre anni mi sentivo vecchio.
Tutto quello che vivevo lo avavo già vissuto e tutto mi dava noia e mi sentivo sporco e sazio di cultura e derivati, insomma, erano gli anni della droga!
Mi drogavo per vedere oltre ma non vedevo e feci un figlio a Margherita.
Insieme a due di Verona svaligiammo una farmacia ed il furto riuscì piuttosto bene ed i soldi mi aiutarono a partire per il Messico. Solo.
Partenza da Roma con scalo a Francoforte e arrivo a Cancun. Il Messico.
All'arrivo mi attende un clima non proprio caraibico.
Una signora mi dice che il fronte freddo durerá poco... In effetti cosí sará.
Ho viaggiato in autobus... Tulum, Coba, Valladolid, Chichen Itza, Merida, Uxmal, Campeche sul Golfo del Messico. Sul Golfo si affaccia anche lo stato di Cuba.
Avrò tempo per ritornare in Messico, mi dico. Avevo bisogno del clima caraibico.
Cuba.
Inutile che racconto di come ho raggiunto Fidel ed i suoi Compagni, ci vorrebbero giorni visto l'avventura che ho vissuto.
L'Havana. Non c'è voluto molto per rendermi conto che St. Pietroburgo con un clima tropicale sarebbe come l'Havana.
Mercati agricoli e imprese bandite dal governo socialista. La prostituzione, il gioco d'azzardo e altri servizi offerti da chiunque cercasse denaro facile... « sostituiti dal progresso tecnologico sanitario, dalla riscoperta di valori letterari e artistici e dal buon vecchio duro lavoro di stampo sovietico ».
Invece, trovai quello che cercavo.
Prostituzione, criminalità e traffico di droga. Artisti, scrittori e musicisti.
Conobbi un musicista di salsa, il quale, suonava nei gran palazzi dei borghesi comunisti che erano uguali a quelli fascisti e a quelli democratici. I borghesi son borghesi e basta! Diceva uno...
Gli ero simpatico e gli piaceva come suonavo il piano e fu cosi che mi ritrovai a suonare in una band di salsa. E visto che nei palazzi borghesi c'erano persone che mi volevono bene, rimasi a Cuba un paio d'anni.
Poi mio figlio morì di una malattia rara e tornai in Italia.
Arrivai qualche mese dopo il suo funerale.
Non sono mai andato sulla sua tomba.
Non sono mai entrato in un cimitero. E mai ci entrerò!
Quando attraversai la Valle del Belice, i segni del terremoto del '68 erano ancora troppo presenti. L'arretratezza della Sicilia occidentale. Le abitazioni in tufo distrutte. Villaggi a distanza di anni, ancora deserti. In quelli abitati, la gente, c'erano solo vecchi e bambini, visto che i giovani erano emigrati tutti al nord.
Su un muro c'era scritto, « Qui la gente è stata uccisa nelle fragili case e da chi le ha impedito di riappropriarsi della vita col lavoro »
Sapevo che a Palermo si socializza facilmente ed è facile crearsi un gruppo di amici e cosi fù.
Conobbi Ernesto che secondo me era più egiziano che siculo. Lavorava in uno spettacolo teatrale tradizionale ambulante. Con le marionette. Le marionette erano costruite dal proprietario del teatro e imparai il mestiere e rimasi nella splendida Palermo più o meno dieci anni. Oltre alle marionette studiavo filosofia dove mi sono laureato e la sera suonavo in locali jazz.
Mi piaceva suonare a Palermo. Avevo imparato a suonare la musica popolare.
Suonavo musica influenzata da Greci, Latini, Bizantini e Arabi, Spagnoli e Francesi e l'ammalgamavo con jazz gitano. Un bel suono e cavolo quanto mi divertivo!
Avevo appena quant'anni. E tanta voglia di capire.
Ho sempre avuto una grande passione per i mestieri. Ho imparato mestieri che durante questi anni mi hanno aiutato in diverse situazioni.
Ho fatto il pescatore, professore di musica, parrucchiere, agente immobiliare, falegname, carrozziere, meccanico, fornaio, venditore di ceci e noccioline, parcheggiatore d'auto, barista. E ne ho fatti tanti altri ancora.
Ho fatto il ladro, l'assassino, il tiranno, il bastardo, ma mai il vigliacco.
Ho pianto, ho riso. Più riso che pianto. Ho riso quando non c'era da ridere ed ho pianto quando non c'era da piangere.
Sono fatto così! A volte son fatto bene ed altre male.
Ho fatto il contadino ed il muratore. Ho preso la patente nel '68 comprandola in cambio di una traduzione in russo. Parlo sei o sette lingue e a Cuba ho guidato l'elicottero o sono capace a saltare col paracadute. Ho avuto diverse fratture ma mai malattie a parte la malaria ed il morbillo. Ho baciato la prima donna a tredici anni. Quando ho fatto l'amore per la prima volta non ricordo. Non ricordo neanche la donna, forse era una mia zia.
Non ho mai giocato d'azzardo. E non ho mai pagato una donna.
Ho sempre ucciso infami e traditori.
A Palermo, dopo le marionette, trovai lavoro dentro una libreria e lì, ho passato giorni e notti a leggere. Ho letto tanti libri di autori differenti e di tutte le epoche. Era la mia nuova droga! Libri e musica! A volte, preso da un libro, dimenticavo di mangiare. Non vedevo il tempo passare ed era iniziata l'epoca degli anni '80 già da un poco di tempo.
Avevano provato ad uccidere Reagan ed il Papa. Il Nome della Rosa. Il referendum sull'aborto. Dallas, McEnroe. La morte di Bob Marley.
Nei bar tutti parlano della P2 e di Ustica. Lo stato italiano contro il terrorismo! Quello di sinistra. E della mafia omertà assoluta. Come sempre...
Un'Italia che viveva l'epoca del piombo con i suoi attentati, neofascismo, estrema destra, brigate rosse, prima linea...
Vent'anni di storia della mia vita per poi andare all'ospedale e vedere un caro amico piangere il figlio morto sieropositivo.
Un giovane di ventitre anni che pesava quasi cento chili. Morto pesava trentaquattro chili.
Vent'anni di viaggio. Vent'anni per rendermi conto che era il momento d'agire.
Sai, quando vuoi agire e che non sai come e perchè vuoi agire?
Sai, quando la pioggia smette e che le salsicce sono cotte e che senti ancor di più l'odore della pioggia?
Sai quando il fuoco dice, Eih! Non ti dimenticar di me!
Sai, ho mandato a 'Fanculo Palermo ed i libri ed ho preso una nave e sono arrivato a Marsiglia. Era la primavera del 1989.
Durante gli anni di Palermo sono stato in Algeria con un amico di Orano Abbiamo fatto un viaggio di tre mesi. Poi sono stato in Libia e in Egitto.
Ho seguito il vento del Mediterraneo. Pensare che il Mar Mediterraneo era una vallata profonda e secca che divideva tre continenti: Europa, Africa e Asia, mi affascinava. Il pesce spada, il tonno e il delfino, le coste verdi e montagnose. Il clima temperato. Marsiglia.
Il Mediterraneo stava tutto rinchiuso a Marsiglia.
Una volta, Marsiglia si chiamava Massalia. I greci e poi i romani. Giulio Cesare. Mi sarebbe piaciuto conoscere Giulio Cesare. Avrei viaggiato con lui. Gli avrei rubato Cleopatra. Gli aragonesi. Il sapone. Papin, ma questo, dieci anni dopo!
La città mi adottò subito. Gli algerini marsigliesi divennero presto miei amici visto che parlavo la loro lingua. I francesi sempre i soliti falsi e cortesi.
« Impossibile non è francese, disse Napoleone! Impossibile, non è umano, dico io!
Emmanuelle prima era napoleonica e poi divenne mazziniana.
Mi fece diventare come Garibaldi. Eroico! Mi piace Garibaldi. Più del Che. L'ho anche detto ad uno di Rosario a Cuba e disse che avevo ragione. Penso che il Che aveva una t-shirt di Garibaldi!
Viva l'Italia! Ebbe in quell'epoca una crisi di « Nazionalismo ». Forse a causa della rivoluzione francese. Non ero ne asburgo ne ottomanno, ero italiano. Vivevo una forma di « nazionalismo contemporaneo ».
Emmanuelle divenne la mia fidanzata. E la madre di una figlia.
Aveva dieci anni meno di me, Emmanuelle. Che solo il nome mi faceva impazzire talmente mi innamorai d'Emmanuelle detta Nanù.
Avevo quasi cinquant'anni! Io! E chi l'avrebbe detto!
Emmanuelle era una donna in rinascita. Ancora oggi lo è. L'ho sposata!
Ci vivo ancora con Emmanuelle. Nanù.
Nacque Sara.
La Germania riunita. Gorbaciov, l'Irak, Sara,
Trovai lavoro come giornalista. Scrivevo articoli per conto di un giornale di caccia e pesca. Sara. Passavo nottate su pescherecci, fiumi e scrivevo. Mi sentivo a Cinquant'anni come Hemingway. Suonavo in locali straordinari musica jazz africana mediterranea ed insegnavo pianoforte.
Sai, sarà l'aria di Marsiglia, l'amore o il fatto d'aver raggiunto 50 anni, ma mi sentivo proprio bene e bello. Senza rughe, senza pancia, tutti i muscoli in funzione ed il cervello ancora sveglio e senza problemi d'incontinenza. Penso che la vecchiaia sia un valore e non un ostacolo. Ho visto cinquantenni voler apparire come trentenni considerare la vecchiaia come un peso, una maledizione e non una cosa bella.
Ho ucciso cinquantenni infami che volevano apparire giovani fottendosi bambine e non solo povere thailandesi.
Finito il comunismo. Il muro è abbattuto ed il socialismo oramai anche lui perso in un mare di contraddizioni e fiaschi. E la borghesia allarga e rafforza la repressione verso ideologie oramai antiquate ad una società sempre più confusa. Il centro-destra avanza. Un tipo, una volta disse, che il centro « È una zattera, è un traghetto che va dalla riva destra a quella sinistra, ospita passeggeri quando una delle due rive è debole, rimane senza passeggeri quando tutte e due le rive sono forti». Quasi tutto il centrodestra è collocato nell'orbita del popolarismo europeo.
Ho ucciso uomini di sinistra di destra e centro-destra. Traditori.
Quando muore Fellini nel '93, piango.
Ho pianto quando Sara ha iniziato a camminare, a parlare, a cantare quando suonavo il pianoforte.
Nel '94 vado a Parigi per suonare in un locale con un gruppo jazz.
Telefono a Nanù e gli dico di raggiungermi con Sara e a Parigi ci rimango dieci anni.
Siamo andati a vivere in uno di quei palazzi tutti stucchi e decorazioni, caminetti e parquet d'epoca.
Ero felice di vivere in una delle più importanti metropoli mondiali. Rive droite, rive gauche, Pompidou, Montmartre e Pigalle e tutti i musei e tutti i parigini che di cinesi se ne vedevono sempre di più, cinesi parigini. La piramide di vetro del Louvre, la Sorbona. Davo delle lezioni private di musicologia a dei studenti della Sorbona. Dei giovani rincoglioniti da una non voglia di cultura. Il bagaglio culturale è reputato un peso insopportabile poiché estraneo ai nuovi diktat della società mediatica. Il problema è che sono giovani coloro che hanno un età compresa tra 4 e 40 anni! Infatti non durò molto l'avventura. Fu il periodo della mia vita dove i giovani li ritenevo coglioni. Poco disponibili al dialogo, coi walkman in testa e indifferenti a tutto tranne alla lattina della Coca Cola da 1/2 litro. E ti posso assicurare che non mi stavo rincoglionendo! Li vedevi, i giovani, ad abbracciare la carriera tecnica, relegando in second'ordine i tradizionali serbatoi intellettuali delle facolta' umanistiche. I giovani li vedevo apatici, senza obiettivi precisi, senza voglia di crescere, nessuno aveva voglia di prendersi le proprie responsabilità e nessuno si sentiva pronto a scendere in prima linea per difendere i propri diritti.
Forse mi stavo rincoglionendo, ma c'era qualcosa in quei giovani...
Erano i figli di coloro che a vent'anni si sono trovati ad accettare una paternità mentre io viaggiavo in Oriente.
Quelli che avevamo la stessa età ma non lo stesso pensiero.
Ecco! Forse, perchè, i giovani degli anni '90 mi sono stati sempre sulle palle!
Erano i figli dei trentenni di quando io avevo vent'anni, quei trentenni cosi incapaci di liberarsi di certi dogmi ed accettare la terza paternità.
Erano i figli di quei quarantenni che quando io avevo ventanni per spirito di modernità hippy decisero di diventare per la prima voltà papa.
Insomma c'e l' ho sempre avuta coi padri dei giovani degli anni '90 e di conseguenza i giovani li trovavo privi di significato.
Parigi divenne la mia amante puttana e ruffiana.
La musica mi accompagnava facendomi respirare.
Nanù mi amava e Sara cresceva.
Senti le prime gocce cadere sulla grondaia e poi senti le seconde e poi non le senti più.
Sai, quando rinizia a piovere e le salsicce sono buone ed il fuoco è di nuovo pronto ad ascoltarmi, sai.
Una sera rientrando a casa dopo un concerto, incontro un prete il quale anziano non riusciva a portare le sue grosse valigie. Mi son proposto di aiutarlo e così l'ho accompagnato nella sua residence nei pressi di Place Blanche. Mi ha invitato a bere un the anche se ho preferito bere un buon vecchio Armagnac fatto in un convento. Mi ha detto che erano più di seicento anni che in quel convento si usava fare l'Armagnac. Disse che secondo lui il segreto stava nel paesaggio sabbioso e uniforme e nel terreno argillo-siliceo, povero di calcare. Mi raccontò un poco della sua vita e della sua « missione » in Burkina Faso ed in altre zone d'Africa. Pere Michel, così si chiamava.
Parlammo delle credenze, di abbitudini, di cerimonie, di teologia, di ultraterreno. Gli dissi che ero cresciuto con le suore Benedettine e che la chiesa mi è sempre stata antipatica e che la religione impedisce di ragionare. Mi ha risposto che lui ragionava ma che capiva cosa volevo dire. Sarebbe rimasto ancora due giorni a Parigi e poi via ad aiutare la povera gente del Burkina.
Tre mesi dopo, una sera tornando a casa dopo un concerto, ho detto a Nanù di preparare le valigie.
Coprai un Volkswagen Transporter. Il miracolo economico tedesco del dopoguerra. Le dimensioni ridotte e la capacità di mantenersi ben controllabile anche sui percorsi più difficili. Proprio quello che ci voleva! Sara ne era entusiasta!
« Lo spirito di avventura può portare lontano, a volte lontanissimo », disse uno...
Avevo voglia d'andare a trovare il prete Michel.
La medina di In salah, in Algeria.
La sperduta frontiera di In Guezzam, dove finisce l'Algeria ed inizia il Niger.
La pista verso Arlit. Poi Agadez ed il fiume Niger. Niamey.
Ouagadougou. Michel e Eva.
Guardando le stelle che sembrava che le toccavi con le mano. Giocando con Sara alle costellazioni. Mamma Africa mi ha suggerito di proporre a Nanù di fare un figlio. Di concepirlo e di farlo nascere in Africa. E così è stato. Eva nasce in Burkina Faso.
Era l'anno 1996.
Il risultato elettorale in Francia determinò un periodo di "coabitazione" tra un presidente di uno schieramento e un premier dello schieramento rivale, il terzo negli ultimi undici anni. In Inghilterra vincono i laburisti. Gli inglesi mi sono sempre stati sulle palle! Hong Kong ritorna alla Cina. Mia madre morta qualche anno prima mi avrebbe sicuramente telefonato quando muore Madre Teresa di Calcutta. Il Papa è sempre il polacco.
L'Italia dopo le corruzioni ed una nuova legge elettorale. Berlusconi. Prodi.
Noi, si continuava a vivere a Parigi. A Montmartre.
Suonavo, davo lezioni ed ogni tanto uccidevo.
Sai, ci sono voluti quarant'anni per respirare aria diversa.
Aria fresca. Pioggia divina. Salsicce che sono una meraviglia.
Ti racconto senza avere nessuna forma di nostalgia e nessun rimorso.
Ossa stanche e respiro un poco affannoso, sarà la stanchezza o questo sigaro.
Meglio bere ancora cognac, caro fuoco, amico di questa sera.
Gli anni Zero. Gli anni '90 e poi gli anni Zero.
Stare dietro la tecnologia non è stata mai la mia passione!
Il computer e le sue multifunzioni. Troppa confusione!
Via internet, col computer ti puoi permettere di leggere giornali e libri, di sentire musica, di guardare la tv, di e-mailare, di fare praticamente qualunque cosa.
Troppo per uno come me!
L'attentato alle torri gemelle, la morte del Papa polacco. un presidente degli Usa di colore, l'Italia campione del mondo. Fantascienza. Realtà degli anni 2000.
Io, sempre più anziano. Anche Gesù Cristo.
Ho voluto fare il giovane e a Genova durante il G8 ho preso un sacco di botte che son dovuto andare in Alta Savoia a casa di un amico a riposarmi per un paio di mesi talmente ero rotto (sterno fratturato e costole incrinate).
Via i Franchi, Lire, etc. L' Euro.
Muore Pantani. Quanto mi piaceva vedere correre Pantani! Muore anche il mio amato ciclismo.
La mucca pazza. La « polmonite atipica ». L'Iraq.
Il Papa tedesco e l'influenza strana e d il Tibet e tanto altro ancora.
Inutile battersi contro ideali per anni e poi rendersi conto che tutto è rimasto uguale e che gli esseri umani altro non fanno che distruggere quello che creano e vaffanculo!
La musica era sempre il mio mondo ed era un mondo che avanzava velocemente ma anche lentamente... io con la musica decido il tempo!
Le bimbe crescevono.
Dopo l'Undici Settembre con Nanù e le bimbe siamo andati a fare un viaggio negli Stati Uniti.
Sai, non ho voglia di raccontarti degli Stati Uniti. Non serve!
Sai, ho passato anni a sviluppare i sensi.
A cosa serve che ti racconto dei sensi che ho sviluppato?
Conosco i miei chemioricettori e sò distinguere più di 10000 odori.
Grazie alla mia vista conosco meglio il mondo.
Ascolto le stronzate della gente già dal primo giorno che ero nella pancia di mia madre. Ascolto la natura da sempre! Ancora prima di nascere!
Mi piace l'amaro, l'aspro, il dolce, il salato e l' umami.
Grazie al tatto sono molto preciso.
Sai cos'è la propriocezione? Se non lo sai, peccato!
Sai non ho voglia di raccontarti degli Stati Uniti. Non serve!
Sono particolarmente attratto dalle azioni rischiose perché ho bisogno di mettermi alla prova; ora, il rischio significa fare qualcosa il cui risultato non è né certo né scontato, e che quindi può finire sia bene che no. Il margine d'incertezza dà il senso dell'avventura. A me piace l'avventura!
Questo mondo si trova nella mia coscienza. la mia coscienza è il mio mondo!
Conosco il pazzo. Il sano. Non conosco il normale.
Ho fatto amicizia con il dolore. Il dolore ha fatto amicizia con me.
Alla parola preferisco il silenzio. Una volta una ragazza mi ha detto che « Solo le persone speciali... Sanno ascoltare i silenzi... e sanno capire quanto hanno da insegnare... ». Il mio silenzio può ferire o può guarire... può accompagnare o può allontanare... può uccidere o può far rinascere... può essere un dono o un veleno...
Vuoi sapere perchè, da circa due minuti sono un poco nervoso?
Io che nervoso non sono mai?... ma è come se mi mancasse qualcosa, come se... volessi qualcosa.
« Voglio... restare sempre sveglio con tutti i miei sogni. » (Ligabue)
Smiles, scrisse « Volere è potere ». Ricordo che la tesi dominante era dimostrare che la forza di volontà era in grado vincere ogni ostacolo e pertanto un uomo volenteroso era in grado sollevarsi dall'oscurità e dalla miseria alla fama e alla ricchezza.
Cazzate, Smiles! Se la tua forza di volontà ti permette di vedere ora che vivi solo in qualche ricordo paranoico come il mio, allora guarda! Guardalo stò mondo!
Sono stato io a crearlo! Io ho partecipato a crearlo! Questo mondo del 2012!
Sono sicuro che non è poi tanto diverso da quello tuo del 1865.
Se me la prendo con quel poveraccio di Smiles, allora sono proprio nervoso.
Ho smesso di non essere nervoso. Paranoico.
« Forse, chiunque si comporta in modo da far sentire malato uno psichiatra, è 'malato' ».(Shatzman)
Dopo Parigi, siamo venuti a vivere in campagna. Nel sud-ovest. La casa accanto a te, fuoco, è quella in cui ci vivo, con Nanù. Sara ed Eva.
Il mondo sempre più nei casini. Tsunami, terremoti, guerre, rivoluzioni, Michael Jackson che muore e tantissimo altro ancora. Troppo.
Glielo detto al cambogiano che questo mondo è troppo per me! E che smetto! Da domani smetto di uccidere!
Sai, ho già preparato il seguito...
Ha smesso di piovere. Ti stai spegnendo.
Buonanotte.
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