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Il direttore di banca
Carlos Echiuirri è un direttore di banca e lavora in Mexico City, Carlos è pure stanco di quel lavoro e ha in animo di fare la stronzata più grande della sua vita, autorapinarsi la sua banca.
La giornata di lavoro è appena iniziata, Carlos è nel suo ufficio e sta meditando, ha ordinato alle sue segretarie di non disturbarlo per nessuna ragione. Pensa e ripensa, ogni tanto borbotta tra se:_
«Ho bisogno di un complice, da solo non ce la faccio». Scarabocchia su un foglio, appunta orari, disegna frecce, traccia vie di fuga e di nuovo schizzi, disegni.
E ancora bofonchia:_
«No un complice no».
La mattinata se ne va e sopraggiunge l'ora dell'almuerzo (pranzo).
Carlos non deve comportarsi diversamente dal silito, non deve dare nessun segnale sospetto, i colleghi non devono percepire niente di niente.
Tutto normale quindi, il pranzo i colleghi, il cameriere di sempre, le solite battute. E pensa :_ «Odio questa vita, questa gente, provo disgusto in tutto ciò». Il caffè se lo gusta giocando ad una slot, seduto scomposto, con una gamba a terra spingendo lo sgabello in un andare altalenante. Lui è il direttore e si può permettere di rientrare cinque minuti dopo nel suo ufficio; guarda rientrare i suoi colleghi uno per uno e si raffigura nella sua mente di ucciderli, come in un gioco elettronico, riarmando le armi e totalizzando i punti ad ogni centro.
Adesso è seduto nel suo ufficio, i piedi sulla scrivania, scazzatissimo e irrequieto, prende in mano il foglio scarabocchiato ne fa una pallina e lo getta nel cestino, si sofferma a scrutare l'angolo della parete, lo sguardo si perde, improvvisamente uno scatto, riprende il foglietto gettato nel cestino e si avventa su questi come una iena; come una iena sulla carogna ancora calda, riduce quegli appunti in mille pezzi, addentandoli e risputandoli con la bocca sulla scrivania.
La notte la trascorre rimuginando con il cervello, facendo piani, analizzando circostanze avverse, pensando alle strategie giuste.
Una mattinata del cazzo, Carlos non riesce a dedicarsi al suo progetto, troppe beghe di lavoro, ha appena terminato di parlare con un industriale che viene raggiunto da una telefonata di un cliente che gli sollecita un'appuntamento urgente, poi ancora un problema con la ditta delle pulizie e un' inflitrazione di acqua dal soffitto, il locale aveva bisogno di una bella ristrutturazione, ma dalla sede centrale facevano orecchie da mercante.
Dedicò la notte a riconsiderare tutto il progetto, ad una certa ora visioni offuscate si impadronirono dei suoi pensieri; i banditi immobilizzarono tutti, uno di loro entrò nel suo ufficio e gli ficcò la canna di fucile in bocca, saranno stati in cinque o sei, tutti armati, un rapinatore aveva in mano una bomba a mano, rinchiusero tutti tranne che il direttore nel magazzino, svuotarono tutte le casse e le cassette di sicurezza, indussero Carlos ad aprire la cassaforte, arraffarono i soldi e li misero in una borsa sportiva nera, e fuggirono tenendolo con se in ostaggio.
In lontananza le sirene della polizia, una pattuglia raggiunse il furgone dei rapinatori, all'improvviso fragori di vetri che si frantumano, iniziò la sparatoria, Carlos costretto a respirare quell'afrore di polvere da sparo che si propagava all'interno del mezzo dei rapinatori, venne spintonato fuori da uno di loro che lo trascinò dietro ad un rimorchio in sosta, arrivò un'altra pattuglia della polizia che ingaggiò un'altra sparatoria con il resto dei banditi, Carlos rimase solo con il malvivente che teneva in mano il borsone nero con la refurtiva, apparentemente i poliziotti non badavano a loro, riuscirono a raggiungere una strada traversa, bloccarono un'automobile e se ne impadronirono, raggiunsero il confine tra il Mexico e il Texas, lo attraversarono e raggiunsero la città di San Antonio, un amico di Carlos li aspettava, procurò loro due biglietti aerei per il Canada, i due si salutarono e si augurarono buona fortuna.
Un'altra mattinata del cazzo, fuori dall'ufficio già tre clienti ad aspettare il direttore, Carlos si bloccò appena fuori l'entrata della banca, fissò per secondi eterni quei clienti, le loro immagini riproiettate distorte attraverso i vetri della banca, ad uno di loro spuntava la canna di un fucile, con un guizzo si mise la calza maglia e fece irruzione nella banca con in pugno una pistola, il caos, l'afrore della polvere da sparo i vetri delle casse ridotti in frantumi, si precipitò in ufficio per farsi consegnare le chiavi della cassaforte dal direttore, soffermandosi all'entrata iniziò a fissare uno per uno i suoi colleghi, si girò di scatto e fece fuoco uno, due, tre, quattro caddero sotto il fuoco implacabile del rapinatore, Carlos impugnò la pistola e dalla poltrona del suo ufficio sparò, il bandito cadde a terra, lo raggiunse gli sfilò la calzamaglia e gli dette il colpo di grazia.
Carlos odiava pure il suo direttore.
Quella mattina i suoi colleghi si radunarono di fronte al suo ufficio, era l'ora del pranzo e Carlos ancora non si faceva vivo, bussarono alla porta ripetutamente e provarono ed entrare, ma era chiusa dall'interno, allarmati forzarono la serratura e fecero irruzione. La scena fu agghiacciante per un lato, dall'altro imbarazzante, Carlos si stava scopando una delle due segretarie, e non aveva mai pianificato di rapinare la propria banca, di uccidere i propri colleghi e di odiare se stesso, Carlos era contento del suo lavoro, e quel giorno si voleva fare una bella scopata.
Sulla scrivania due biglietti aerei per Montreal.
I suoi colleghi impietriti richiusero la porta.
A volte o spesso è meglio farsi i cazzi propri pensò uno di loro, e sfruttando l'occasione di entrare quello stesso giorno in ferie fece il pieno alla sua macchina, una vecchia Chevrolet caprice del '73, raggiunse il confine tra Mexico e Texas e andò a trovare un vecchio amico a San Antonio, gli commento' l'accaduto, si sedette sul divano spostando prima la borsa sportiva nera che c'era sopra, e ci bevvero sopra una fragrante bionda.
La mattina seguente sulla prima pagina di tutti i giornali veniva riportata la notizia della sensazionale rapina alla banca.
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