"Cosa ho ottenuto da tutto ciò? Nulla...
Sono solo un fuggitivo. Che sia colpevole di un omicidio o meno non ha importanza: sono ben più colpevole di tutte le mie azioni che mi hanno portato fuori dalla retta via relegandomi in questo sommesso profondo dolore che sopporto da ben 26 anni. Che vita sprecata in virtù della più atroce invidia. E il risultato pessimo che ne deriva è una triste realtà di prigionia mentale".
Cominciare con il nuovo intento di non ricadere più nella trappola mortale della malvagità e superando lo stupore e quindi la facilità di farsi beccare dai suoi conoscenti, decise sapientemente di camuffarsi come meglio poteva. Assunse un nuovo look, passando da trasandato ad elegante con quel tocco d'innovazione da non sembrare troppo formale. (L'esagerazione era un'altra delle sue problematiche).
Maglioncino, cappotto, sciarpa, pantalone, scarpe di pelle. E per finire, un cappello: forse troppo classico, ma perfetto per coprire la sua acconciatura. Tocco finale: occhiali da sole.
Scese dalla macchina. Respirò profondamente per un istante, raccolse le forze e si fece strada tra la gente.
Discrezione era il suo motto. Con quella ventiquattrore ore in mano che pendolava ad ogni suo passo, poteva si dar nell'occhio ma almeno sapeva di non esser preso più di tanto in considerazione.
Molti lo scambiarono per un venditore porta a porta, altri per un assicuratore. Chi invece ci vedeva un retrogusto religioso. Andava bene tutto. Il tragitto per la casa della sua amata era breve. Vi arrivò subito.
Il cuore pulsava. Non era facile fingere e non sarebbe stato facile nemmeno rovistare tra i ricordi della sua amata. Tirò fuori un mazzo di chiavi e guardandosi intorno aprì velocemente il portone della casa, quindi lo richiuse subito con molta velocità.
Era dentro. Sospirò.
Tutto era paurosamente in ordine come sempre. E mentre si dirigeva al piano superiore ansimava sempre più. Ogni gradino di quella scala era un ricordo a lui fatale, in positivo o in negativo. Ma si trattava sempre di ricordi di una breve parentesi in cui era stato felice e forse per la prima volta amato.
Avrebbe voluto piangere per quelle emozioni rievocate ma non era il caso. Doveva sbrigarsi.
Arrivò sull'uscio della porta della camera da letto, infilò un guanto in lattice, esitando un momento e si preparò al peggio. Sussultò...
A differenza del resto dell'abitazione quella camera era disordinata all'inverosimile. Non sembrava nemmeno ricordarla più. Le prove e le evidenze erano state cancellate e il dubbio era che quel qualcuno che cercava di incastrarlo doveva esser stato già lì, poco prima di lui.
Si senti in pericolo. In estremo pericolo. Ed osservato.
Era pronto a fuggire, quando con la coda nell'occhio in un angolo notò una chiave. La raccolse e uscì dalla camera. Lesse la scritta attaccata con un filo "FLU, l'amore che ci ha uniti non potrà mai separarci. XJZ6LP".
Ebbe uno scatto improvviso.
Scappò di fretta portando con se quella chiave strana...
Si diresse alla macchina velocemente dando visibilmente nell'occhio agli abitanti. Qualcuno lo aveva notato uscire sommessamente di fretta da quella abitazione.
In macchina si spogliò di quel travestimento, accese il motore e partì velocemente.
Fine nona parte