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Perì ad occhi aperti
Il sole era ormai giunto al tramonto quando Bonariu, di ritorno a casa, scorse un oscuro uomo, armato di fucile, intento a scrutare un enorme roccia granitica. Riconoscerlo non fu difficile: trattavasi di Anania Colbu, noto bandito e sicario, errante per le campagne da circa due anni. Sulla sua testa pendeva una taglia vertiginosa; non furono pochi i delatori che tentarono, senza però riuscirvi, di farlo cadere nelle mani della benemerita. Reso alquanto inquieto da quella presenza, il pastore avvicinò il bandito con far cerimonioso:- ditemi un po', questo luogo è per caso di vostro gradimento? Sappiate che, se nutrite interesse a rifugiarvi qui per qualche tempo, le mie terre sono a vostra completa disposizione! Potrete tornare tutte le volte che vi occorre-. Affatto stupito da tanta ospitalità, il bandito si mostrò comunque compiaciuto:- apprezzo il vostro invito e vi ringrazio di cuore, state pur certo di rivedermi presto-.
Quella notte Bonariu aveva poco dormito e molto pensato: per quale motivo quel sanguinario gironzolava dalle sue parti? Era forse a corto di nascondigli?
O qualcuno, date le sue inimicizie, lo aveva assoldato per eliminarlo?
Fortemente tormentato da tali interrogativi ma anche desideroso di metter le mani su quell'enorme taglia, il pastore pervenì ad una rischiosa decisione: non appena Anania si fosse ripresentato chiedendo asilo, egli avrebbe finto di accoglierlo con grande ospitalità, per poi tradirlo conducendo le forze dell'ordine sul luogo del rifugio. Il giorno seguente si recò in tutta fretta al paese, in caserma, ad informare il brigadiere dell'incontro e del vile piano...
Trascorsero alcune settimane...
Mentre il sole cominciava a mostrare timidamente il suo volto da dietro le vette, una piacevole e leggera brezza avvolgeva l'intera campagna, qua e là diversi uccellini salutavano allegramente il nuovo giorno intonando un orecchiabile melodia. Destreggiandosi abilmente tra una moltitudine di massi e arboscelli, Anania Colbu, agile ed elegante come un capriolo, attraversava un impervio tratto di boscaglia onde poter raggiungere le proprietà del pastore Bonariu Serra. Nessun timore lo pervadeva, sicuro com'era di aver raggiunto la fama d'intoccabile, era certo che nessun uomo avrebbe più tentato di tradire la sua fiducia. Giunto in prossimità di un ovile, il bandito si sistemò dietro ad un grosso masso di granito, intenzionato ad attendere il servo di Bonariu che, di lì a breve, sarebbe arrivato a mungere le bestie...
Un poco impressionato dal precedente incontro, con timide e balbettanti parole, il piccolo Andria si affrettò a chiarire al severo padrone la situazione:- Tziu Bonariu, là fuori, all'ovile, un uomo mi ha incaricato di informarvi che ha necessità di conferire con voi ma, non adesso, non qui... desidera incontrarvi al tramonto nei pressi di sa grutta 'e Cosomeddu, terreno di vostra proprietà-. Le parole pronunciate da quel sudicio e smunto pastorello non poterono che rallegrare l'animo di Bonariu. Congedato il ragazzo con un freddo ringraziamento, il traditore cominciò a sognare ad occhi aperti: il denaro della taglia poteva realmente cambiar tutto, i giusti investimenti avrebbero consentito di raggiungere un elevato tenore di vita e, in quanto alle maldicenze, chi poteva dargli peso vivendo in così agiata posizione!
Si trovava sul luogo da una mezzora circa, il sole emanava una luce ormai fioca scomparendo all'orizzonte per poi cedere il passo all'oscurità della notte...
il superbo pastore iniziava ad insospettirsi, mille dubbi cominciavano ad assalire la sua mente nel pieno dell'angoscia: e se quell'appuntamento non era altro che un modo del bandito per accertarsi delle sue intenzioni? Se ancor peggio si trattava di una trappola fatale e la sua vita correva realmente un gran pericolo? In preda ad un ansia sempre maggiore stava per mandar tutto a monte, rincasare di corsa quando, tutto ad un tratto, avvolto nel suo cappotto d'orbace sbucò Anania:- salute, scusate se vi ho fatto attendere ma, voi mi capite, la prudenza non è mai troppa! Vengo per rammentarvi del vostro invito, se non avete mutato opinione, vorrei sistemarmi tra questi nascondigli a partire da questa stessa notte-. Il cuore di Bonariu riprese a battere normalmente, la precedente ansia svanì in un batter d'occhio, caloroso si rivolse al bandito con affettuose parole:- Figlio mio, per quale motivo dovrei cambiare idea? Qui siete il benvenuto! Vi custodirò gelosamente non permettendo a nessuno di recarvi fastidio-. Detto questo, porse in dono al bandito un sacco di tela colmo di formaggi e pane. I due si separarono a notte inoltrata...
Il giorno dopo le autorità vennero avvertite in gran segreto da uno stretto amico di Tziu Bonariu, Luisi, un uomo onesto che, date alcune voci che vedevano il bandito come il responsabile della morte di un suo cugino, accettò volentieri di fornire il suo contributo all'operazione.
Accompagnati da Luisi, il vicebrigadiere e quattro carabinieri lasciarono la caserma alle nove di sera, procedendo al chiaro di luna in direzione della località indicata.
Giunsero sul posto intorno alle ore due del mattino...
Onde vedere se Anania si trovasse nella grotta, la spia esplose una fucilata non ricevendo però risposta. Alquanto insospettiti i carabinieri si fecero avanti, uno in particolare si avvicinò troppo all'imboccatura della grotta e, scivolando su dei
rami secchi, diede modo al bandito di esplodere una fucilata che lo ferì
ad un fianco. Fu l'inferno! Numerose palle squarciarono l'aria in direzione del latitante ma quella belva, riparata nella sua tana poté a lungo tener testa allo scontro. Dopo interminabili minuti di intenso fuoco vi fu una lunga pausa, la voce del vicebrigadiere si levò implorante:- Colbu, non vedi che non hai via di scampo? Vieni fuori, non aggravare la tua situazione, te ne prego!-. Dal buio della grotta si udì una risposta feroce:- verrò fuori si, ma solo dopo aver stroncato la vita dei cani traditori! Venite avanti che desidero vedervi meglio!-. Dopo circa un ora trascorsa in inutili suppliche avvenne l'irreparabile: Anania spiccò improvvisamente un salto all'esterno, con formidabile destrezza rispose agli spari dei gendarmi, per poi dileguarsi con l'agilità di un gatto selvatico nell'impenetrabile boscaglia. Fra le grida degli astanti, a terra privo di vita il corpo dello sfortunato vicebrigadiere Costantino...
Una sconvolgente disgrazia! La notte di sangue segnò profondamente la vita dei delatori: Tziu Bonariu si rinchiuse in casa per intere settimane, in preda ad una terribile angoscia, ben consapevole di andare incontro ad una fine certa. La sua anima afflitta non conosceva riposo neppure nel sonno, incubi orrendi lo tormentavano di continuo privandolo di ogni speranza...
La sentenza emessa dal bandito ebbe il suo tristo effetto; non vi fu più un servo, uno solo, che accettasse di lavorare alle dipendenze del delatore! Il timore di offendere Anania Colbu sopraffaceva ogni animo, anche il più determinato.
Costretto dalle necessità a cui l'isolamento lo aveva portato, Bonariu riprese rassegnato le quotidiane attività campestri, certo che da un giorno all'altro
sarebbe caduto sotto i colpi della truce vendetta...
Facevano ritorno dall'aia, la moglie pensierosa stava distante da Tziu Bonariu una decina di passi, quando giunti a circa metà del breve tragitto che li separava dall'abitazione, si udì una detonazione accompagnata da un forte grido. Gettato via il cestino che portava sul capo, Andreana corse in direzione del marito che la chiamava per nome, se lo strinse piangente al seno e, cosparso del sangue che gli sgorgava dal petto, lo vide spegnersi in pochi attimi. Perì ad occhi aperti, spento da una mano esperta e paziente.
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